Tutti per 1 – 1 per tutti, il film del giorno di Natale

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Divertimento, fantasia e libertà al centro della pellicola per la tv firmata da Giovanni Veronesi

Goliardici ma forse un po’ arrugginiti, tornano i Moschettieri in una nuova avvincente storia. Tutti per 1 – 1 per tutti, di Giovanni Veronesi è un film fantasy per le famiglie da vedere il giorno di Natale in esclusiva su Sky.

Scenografia, ambientazione, musica e un cast eccellente sono gli ingredienti di un film che conquista.

L’inizio

«Che possiamo fare in vacanza per divertirci? Leggere i libri per esempio. Noi siamo abituati a leggere dai nostri telefonini messaggi brevi, parole tagliate, parole troncate… Se dovete leggere messaggi brevi, leggete poesie. Le poesie possono essere brevi a volte. Vorrei salutarvi con le parole di un poeta: cantate, sognate, siate liberi. Cyrano de Bergerac».

Palestra di una scuola. Bambini con la mascherina. Un professore saluta i suoi alunni alla fine dell’anno con queste parole. Questo ci introduce a una storia divertente e dolce che fa da sfondo a un amore speciale tra due bambini.

È un racconto dove alla commedia si uniscono trame romantiche e avventurose che contribuiscono a disegnare una fiaba, perfetta per la programmazione natalizia.

Sarete coinvolti dall’avvincente susseguirsi di rocambolesche vicende, arricchite da nuovi e originali personaggi. Al centro ci sono i due bambini e la loro contrastata e tenera storia d’amore.

La storia

D’Artagnan (Pierfrancesco Favino), Porthos (Valerio Mastrandrea) e Athos (Rocco Papaleo) vengono richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) per un’ultima missione segreta. Così, guidati da una veggente molto particolare, Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una nuova avventura che intreccerà i destini della piccola principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta d’Inghilterra (Anna Ferzetti) e Buffon (Federico Ielapi), giovanissimo e riccioluto orfanello.

Lo spettatore seguirà sfide coinvolgenti e incontri fantastici, come quello con Cyrano (Guido Caprino) per arrivare ad affrontare la più difficile di tutte le prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella all’amicizia.

I personaggi

Pierfrancesco Favino interpreta l’animo semplice, incantato di un fanciullo nel suo D’Artagnan, forse la migliore spada di Francia. Inventa il mondo a immagine e somiglianza dei suoi sentimenti. Stessa cosa avviene per il suo linguaggio, un idioma misto di francese, creolo, sardo, marchigiano, messi insieme da enormi quantità di refusi e neologismi. A volte sembra non capisca dove si trova e cosa debba fare. Ma una cosa lo guida sempre, i suoi valori, la fedeltà alla Regina, la lealtà verso i suoi amici, il Codice Cavalleresco, il mito dell’Amor Cortese.

Porthos, alias Valerio Mastrandrea, è stato ed è tutt’ora il più forte di tutti. Disincantato, trova nell’incontro con Uno e con Tomtom tutto ciò che l’amore può scuoterlo dal suo torpore e riportarlo alla felicità.

Athos (Rocco Papaleo), il capo dei Moschettieri, ovvero l’autorità politica, il garante del loro giuramento al Regno. Acuto, colto, forse un po’ stanco, attraversa la sua ultima missione travolto da una labirintite probabilmente psicosomatica che gli fa perdere ogni punto di riferimento geografico e morale. È l’ultimo a liberarsi del mantello crociato ma è anche quello che, quando lo fa, lo compie con autentica e sincera consapevolezza.

C’è poi l’originale Tomtom (Giulia Michelini), una semplice vagabonda catturata e fatta impazzire dai tecnici del Louvre per farne un navigatore satellitare umano, oltre che una chiaroveggente. Pazza ma anche capace di superpoteri futuristici, si innamora di Porthos, l’unico che capisce segretamente il suo linguaggio e condivide la sua follia.

Incontriamo anche Cyrano de Bergerac (Guido Caprino), poeta guascone, forte spadaccino che nell’ambientazione del Seicento del film è passato in clandestinità e diventato il capo della Corte dei Miracoli, una banda di teatranti irregolari che semina il panico tra le campagne intorno a Parigi, attaccando il potere e chi lo rappresenta. Antagonista dei Moschettieri, diventerà il loro mentore.

Enrichetta d’Inghilterra (Anna Ferzetti), il male che non sa di essere tale, l’abuso di potere e la trama di palazzo fatti persona.

Bravissimi i due bambini protagonisti dell’originale storia. Uno/Buffon (Federico Ielapi), un bambino timido e sognatore, innamorato di Ginevra, antagonista naturale del mondo degli adulti che gliela vuole portar via. Appassionato lettore di fiabe e di cappa e spada, si rifugia nel mondo dei Moschettieri per ottenere giustizia e scopre che perfino il mondo della fantasia è governato dalle leggi degli adulti.

La principessa Ginevra (Sara Ciocca) ricambia l’amore di Uno ma, rispetto al suo amico, avverte di più la chiamata delle responsabilità del mondo degli adulti. È questo che la mette in condizione di “dover essere salvata”.

La regina Anna d’Austria (Maergherita Buy) è la zia di Ginevra e vorrebbe proteggerla dalla severità della Storia ma non può. La donna più potente della nazione che in realtà sembra stanca del suo ruolo e nulla può, quantomeno riguardo ciò che vorrebbe veramente.

Incontriamo Beghelì (Giulio Scarpati), che ha tutto il Seicento addosso: occhio di vetro, uncino al posto della mano, gamba di legno, mille cicatrici. L’aspetto così spaventoso nasconde un animo tenero, abbastanza da trattenerlo dall’intervenire in aiuto di Uno proprio quando ne ha più bisogno.

Nel film compaiono anche due cari amici del regista, Adriano Panatta e Giuliano Sangiorgi.

Sky Original, un nuovo modo di vivere il cinema

«Questo film è per noi un nuovo debutto» – ha dichiarato Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia – «anzi una nuova missione, come quella dei Moschettieri. Questo è il primo dei nuovi film Sky Original, un brand che per molti è ormai sinonimo di serialità d’alto livello, contenuti pensati per un pubblico esigente come quello di Sky e caratterizzati da alti standard produttivi. La sfida di estendere questo modello vincente anche ai film, parte da qui e presto coinvolgerà altri grandi nomi del cinema italiano e internazionale».

Iniziare con un film come Tutti per 1 – 1 per tutti, prodotto da Vision Distribution e Indiana, ha un significato speciale, perché il primo film Moschettieri del Re, è stato tra i più visti dagli abbonati Sky. «Vogliamo coinvolgere i migliori talenti del cinema davanti e dietro la macchina da presa, anche in questo nuovo perimetro editoriale» – ha concluso – «per far sì che Sky sia sempre di più la casa del Cinema».

Le dichiarazioni in conferenza stampa

«Tutti per 1 è uno Sky Original e inaugura una linea di film originali che porteremo avanti in tutto il 2021 e nel futuro di Sky, per noi è un privilegio averlo il giorno di Natale» – ha precisato Maccanico – «Libertà editoriale ma anche di posizionamento. La nostra idea complessiva è costruire film che possano avere modelli di fruizione diversi. Adatti alla sala e che possano arrivare anche sulla piattaforma, con o senza Vision direttamente. Credo sia il modo migliore per continuare a far crescere il cinema in un momento storico nel quale la possibilità di fruire contenuti si è moltiplicata. Il cinema non deve subire questa cosa, ma se ne deve approfittare. Ci saranno film che nasceranno per la sala e verranno celebrati con il rito collettivo della sala e ce ne saranno altri che, per motivi editoriali e strategici, arriveranno direttamente sulla piattaforma di Sky».

«Definiamo con orgoglio questo film una splendida avventura» – ha evidenziato Fabrizio Donvito, partner & CEO Indiana Production S.P.A. – «portare a termine in un anno come il 2020 un progetto di tali ambizioni e caratteristiche non era per nulla scontato. Dalla decisione di dare un seguito alle imprese dei Tre Moschettieri e dalle intuizioni del regista Giovanni Veronesi ha preso vita un film unico».

«Il vero Dumas l’ho conosciuto tardi, ho letto i  suoi libri 5 anni fa quando ho deciso di fare il film» – ha spiegato Giovanni Veronesi – «Non è un libro per ragazzi, è una lettura difficile, politica riguarda l’epoca. Il finto Dumas l’ho conosciuto fin da piccolo, attraverso le edizioni dei Moschettieri per ragazzi e i disegni».

Si sofferma poi riguardo la scelta musicale de La Cura di Franco Battiato. «Credo che sia la canzone d’amore per antonomasia degli ultimi 30-40 anni» – ha sottolineato il regista – «È una canzone straordinaria. Avendo fatto un film sugli amori impossibili e incredibili mi sembrava perfetta. Devo dire la verità, la carica finale dei Moschettieri l’ho sempre immaginata e sognata con questo accostamento musicale originale. Le musiche sono state realizzate da Checco Zalone insieme a Saponari e Iammarino. La scelta è orientata sull’ironia. Poi si aggiunge l’improvvisazione dei tre attori in momenti esilaranti che sono venuti sul set».

Il concetto di fantasia e di libertà sono al centro della scena del film e gli attori hanno raccontato cosa rappresentano per loro.

«La libertà mi piacerebbe fosse svincolata dalla fantasia che fosse qualcosa che abbiamo la possibilità di esprimere indipendentemente dalle condizioni che ci circondano in questo momento» – ha dichiarato Favino – «I personaggi di questo film sono degli eroi perché riescono a svincolarsi dalle loro vite dai loro giuramenti. Ho la fortuna di vivere in un’epoca in cui la libertà dovrebbe essere garantita. Questa è una delle cose per le quali ho scelto di fare questo mestiere. Mi piacerebbe poterla esercitare di più».

«Credo che la fantasia sia uno dei motivi per cui molti di noi fanno questo mestiere. La libertà come concetto è molto più importante. Per come la intendo io, mi piace che un film abbia questi ingredienti e li tratti in maniera ironica» – ha precisato Mastrandrea – «credo che il cinema abbia questo compito: portarti da un’altra parte e farti vedere le cose come non le hai viste. Il film è pieno di altri temi. Abbandonare il ruolo per inseguire un ideale. Molto spesso l’ideologia è considerata quasi una parolaccia negli ultimi 20/30 anni. Avere degli ideali non è per niente male soprattutto se questo ti permette di fare delle scelte verso gli altri. Il film parla dello stare insieme. Questo momento storico che stiamo vivendo divide il mondo in due persone: quelli che pensano solo a se stessi e quelli che pensano a se stessi in mezzo agli altri. Credo, e spero, che il futuro sia di questi ultimi».

«C’è una frase che mio figlio piccolo mi disse: lo sai che la fantasia mi consola? Ecco, io ho trovato che in quell’espressione di un bambino di 7 anni ci sia la scappatoia che la fantasia ci concede rispetto alla realtà» – ha rivelato Papaleo – «Siamo spesso consolati dalla fantasia. Nella fantasia a volte io trovo la mia libertà».

«C’è tanto di me da piccolo in quel bambino» – ha confidato Veronesi – «Credo che aspettassi da tanto tempo di poter fare un film con dei bambini come protagonisti. Accoppiarlo ai Moschettieri mi sembrava molto bello perché loro sono i supereroi dei bambini. Metterli insieme mi sembrava una formula giusta».

Questo film arriva in un momento in cui c’è davvero bisogno di ironia e leggerezza, come ha concluso Favino, e forse proprio di una carezza si tratta.

«Noi attori spesso ci releghiamo nei termini del probabile, del possibile» – ha concluso Favino – «Mai come in questo momento credo ci sia bisogno di sconfinare nell’improbabile. Ciò che amo di più in questo film è la linea demenziale. Il fatto che contemporaneamente sei un bambinone nel Seicento ma il tuo riferimento è tutto lo scibile umano e te ne prendi contemporaneamente gioco. Questa cosa qui penso sia vitale. Per questo amo molto D’Artagnan perché mi dà modo di non essere confinato all’interno di una cosa che sia solo probabile. E mi riporta a un’idea di gioco infantile. Alla fine sta alla base della mia scelta di fare questo mestiere».

 

Alessandra Caputo

Foto © scena: TullioDeorsola / photocall: Enrico Giorgetta

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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