Impasse all’Eurogruppo. Domani nuova riunione. Italia fa appello a senso di responsabilità comune
Nulla di fatto. Dopo 16 ore di riunione in videoconferenza l’Eurogruppo non è riuscito a trovare la quadra. I diciannove ministri dell’Eurozona all’alba di oggi hanno ammesso che non c’è una proposta condivisa su come affrontare lo shock economico causato dalla pandemia. L’Europa ancora una volta si è arenata. Come nelle previsioni della vigilia, l’atto di coraggio di un piano complessivo di ampio respiro con la leva di titoli di debito comune chiesto da Italia, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo e altri, non c’è stato. Olanda (Paesi Bassi), Germania, Austria e Finlandia sono rimaste ferme sulla stessa posizione, per la verità trapelata già da qualche giorno. Ovvero, il ricorso a prestiti per 540 miliardi attraverso l’utilizzo dei tre strumenti già esistenti.
Il Mes (Meccanismo europeo di stabilità o Fondo Salva Stati) con una linea di credito al 2% del Pil per ciascuno Stato da restituire in 5/10 anni, 200 miliardi dalla Bei (Banca di investimenti europea) e 100 dal programma appena varato dalla Commissione, il Sure, per il sostegno al lavoro a tempo ridotto. Il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholtz insiste che si tratta di «una grande somma». Ma i Paesi del Sud ritengono queste misure insufficienti e non rispondenti alla realtà. Il clima è esasperato, le tensioni ancora molte. C’è preoccupazione. Quasi il Nord Europa non abbia consapevolezza di una situazione economica che diventa di giorno in giorno più drammatica. E che, per la straordinarietà che la caratterizza, ha bisogno di misure assolutamente nuove ed eccezionali. «Recovery bond e un Piano Marshall», va ripetendo da giorni il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni.
Mentre il ministro delle finanze olandese Wopke Hoekstra ancora stamattina ostinatamente riferiva che «è troppo presto per un pacchetto completo. Quella che viviamo», ha dichiarato, «è innanzitutto una crisi sanitaria. Servono solo fondi extra». Parole che impressionano. Il muro eretto da Olanda e Germania contro gli Eurobond resta alto. Ma l’Italia non cede. Il ministro Roberto Gualtieri fa un richiamo alla «responsabilità comune e chiede che la risposta europea sia all’altezza della situazione. È il momento della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise», ha detto. Fiducioso sembra il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mário Centeno. «L’Eurogruppo riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid 19». Chissà se domani sarà un altro giorno.
Annamaria Graziano
Foto © Consiglio europeo