Europa, 180 milioni di dosi di vaccino in meno potrebbero costare la vita di molti cittadini

1
869
Europa

Le ragioni del taglio celate in un contratto secretato di cui l’Unione chiede la pubblicazione

Questione di precedenze o di preferenze?

Questa è forse la domanda che l’Europa si pone, con i suoi 446 milioni di abitanti, dopo le notizie diffuse dal quotidiano La Repubblica e rilanciate a strettissimo giro dal The Guardian.

Dei 300 milioni vaccini (+ 100 in una tranche successiva) che spettavano all’Europa da contratto, ora sotto la lente di ingrandimento, ne arriverà in ritardo, secondo le dichiarazioni del CEO aziendale Pascal Soriot rilasciate il 22 gennaio scorso, il 60%.

La percentuale corrisponde a 180 milioni di dosi di vaccino, la cui mancanza colpirà 90 milioni di persone, equamente suddivise sul territorio comunitario.

Sbilancio morale

VACCINAZIONE COVID-19

In trepidante attesa dell’approvazione dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali, dall’acronimo inglese European Medicines Agency) del vaccino prodotto dalla azienda britannico svedese Oxford/AstraZeneca, gli abitanti del Vecchio Continente – da cui il Regno Unito si è recentemente allontanato politicamente – hanno appreso con sgomento del taglio della fornitura di vaccini disponibili per il primo trimestre 2021.

Si stima che saranno soli 17 milioni le dosi in arrivo entro fine febbraio. Di queste, 3 milioni e quattrocentomila saranno destinate all’Italia.

A rendere più difficile la digestione di questa ulteriore allarmante notizia sui vaccini sono il tono e le parole di Soriot, che afferma che nel contratto si parli di massimo sforzo a rispettare gli accordi, e non invece di impegno. D’altro canto, dicono si tratti di una formula standard utilizzata nei contratti relativi a prodotti in fase di sviluppo.

Diversa la posizione con il Regno Unito, con il quale l’impegno preso verrà rispettato.

Occorre una soluzione diplomatica

Le ragioni, se di ragioni si può parlare, del differente trattamento sta – secondo lo stesso Soriot – nei diversi accordi contrattuali stipulati con la Gran Bretagna a maggio e con l’Europa ad agosto. Da una parte c’è la priorità data al Regno Unito, che oggi sembra divenuta esclusività, dall’altra la promessa di fare il meglio per onorare l’accordo preso con i Paesi comunitari.

Ma l’Europa conosceva la sua posizione di rimessa, quella che ora appare come uno sberleffo dinanzi alle dichiarazioni dell’imminente fornitura di 100 milioni di dosi di vaccino al Regno Unito?

Copertura vaccinale

EUROPA

Il Regno Unito, dove il vaccino Oxford/AstraZeneca è stato approvato alla fine di dicembre, ha già somministrato le prime dosi di vaccino, coprendo circa il 10% degli adulti, e prevede di vaccinare entro la metà di febbraio i più vulnerabili – oltre 15 milioni di persone.

L’Ue ha invece raggiunto solo il 2% della popolazione. Questa forbice si misura in numero di morti, e in soldi: vaccinazione di massa significa infatti (anche) ripresa economica del Paese.

Obblighi da rispettare

Martedì, in un discorso al Forum Economico Mondiale di Davos, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha manifestato la sua rabbia per l’approccio di AstraZeneca: «l’Europa ha investito miliardi per aiutare a sviluppare i primi vaccini Covid-19 al mondo. Per creare un bene comune veramente globale».

E continua: «ora, le aziende devono fornire i vaccini», ciò al di là di ogni questione legata alle difficoltà di produzione e alla dislocazione territoriale delle aree produttive. Se gli impianti del Regno Unito funzionano e quelli comunitari no, poco importa, le aziende devono comunque «onorare i loro obblighi».

Del resto, AstraZeneca non smentisce, avendo dichiarato che: «ogni catena di fornitura è stata sviluppata con il contributo e gli investimenti di Paesi specifici o organizzazioni internazionali sulla base degli accordi di fornitura, compreso il nostro accordo con la Commissione europea».

Riunione mancata?

Relazioni istituzionali difficili manifestate a causa della confusione sulla tempistica dell’incontro di ieri sera tra l’Unione europea e AstraZeneca, hanno aggiunto tensione.

Secondo l’Agenzia Reuters, infatti, alcuni funzionari dell’Ue hanno dichiarato che l’azienda nel pomeriggio si era ritirata dalla riunione virtuale programmata, smentiti da un ministro austriaco che ha detto che l’incontro, in realtà, era fissato per oggi.

Questo balletto sarebbe tutto sommato normale, se non fosse giunta una ulteriore comunicazione: AstraZeneca ha comunicato la sua partecipazione all’incontro, come previsto.

Un altro segno di attrito ha sparigliato le carte. Funzionari dell’Ue hanno affermato che i dettagli rivelati da Soriot su capacità di produzione e clausola di best effort erano riservati, alludendo alla possibile violazione del contratto.

In questa giornata complessa non è mancato un intervento importante, giunto con la voce di Bill Gates.

Il filantropo d’oltreoceano ha svelato alla Reuters il suo pensiero: «se sei un’azienda farmaceutica che non ha prodotto un vaccino, non sei sotto pressione. Ma quelli che hanno fatto il vaccino, loro sono stati attaccati».

 

Chiara Francesca Carafffa

Foto © Oxford/AstraZeneca, Ansa, European Union

Articolo precedenteTiscali: servizio internet? Funziona sì e no. Gli utenti protestano
Articolo successivoItalia in Bulgaria: intervista alla nuova Ambasciatrice Giuseppina Zarra
Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

1 commento

  1. Bell’articolo che spiega chiaramente i punti chiavi di una situazione complessa nascosta dietro burocrazia e contratti segretari che mette in gioco il popolismo, Covid, nazionalismo dei vaccini e Brexit. Speriamo in una soluzione equa con i nostri amici Astrazeneca. Sarà interessante sapere come si sviluppa la situazione nei prossimi giorni con la stessa chiarezza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui