Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politica

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Gheorghe Cavcaliuc

Il progresso moldavo è zavorrato da una sistematica illegalità e corruzione. L’Ue promette aiuti ma pretende profonde riforme strutturali

La Repubblica di Moldavia è lo Stato europeo con il Pil più basso, anche per una corruzione sistematica che ne ha bloccato il pieno sviluppo. Esemplificativo è lo scandalo del 2014, quando dalle tre principali banche del Paese è sparito un miliardo di dollari, pari al 12% del Pil.

La corruzione politica

Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politicaE le cose non vanno meglio ora: secondo molti analisti internazionali il Parlamento attuale è il più corrotto della breve storia di indipendenza del Paese. «Sono noti scandali come la compravendita di deputati», racconta Gheorghe Cavcaliuc, ex commissario di polizia e fondatore nel 2019 di PACE (Partidul Acasă Construim Europa), partito europeista e liberale. Non solo, «i leader politici ne parlano apertamente», ostentando l’impunità. Alcuni deputati sono stati addirittura «sequestrati o costretti a votare per convalidare il mandato di quelli con problemi legali».

La giustizia non riesce a seguire il suo pieno corso, «troppi criminali sono rilasciati dopo un breve periodo di tempo». La questione è di volontà politica, chi deve vigilare spesso è più o meno direttamente coinvolto, generando un senso di sfiducia nelle istituzioni. Questo avviene «anche solo per mancanza di carattere», spiega Cavcaliuc, che nei trascorsi in polizia ha visto lunghe indagini bruciate da «fughe di notizie».

Il traffico di uranio arricchito

Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politicaCavcaliuc è però anche salito alle cronache per importanti successi. Tra il 2010 e il 2011, da commissario della capitale moldava Chişinău, è stato a capo delle operazioni che hanno sventato un incredibile traffico di uranio e materiale radioattivo. Come in un film di spionaggio, ci sono stati quattro tentativi di smercio nel giro di cinque anni. All’epoca dei fatti, la Moldova non aveva nemmeno una legislazione per affrontare questo genere di crimini, che, appunto, erano inimmaginabili. «Ci siamo rivolti all’ambasciata Usa», racconta Cavcaliuc, «ci hanno fornito esperti di formazione del personale e apparecchi per la misurazione dell’uranio-238 arricchito».

I rischi per la salute pubblica

L’operazione del 2011 è avvenuta in pieno centro a Chişinău. Il 27 giugno di quell’anno alcune persone sono state fermate all’esterno di una banca con una fiala contenente uranio-235 arricchito. Se qualcosa fosse andato storto, l’irradiazione di particelle avrebbe potuto causare una catastrofe, lasciando l’area infetta per decenni.

I danni del contrabbando

Il contrabbando, di narcotici, sigarette, altre merci illegali o contraffatte, è un flagello strettamente legato alla corruzione, che se non arginato si espande ai confinanti. L’Unione europea è troppo spesso meta finale non solo di questi traffici, ma anche della tratta di esseri umani. Da Moldova e Romania (quindi già Ue), transitano queste persone destinate allo sfruttamento sessuale o lavorativo, provenienti soprattutto da Repubbliche ex sovietiche e dall’Asia.

Gli aiuti europei non sono incondizionati

Ecco perché per l’Europa diventa centrale aiutare la Moldova, che non fa parte dell’organizzazione continentale ma è comunque strettamente interconnessa alla Romania. L’Ue è pronta a intervenire su due piani, quello più contingente per l’emergenza pandemica di Covid-19 e quello più radicato, che riguarda corruzione e contrabbando. Il pacchetto di aiuti è condizionato, l’Ue pretende che la Moldova intervenga con riforme sostanziali che puntino a sradicare la diffusa illegalità. Tutto questo, però, in un contesto politico dove, ai problemi storici, si aggiunge una crisi parlamentare. La presidente Maia Sandu, infatti, non gode della fiducia della maggioranza dei deputati, che appartengono ad altri schieramenti. I lavori rischiano quindi di rimanere paralizzati a lungo.

PACE, opposizione e proposte

«Bisogna sbloccare il processo decisionale», attacca il presidente di PACE Cavcaliuc, che da poco più di un anno ha portato l’impegno nella lotta alla corruzione sul piano politico. «Serve la creazione di un sistema funzionale, perché la corruzione è più l’effetto che il problema in sé», spiega. Per Gheorghe Cavcaliuc e il suo partito «una regolamentazione troppo complicata crea le basi perché la corruzione si sviluppi tra i dipendenti statali. Semplificare le normative diminuirebbe drasticamente questi rischi», nel fisco come negli uffici doganali.

Trasparenza e digitalizzazione

«Dobbiamo rendere i processi trasparenti, se le persone torneranno a fidarsi delle istituzioni allora tutto potrà svilupparsi, economia, istruzione, sanità, turismo, cultura», prosegue Cavcaliuc. Una questione su cui PACE insiste è l’implementazione dei File Elettronici, «un modello efficace contro la corruzione». Il sistema prevede la digitalizzazione dei fascicoli civili e penali, con una maggiore verificabilità e facilità di consultazione, «la sua semplicità ne garantisce l’efficienza». Ogni interferenza o falsificazione sarebbe tracciabile, facendo da deterrente, mentre così «il lavoro dei funzionari onesti sarebbe protetto».

Abolizione dei privilegi

Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politicaUlteriore aspetto che necessita interventi decisi, diretta conseguenza dei temi trattati, è l’abolizione dei privilegi. PACE rivendica di essere l’unico partito ad avere un bilancio alternativo a quello approvato dal Parlamento. «Questo risponde alle sfide come deficit di bilancio, autonomia delle amministrazioni locali, sistema pensionistico, liberalizzazione economica, tagli alle spese superflue, istruzione e altro», spiega Cavcaliuc.

«Inoltre abbiamo rinunciato al copyright su alcuni programmi, inviandoli agli altri partiti affinché vengano implementati», aggiunge Cavcaliuc. Si parla, ad esempio, di efficienza sanitaria, adottando un sistema di interconnessione dati, registrazione di farmaci e prevenzione.

Conoscere per cambiare

Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politicaPer intraprendere la sfida politica non bastano idee, volontà o entusiasmo, «è necessaria un’ampia conoscenza delle questioni nazionali. Senza queste si può essere fuorviati, dalle campagne mediatiche, dalle voci o dalle interpretazioni della realtà. La precedente esperienza mi permette di non essere influenzato da questi fattori o dalle procedure già utilizzate in Moldova».

I trascorsi di Gheorghe Cavcaliuc gli hanno permesso una reale percezione dei problemi del Paese e di porre le basi per una cooperazione professionale internazionale. I mesi di indagini e i risultati contro il potenziale e pericoloso traffico di uranio hanno portato a importanti risvolti di lungo periodo.

Cooperazione internazionale

Sono stati firmati accordi bilaterali, istituiti gruppi di investigazione comune sotto l’ombrello di Europol, Interpol, Eurojust. «Ho personalmente avviato e partecipato a progetti regionali e continentali», prosegue Cavcaliuc. «Sono stato invitato come relatore non solo in patria, ma in mezzo mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, dal Vietnam al Canada. Ho tenuto lezioni davanti ai dipendenti di queste agenzie, che hanno una forte base teorica ma meno esperienza diretta».

Cavcaliuc è stato anche invitato dal CCR (Centro Elementi Transuranici) di Karlsruhe, in Germania, insieme a esperti da tutto il mondo. L’attenzione che la comunità internazionale ha posto su questi casi ha avuto ripercussioni positive. La Moldova ha colmato le lacune normative in materia; ottenuto da Unione europea e Stati Uniti finanziamenti e attrezzature speciali per le indagini; formato annualmente centinaia di ufficiali per gestire tali situazioni; creato un laboratorio apposito per le analisi sui materiali radioattivi e ha ristrutturato un magazzino specializzato. La condivisione di pratiche e conoscenze in materia è fondamentale nel contrasto alle grandi organizzazioni di crimine internazionale.

Transnistria e integrità nazionale

Le indagini sul contrabbando hanno evidenziato il coinvolgimento di un gran numero di attori: cittadini moldavi, della Transnistria, russi, africani, ex esponenti dei servizi segreti e delle forze dell’ordine. Quello della sicurezza delle frontiere è un ulteriore punto su cui la Moldova e la comunità internazionale devono insistere.

Gheorghe Cavcaliuc, la lotta alla corruzione dalla polizia alla politicaLa Transnistria, al confine con l’Ucraina, ha dichiarato l’indipendenza nei primi anni ’90, quando l’Unione Sovietica iniziava a dissolversi. Nonostante nessun Paese dell’Onu la riconosca – formalmente appartiene alla Moldova – la regione si è dotata anche di una propria sede amministrativa.

«I beni in entrata si disperdono nel mercato nero e lo Stato non può attivare meccanismi di verifica dell’origine», prosegue Cavcaliuc. «Bisogna implementare il sistema di contabilità centralizzata per una registrazione delle merci a livello nazionale».«Recentemente, i servizi di sicurezza e l’intelligence moldavi hanno smantellato un traffico di anabolizzanti». Si è anche sospettato il coinvolgimento de «l’ambasciatore moldavo nella Federazione Russa, che avrebbe sfruttato il trasporto diplomatico», continua Cavcaliuc.

«La Transnistria è un buco nero», chiude Cavcaliuc. «attraverso cui avvengono molti traffici, con il tacito consenso di politici corrotti o col loro diretto coinvolgimento». E l’impatto è evidente anche sui Paesi vicini.

 

Ginevra Larosa

Foto © Gheorghe Cavcaliuc; tv8.md; sputnic.md; frontpress.ro; telegraph.md; oficial.md; privesc.eu

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