Da mostrare agli aspiranti giornalisti il testo dello scrittore partenopeo: intuito, fonti primarie, interviste. E una tesi che arriva dritta al punto
Oltre centotrenta pagine per analizzare una vasta mole di documenti, ascoltare testimoni diretti e stendere un’inchiesta da mostrare ad aspiranti giornalisti.
“Pescirossi e pescicani” (Minimum fax, 139 pagine, 15 Euro, acquistabile su Amazon), di Sandro Di Domenico, giornalista e scrittore, è tutto questo e anche altro.
È l’abilità professionale di questo giovane giornalista napoletano. Il quale supera lo scetticismo dei suoi direttori, segue l’istinto e l’intuito e arriva dove aveva immaginato. A svelare, cioè, la fitta trama, spesso oscura, riguardante i traffici illeciti di rifiuti speciali.
Pescirossi e pescicani
Traffici portati avanti su enormi navi che solcano il Mediterraneo, il Canale di Suez, l’Oceano Indiano. E che si chiamano tutte “Jolly” (Nero, Rosso, Rubino e via dicendo) e appartengono tutte alla stessa compagnia di navigazione. Di Domenico mette in fila gli elementi di cui dispone girando l’Italia e visitando i luoghi in cui questi cargo hanno prodotto incidenti con pescherecci e disastri ambientali. La sua azione parte dal Golfo Napoli, nell’agosto del 2011, e si dipana tra Amantea, La Spezia, Genova, Livorno, scoprendo dettagli che arricchiscono sempre più lo scritto e danno sempre maggior valore alla sua intuizione iniziale.
Prosa asciutta, quella di Di Domenico. Essenziale ma non per questo povera. Al contrario, il libro è pieno zeppo di descrizioni di ambienti, di facce, di espressioni, di momenti. Di tragedie, anche. Un’ottima struttura narrativa, avvalorata dall’esposizione di fonti primarie – quali possono essere gli atti giudiziari – o da interviste che egli stesso conduce ai protagonisti.
Manovre errate, imbarcazioni in fiamme o in panne, spaventosi disastri ambientali. Il risultato, all’interno di una tela di interessi troppo spesso inconfessabili, è una lettura gradevolissima. Una conferma che anche nell’era delle news superveloci, un libro può essere strumento di informazione. Un’inchiesta vera e propria, che non toglie però spazio alla parte più romantica e sentimentale che il mare sa regalare. Un’inchiesta che Sandro Di Domenico sa stendere come si stende una tovaglia prima di apparecchiare.
Domenico Bonaventura
Foto © Sandro Di Domenico (Facebook)