In tutta la Polonia manifestazioni contro l’ultima sentenza anti aborto

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Poliziotti e militari dispiegati nella capitale a seguito degli scontri tra contestatori e attivisti di estrema destra per più di dieci giorni consecutivi di proteste

Le proteste sono iniziate quando il 22 ottobre il Tribunale costituzionale, riformato dal partito ultracattolico Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość, PiS), e in linea con la volontà di questo partito, ha dichiarato illecita l’interruzione volontaria della gravidanza (aborto) nei casi di grave malformazione fetale, giudicandolaincompatibilecon la Costituzione.
Secondo i dati ufficiali, in Polonia ci sono ogni anno meno di 2.000 aborti legali ma gli aborti illegali o all’estero sono stimati, dalle organizzazioni femministe, a oltre 200.000 all’anno. La Polonia, un Paese di 38 milioni di persone con una forte tradizione cattolica, ha già una delle leggi anti-aborto più restrittive d’Europa.

Solo in 3 casi è ora possibile l’aborto

Dal 1993, in questo Paese, l’aborto è consentito solo in tre casi: quando la salute di una donna è minacciata, in caso di stupro e in caso di malformazione del feto. Il PiS, il partito di governo ultraconservatore, da tempo vuole bloccare le ultime possibilità legali dell’aborto e aveva già proposto una legge in questo senso nel 2016 e una successiva nel 2018 respinte entrambe dal Parlamento, proprio grazie alle proteste dei cittadini.
ll partito al potere per rendere esecutiva la legge si è rivolto questa volta alla Corte Costituzionale . Il controllo che da qualche mese il governo polacco esercita sulla Corte costituzionale è stato sanzionato nel luglio 2019 dall’Unione europea.

Cosa cambierà

La decisione della Corte Costituzionale vieterà l’aborto, tranne che nei casi di stupro e incesto, o quando la vita della madre è in pericolo. Il governo ha difeso la decisione, dicendo che porrà fine agli “aborti eugenetici”, ma le organizzazioni per i diritti umani insistono sul fatto che con questa sentenza le donne saranno obbligate a far nascere dei bambini che non potranno poi comunque sopravvivere perchè malformati.

Venerdì 31 ottobre il presidente della Repubblica (dal 2015) Andrzej Duda (nella foto a sinistra, ndr) ha proposto un progetto di emendamento all’attuale legge che, secondo il primo ministro Mateusz Morawiecki, «risolve i dilemmi e le preoccupazioni sollevate dalla gente».
Il disegno di legge vieterebbe comunque l’aborto in caso di feti malformati, a meno che gli esami medici non mostrino un’alta probabilità che il bambino sia nato morto o che abbia una malattia o un difetto terminale.
La deputata dell’opposizione liberale Katarzyna Lubnauer ha definito la proposta inaccettabile“.

Ancora proteste

Nuove manifestazioni si sono svolte in Polonia lunedì 2 novembre, prima della pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale che ne sancisce ufficialmente l’approvazione.

Il primo ministro Mateusz Morawiecki (nell’immagine a destra) lunedì ha invitato i manifestanti a dialogare, aggiungendo che non potevano esprimere il loro disaccordo nelle strade a causa del rischio di diffusione del coronavirus. Le organizzazioni per i diritti delle donne che sostengono i raduni subiscono delle azioni legali, essendo ogni raduno di più di cinque persone sulla strada pubblica attualmente vietato a causa della crisi sanitaria.

Attacchi anche alle chiese

Molteplici sono stati negli ultimi giorni anche gli attacchi alle chiese cattoliche durante la celebrazione delle messe, definiti dai funzionari governativi come atti dibarbarieevandalismo“.
La sentenza del Tribunale costituzionale di Varsavia relativa all’illiceità dell’aborto nei casi di grave malformazione del feto «costituisce la conferma del dettame costituzionale» ed «è fedele alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo», ha affermato il presidente dei vescovi polacchi Mons. Stanisław Gądecki che denuncia come alcuni gruppi di pressione finanziaria e ideologica «promuovano il diritto all’aborto» su vasta scala «per ottenere dei profitti a livello politico».
Tuttavia la Chiesa – ha anche aggiunto il presidente dell’episcopato di Polonia – «non deve stringere alleanze con alcuna corrente politica» in quanto «ha la propria missione salvifica e ha l’obbligo di difendere la verità rivelata senza scendere a patti, in base a tale verità costruendo l’ordine di Dio nel mondo che la circonda».

 

Rossella Vezzosi

Foto © OKO press, Gazeta Prawna, TVP Info, TVP Bydgoszcz

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