Il risultato elettorale conferma un esito prevedibile, tuttavia dopo molto tempo forte è la reazione di dissenso al governo
Aleksandr Lukashenko vince le elezioni e si riconferma presidente per il 6º mandato consecutivo. Secondo i risultati preliminari (Exitpoll), ha vinto con l’80,08% dei voti, questo in base ai dati comunicati dall’organo di stampa statale Belta. In questo modo, il presidente può continuare per altri 5 anni quel suo percorso che non si è mai arrestato dal 1994. All’indomani della vittoria, sono arrivate immediate le congratulazioni dalla Russia di Putin storico alleato, ma anche dalla Cina di Xi Jinping, visto l’intensificarsi negli ultimi anni dei rapporti commerciali tra i due Paesi. Il clima in Bielorussia però è di tutt’altro avviso e rimane elevata la tensione.
Ha ottenuto il 10,08% dei voti la sfidante di Lukashenko, Svetlana Tikhanovskaya, ex insegnante oggi casalinga moglie del blogger dissidente Serghei Tikhanovsky (arrestato a maggio dal governo Lukashenko, con accuse considerate da molti organi umanitari internazionali come “infondate”). Nelle ore successive alle comunicazioni dei risultati, in diverse città del Paese come Minsk, Brest, Vicebsk si sono radunate proteste spontanee che denunciano brogli e manipolazioni. Dinamiche, che sono sfociate in violenti scontri di piazza a tratti anche molto violenti. Secondo l’agenzia Ansa al termine della nottata il bilancio delle proteste a Minsk si attesta ad un morto, dozzine di feriti e almeno 200 arresti.
Invece secondo l’agenzia di Stampa nazionale Bielorussa «La polizia ha il controllo della situazione in relazione ad azioni di massa non autorizzate», citando il Ministero degli Interni di Minsk. Tuttavia, sono numerose le testimonianze soprattutto quelle sui social, che raccontano di forze dell’ordine che hanno sedato la protesta delle migliaia di manifestanti scesi in strada con le granate anti-sommossa, tafferugli che hanno portato a diversi feriti.
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Reazione in Europa
In Europa, i commenti sulle elezioni appena svolte sono molto critici. In Germania il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha affermato che le elezioni sono state caratterizzate da chiare irregolarità e dallo scarso rispetto degli standard democratici minimi. Inoltre ha definito come “deplorevole“ il fatto che non sia stato consentito agli osservatori OCSE di operare e condanna duramente l’uso della violenza contro i manifestanti pacifici. La Polonia invece richiede la convocazione di un summit d’emergenza dell’Unione europea su quanto sta accadendo in Bielorussia. In comunicato ufficiale il premier Mateusz Morawiecki ha dichiarato: «Dobbiamo dimostrare solidarietà e dare sostegno ai bielorussi nella loro aspirazione di libertà», invitando il Consiglio europeo di farsi carico della questione. Per quanto riguarda invece la Commissione europea «Non c’è posto in Europa per chi bersaglia e reprime con violenza chi protesta pacificamente. I diritti fondamentali in Bielorussia devono essere rispettati. Chiedo alle autorità di assicurare che i voti dell’elezione di ieri siano contati e pubblicati accuratamente» è quanto è stato comunicato via Twitter dalla presidente Ursula von der Leyen.
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— Eurocomunicazione (@Euro_comunica) August 10, 2020
James Sekitoleko
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