Inizia la Fase 2, cosa ci aspetta nei prossimi mesi

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Riapertura in tutta Italia di molte attività commerciali. Il premier Conte visita a piedi i negozi del centro della capitale

Il ritorno alla progressiva normalità nella vita economica e sociale dopo la fase acuta dell’emergenza Coronavirus coincide anche con un rientro alla quotidianità per i cittadini e le istituzioni pubbliche e private. Con tutti i limiti e le precauzioni per evitare nuovi focolai di contagio, sono ripartite da oggi buona parte delle attività commerciali, anche se il lockdown ha costretto molti a chiudere o quasi.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – così come altri rappresentanti delle forze politiche in tutta Italia – ha visitato a piedi negozi del centro di Roma in occasione della riapertura delle attività per la cosiddetta “Fase 2“. Una volta a Palazzo Chigi, ha poi sentito i presidenti di Confcommercio e Confesercenti, Carlo Sangalli e Patrizia De Luise. A loro il premier ha chiesto di essere costantemente aggiornato sulla ripartenza e per questo, probabilmente, torneranno a sentirsi nei prissimi giorni.

Intanto è stata subito rimandata la prima informativa del premier sulle nuove misure della Fase 2 messe in campo dal Governo, che non si terrà più domani come calendarizzata in aula ai due rami del Parlamento, bensì giovedì prossimo 21 maggio a partire dalla Camera dei deputati alle 9,30. E così anche il potere legislativo ha ripreso l’attività a pieno ritmo, mentre Palazzo Chigi accoglie nuovamente i giornalisti nelle conferenze stampa. Le riunioni si moltiplicano nuovamente anche in presenza, e le opposizioni convocano immediatamente una manifestazione contro l’esecutivo, così come preventivato dallo stesso Conte nell’ultima conferenza di sabato (sotto l’ultima diretta di Eurocomunicazione in uno dei nostri quattro social, ndr). Il dibattito politico, insomma, cerca di tornare al fisiologico confronto, che dalle prossime settimane registrerà sicuramente dibattimenti e scontri ma che dovrà fare i conti con alcune importanti scadenze politico-istituzionali.

Da poche settimane la legislatura ha compiuto due anni, ne mancano quindi tre alla sua scadenza naturale, ma in questi prossimi tre anni esistono alcuni momenti chiave che potrebbero essere determinanti e uno di questi più di altri: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica nel gennaio 2022. Prima di arrivare al momento clou, ci saranno ben altre scadenze importanti in questo – finora abbastanza sfortunato – anno 2020: dalle prime settimane di settembre si comincerà a mettere mano alla stesura della manovra 2021, ma per allora saranno stati messi in campo sicuramente altri provvedimenti economici per rafforzare la Fase 2 (o 3?) e non si esclude un nuovo scostamento di bilancio. La manovra deve essere presentata alla Commissione europea entro il 15 ottobre e alle Camere entro il 20 ottobre. Il varo deve avvenire entro il 31 dicembre.

Nei confronti dell’Unione europea il primo banco di prova saranno le decisioni che dovranno prendere i vari Paesi membri – e quindi in quale rapporto si porrà l’Italia – sui temi caldi del momento, ovvero il destino di Mes, Sure, gli investimenti della Bei e Recovery Fund, che potranno avere un impatto cruciale sulla ripresa economica e sociale del Belpaese. Va ricordato che dal 1 luglio il presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea sarà la Germania, che il Mes sarà già operativo, il Recovery Fund sarà presentato al Parlamento europeo il 27 maggio e al Consiglio Ue non prima di giugno, il Sure sarà disponibile da luglio, i fondi Bei dai primi di luglio.

Tornando alle faccende meramente di casa nostra, in autunno molte regioni dovranno tenere le elezioni per il rinnovo dei governatori, e tra queste Veneto, Campania, Liguria, Toscana, Puglia, Valle d’Aosta e Marche. La data non è ancora stata fissata, c’è chi parla di election day del primo turno delle regionali e di molti rinnovi dei sindaci con il referendum costituzionale sulla riforma del taglio dei parlamentari tra fine settembre e ottobre (e comunque entro e non oltre il 22 novembre). Ma alcuni governatori tra cui Zaia, Toti, De Luca ed Emiliano hanno chiesto di votare il prima possibile, anche a luglio. Per inciso, nel caso del referendum costituzionale, se l’esito sarà confermativo, dovranno passare altri due mesi prima che la legge possa essere applicata, per dare tempo al governo di esercitare la delega per la ridefinizione dei collegi. In caso di scioglimento delle Camere, dunque, solo due mesi dopo il referendum le eventuali elezioni anticipate potrebbero svolgersi eleggendo 600 parlamentari invece di 945, se il Parlamento venisse sciolto prima del referendum o dei due mesi successivi, invece, si eleggerebbero nuovamente 945 tra deputati e senatori. Per quella data potrebbe aver ripreso il suo cammino anche la riforma della legge elettorale, sulla quale la maggioranza ha trovato un’intesa per un sistema proporzionale con soglia di sbarramento il cui esame è stato avviato in commissione alla Camera.

 

Ludovico Stella

Foto © Financial Times, Ministero della Salute, Enpam, Twitter

Video © Eurocomunicazione

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