Turismo, Enit: “Le prospettive per i viaggi a lungo raggio rimangono modeste”

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L’Unione europea si è occupata del coordinamento delle misure per far fronte alla crisi sanitaria e al suo impatto economico

Gli sviluppi delle ultime settimane per il settore dei viaggi e del turismo, positivi e negativi, sostengono ampiamente gli scenari analizzati. Le restrizioni hanno continuato ad attenuarsi in varie forme, in particolare per i viaggi all’interno dell’Unione europea. L’emergere di nuovicluster” di infezioni Covid-19 illustra i rischi al ribasso per la riapertura regolare delle frontiere e la ripresa dei viaggi. Nelle ultime due settimane, la Spagna ha reintrodotto le restrizioni di blocco in alcune parti della Catalogna e della Galizia in risposta all’aumento di nuovi casi. Sono stati segnalati aumenti delle infezioni anche in Paesi extraeuropei, in particolare negli Stati Uniti e in Brasile. Le prospettive per i viaggi a lungo raggio rimangono quindi modeste, con alcuni Paesi che forniscono linee guida più pessimistiche sulla riapertura dei loro confini di quanto inizialmente sperato. Si riducono le previsioni per i viaggi verso e all’interno dell’Italia (ovvero il totale dei voli internazionali e nazionali) di circa 3 punti percentuali per il saldo 2020. Alcune tendenze immediate più ottimistiche sono purtroppo compensate da un’aspettativa di restrizioni persistenti e da un indebolimento del contesto economico.

Per il 47,5% degli italiani che farà almeno un periodo di vacanza in questa estate 2020, molti soggiorni si svolgeranno a fine periodo, nei mesi di settembre e ottobre. Per contro, i villaggi turistici (46,2%) gli alberghi di categoria medio bassa (44,5%) e le abitazioni private in affitto accoglieranno le maggiori quote di vacanze del periodo tra luglio e agosto. Al top delle vacanze di fine estate le country house, i campeggi e le vacanze dai parenti. Sono alte però anche le prospettive di soggiorni a settembre e ottobre negli hotel dai 3 stelle in su (71,2%). Proprio qui gli italiani, inoltre, svolgeranno più che in altre tipologie un maggior numero di periodi di vacanza, il 7,2% sul totale delle partenze per 2 o più soggiorni. Seguono le abitazioni private in affitto e l’ospitalità di amici e parenti. Tiene il sogno straniero di una vacanza in Italia: dal web segnali positivi con 231milioni di interazioni e oltre 658mila reazioni di gradimento, 89mila di affetto, 340mila di empatia e 64mila di stupore per il Belpaese. Inoltre il tema turismo è finalmente tra i primi 10 temi web dominanti a livello internazionale e produce 370,7 milioni di visualizzazioni. Quindi nell’immaginario dei potenziali turisti stranieri, l’Italia torna ad essere la grande destinazione turistica che è sempre stata, in uno scenario sempre meno legato al Covid.

Alla luce delle nuove considerazioni generali nell’ambito dello scenario di base, si prevede che il totale dei visitatori (l’aggregato internazionale e nazionale) diminuirà del 44% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Ciò equivale a 51 milioni di visitatori. Quindi, si prevede che le notti turistiche totali diminuiranno di 165 milioni e le spese turistiche totali di 67 miliardi di euro. Gli impatti dovrebbero essere molto maggiori per gli arrivi internazionali (ovvero il turismo in entrata) rispetto ai viaggi nazionali. I visitatori internazionali pernottanti dovrebbero diminuire del 55% (pari a 35 milioni di visitatori) nel 2020. I viaggi internazionali sono diminuiti di oltre il 30% nel 2020 (ultimi dati disponibili), ma con una caduta maggiore prevista in media nel secondo trimestre. In confronto, si stima che i visitatori domestici diminuiranno del 31% (16 milioni) rispetto al 2019. Entro il 2023, si prevede che il turismo totale avrà recuperato – per superare leggermente – i volumi del 2019, con un totale di visitatori del 2% in più rispetto al 2019. Ciò è guidato dal turismo domestico, mentre entro il 2023 i visitatori pernottanti internazionali dovrebbero essere ancora leggermente inferiori ai volumi del 2019. Si prevede, inoltre, che l’impatto sul turismo interno sarà minore, e il recupero dalla recessione dei viaggi del 2020 sarà più rapido rispetto a quello internazionale perché tutte le restrizioni sui viaggi nazionali saranno ridotte prima di quelle per i viaggi dall’estero. Ma il costo dei viaggi interni è inferiore e vi è una significativa incertezza sull’economia e sulle rotte delle compagnie aeree (che sarà cruciale per i viaggi a lungo raggio). Si prevede che tutte le città italiane avranno un impatto significativo. Tuttavia, quelle che dipendono di più dai visitatori internazionali rispetto ai domestici dovrebbero essere maggiormente colpite dalla pandemia. Le proiezioni di Enit per tutto il 2020 vedono la montagna meno colpita dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d’arte (-49%) maggiormente dipendenti dai turisti provenienti da oltreoceano.

Il confronto internazionale mantiene l’Italia in una posizione intermedia: per arrivi internazionali dei turisti pernottanti con un calo previsto nel 2020 del -55% si posiziona in maniera meno competitiva della Spagna (-50%) e più in linea con la Francia e la media dell’Europa Occidentale (-52%). Rispetto ai Paesi mediterranei risulta, invece, più competitiva di Croazia (-68%) e Grecia (-58%), mentre è in linea con la Turchia (-55% come l’Italia). Alla data del 13 luglio, l’analisi delle prenotazioni aeroportuali estive, da luglio a settembre, in confronto con i competitor diretti Spagna e Francia, indica ancora un calo delle prenotazioni sia in Italia che negli altri Paesi analizzati, nonostante nel correre dei mesi estivi stiano aumentando le prenotazioni. In Italia si passa da oltre 85,8 mila a luglio, a quasi 84,2 mila ad agosto, alle circa 100 mila per settembre, con un evidente allungamento della stagione. Si contano nel complesso del periodo luglio-settembre 269 mila 870 prenotazioni di passeggeri aeroportuali internazionali per l’Italia, 313 mila 224 per la Spagna e 272 mila 868 per la Francia.

Dall’inizio della pandemia di Coronavirus, l’Unione europea si è occupata del coordinamento delle misure per far fronte alla crisi sanitaria e al suo impatto economico. Il calo del Pil è di oltre il 7% e si stimano 12 milioni di forze lavoro perse nel 2020 con il conseguente aumento della disoccupazione. La nuova sfida consiste nel lanciare un pacchetto di ripresa a lungo termine che rafforzi la coesione e la solidarietà. La Commissione ha proposto un rinnovato Quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il periodo 2021-2027 con un pacchetto da 750 miliardi per la ripresa economica, che sarà discusso nella sede del Consiglio europeo nelle prossime settimane. L’acquisto di bond dalle banche e dalle aziende da parte della Bce, con il relativo Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp) da 1.350 miliardi di euro, ha ulteriormente incrementato le capacità di finanziamento nell’Ue ed è stato concepito proprio per riportare l’inflazione al medio-termine. Al centro del dibattito c’è anche il tema della mutualizzazione del debito che sarà decisivo per gli sforzi di coesione e ricostruzione dell’economia dell’Unione europea. Le azioni intraprese si articolano su vari campi:

  • Il Parlamento europeo ha appoggiato un piano di ripresa da 750 miliardi di euro, il cui fulcro è il Green Deal europeo. Inoltre, l’intenzione del Pe è che il prossimo bilancio settennale si basi sulla ripresa economica per rimettere in sesto l’Europa.
  • La crisi del coronavirus ha messo alla prova la resilienza delle nostre infrastrutture sanitarie. EU4Health è un programma da 9,4 miliardi di euro volto a rafforzare i sistemi di assistenza sanitaria per affrontare con maggiore prontezza le minacce transfrontaliere alla salute.
  • Le misure di contenimento e la chiusura delle frontiere hanno messo in difficoltà molte piccole e medie imprese. Tramite il Fondo europeo per gli investimenti, è stato reso disponibile oltre un miliardo di euro per incentivare le banche a concedere prestiti a 100.000 imprese europee.
  • L’iniziativa Sure fornisce agli Stati membri fino a 100 miliardi di euro in prestiti per coprire i costi di lavoro a tempo parziale e regimi di cassa integrazione.
  • L’Ue coordina la riapertura graduale del turismo europeo e promuove l’Europa come destinazione dove viaggiare in sicurezza. Gli Stati membri possono ora introdurre regimi di voucher e prestiti per sostenere il turismo e le imprese.
  • A seguito del crollo finanziario del 2008, l’Ue ha adottato regole per aiutare le banche a superare le crisi. L’allentamento del regolamento sui requisiti patrimoniali fornirà alle banche la flessibilità necessaria, che permetta loro di concedere prestiti e assorbire le perdite dovute alla pandemia.
  • L’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, volta a supportare gli Stati membri, ha un valore totale di circa 37 miliardi di euro. Una flessibilità massima permette ai governi nazionali di investire i fondi dove sono più necessari.
  • In tempi di crisi, alcune imprese possono essere minacciate da scalate straniere e concorrenti finanziati da sovvenzioni pubbliche. L’Ue ha sollecitato gli Stati membri a vagliare le offerte che potrebbero mettere a rischio la sicurezza o l’ordine pubblico dell’Unione e a fare in modo che le regole della concorrenza leale valgano per tutti.

 

Ginevra Larosa

Foto © Travel Strokes, Sardegnaimpresa, Zf.ro, Tenstickers, Agenzia viaggi Monopoli,                     European affairs magazine

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