Gli altri eroi della notte di Vienna

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Due musulmani turchi e un palestinese protagonisti mentre l’Ue dichiara guerra all’Islam politico

Due giovani austriaci di origine turca e un palestinese si sono comportati da eroi della notte degli attacchi di Vienna, poi rivendicati dall’Isis: Mikail Ozen e Recep Tayyip Gultekin, e il giovane palestinese, Osama Joda, non hanno esitato e sono accorsi in aiuto delle persone ferite o in fuga, e del poliziotto gravemente ferito a cui il terrorista aveva sparato.

L’ultima serata prima del lockdown

Mikail Ozen e Recep Tayyip Gultekin avevano programmato di “bere un ultimo caffè” insieme, nella vivace Schwedenplatz, prima che entrasse in vigore il lockdown. Lunedì sera intorno alle 20 i due amici stavano per parcheggiare quando hanno sentito gli spari. Gultekin ha visto una donna sdraiata per terra, è saltato fuori dall’auto ed è accorso in suo aiuto. A terra c’erano «persone stese e coperte di sangue». C’era una signora anziana in preda al panico che cercava un posto dove nascondersi e hanno visto un poliziotto ferito che giaceva a terra: «Stava morendo dissanguato. Ci siamo guardati brevemente e abbiamo detto “corri”», ha raccontato Ozen. «Non c’era altra scelta che intervenire».

Il poliziotto ferito

I due uomini hanno aiutato a trasferire il poliziotto all’ambulanza, sostenendolo sotto le spalle mentre gli spari continuavano. Ma prima che i due potessero trascinarlo, il giovane palestinese lo aveva già messo in salvo dietro una panchina di cemento e gli aveva prestato i primi soccorsi. Il giovane aveva già fatto notizia, in Austria: l’anno scorso lui e la sua famiglia volevano comprare una casa a Weikendorf, ma erano stati respinti dal sindaco perché musulmani. Ozen è un lottatore semiprofessionista di arti marziale da dieci anni, non ha quasi mai paura. «Certo che ieri avevo paura, ero pieno di adrenalina. Ma la paura ti fa fare cose che altrimenti non saresti in grado di fare», ha raccontato al quotidiano austriaco Kurier.

Le parole dei ragazzi e la chiamata di Erdogan

«Noi musulmani di origine turca aborriamo ogni tipo di terrore. L’Austria è la nostra casa. Vorremmo aiutare in qualsiasi momento. Faremmo lo stesso oggi. Un vero musulmano detesta ogni tipo di terrore. La nostra cultura ci dice, non importa in quale Paese vivi, se vivi lì, a quella appartieni e lì devi osservare la legge». I due hanno lanciato un appello all’unità di «ebrei, cristiani e musulmani» che è stato rilanciato da molti media austriaci. Anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiamato i due ragazzi per congratularsi con loro.

I numeri del terrore

Il bilancio dell’aggressione è di 4 morti, oltre al killer (due anziani, un giovane e una cameriera) e 22 feriti, tra cui un poliziotto che ha cercato di intervenire. Nel frattempo in tutto il Paese le forze dell’ordine hanno fermato altre 14 persone, che hanno legami con l’attentatore, e portato a termine 18 perquisizioni. Due arresti sono stati effettuati anche in Svizzera, mentre il quotidiano tedesco Der Spiegel ha rivelato che l’attentatore era in contatto con jihadisti tedeschi.

Ue contro l’Islam politico

Ferma la condanna da parte del cancelliere austriaco Sebastian Kurz che ha poi invitato l’Unione europea a lottare contro l’Islam politico che rappresenta unaminacciaallo stile di vita europeo. Altrettanto ferma la condanna degli altri leader, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, che si è trovato a dovere affrontare situazioni simili nei giorni scorsi con l’uccisione del professore Samuel Paty e l’attentato di Nizza. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha invece definito il terrorismo islamico «il nostro nemico comune». In Austria sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale e oggi il Paese ha osservato un minuto di silenzio nelle sedi delle istituzioni.

 

Claudia Lechner

Foto © Kurier, Takvim, Nau

Video © Eurocomunicazione

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