8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna

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8 marzo

Tra i luoghi comuni più diffusi: “Hai il ciclo, ecco perché sei nervosa”, “guidi bene per essere una donna”, “signora o signorina?”

Comunemente siamo abituati a chiamarla “festa della donna” ma in realtà il termine appropriato è “Giornata internazionale dei diritti della donna“. Ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche. Ma anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Spesso è associata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre.

Cenni storici

Celebrazione onorata negli Stati Uniti dal 1909, in alcuni Paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922. La data dell’8 marzo, invece, venne scelta solo nel 1921. Fino ad allora i singoli Paesi festeggiavano in giorni diversi. Solo in occasione della seconda conferenza delle donne comuniste (Mosca, 1921), che viene proposta e approvata un’unica data per le celebrazioni. In ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo (1917).

Il primo evento importante, il VII Congresso della II Internazionale socialista, si svolse a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907. Durante questo congresso la questione femminile e il voto alle donne al centro delle discussioni.

Tuttavia in Italia si deve arrivare agli anni Settanta per vedere la nascita di un vero e proprio movimento femminista. L’8 marzo 1972 in piazza Campo de Fiori a Roma si è svolta la manifestazione della festa della donna, durante la quale queste chiedono, tra le varie cose, anche la legalizzazione dell’aborto.

Il 1975 definito dalle Nazioni Unite come l’anno Internazionale delle Donne vede i movimenti femministi di tutto il mondo manifestare per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.

Oggi

Oggi la festa della donna ha perso molto il suo valore iniziale. Tante organizzazioni femminili continuano a cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi, come la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini. Molte donne, invece, considerano questa giornata come l’occasione per uscire con le amiche, lasciando mariti, compagni e figli a casa, e concedersi qualche “sfizio”, che magari in altre serate non sarebbe permesso.

In Italia

8 marzoL’8 Marzo di ogni anno l’Italia si colora di giallo e la donna viene ricoperta di mazzi di mimose, che vengono venduti in ogni angolo della strada. Perché proprio la mimosa? La scelta dei fiori gialli risale al 1946. Le organizzatrici delle celebrazioni a Roma cercavano infatti un fiore che fosse di stagione e costasse poco: la mimosa, appunto.

Questo fiore però ha anche un significato più profondo. C’era già infatti l’usanza di regalarsi un rametto di mimosa tra donne per rappresentare la solidarietà verso chi lottava per ottenere i diritti di cui noi godiamo adesso.

In Russia

A Mosca e in tutta la Russia la festa della donna è chiamata anche “La festa di primavera” e si festeggia spesso in famiglia o facendo visita agli amici. Inoltre, c’è una particolare tradizione, la donna deve essere trattata e coccolata come una vera e propria regina. Infatti, è l’uomo che si deve occupare delle faccende domestiche, dei figli e della cucina, permettendo a mogli e madri di godersi una giornata di sano riposo. La festa viene celebrata anche nei vari uffici. Inoltre, gli uomini non sono gli unici a fare dei regali: anche tra donne, infatti, ci si scambiano mazzi di fiori o cioccolatini.

Negli Stati Uniti

Negli Usa, il mese di Marzo è il “Women’s History Month”, quindi è interamente dedicato alla storie delle donne e alle loro battaglie nel corso degli anni per ottenere la parità dei diritti.

Nel Febbraio del 1980, il Presidente Jimmy Carter ha dichiarato, inoltre, la settimana dell’8 marzo come la “National Women’s History Week”. Ogni anno viene anche rilasciata una dichiarazione ufficiale dal presidente americano, la Presidential Proclamation, per onorare e riconoscere i risultati delle donne americane nella lotta contro le discriminazioni di genere.

In Iraq

La visita di Papa Francesco in Iraq dà voce alle donne irachene. Cristiane, yazide, ma anche musulmane, accomunate da una vita difficile in questo Paese ferito dalle guerre e dal terrorismo. Fino agli anni ’70, in Iraq, c’era stato un progredire dell’universo femminile con l’aumento della scolarizzazione e il diritto di voto conquistato negli ’80. Da quarant’anni vede, invece, un deterioramento delle condizioni e dei diritti delle donne.

Il Papa ha chiesto il rispetto per loro che hanno subito le ferite più profonde. «Le madri consolano, confortano, danno vita. E vorrei dire grazie di cuore a tutte le madri e le donne di questo Paese, donne coraggiose che continuano a donare vita nonostante i soprusi e le ferite. Che le donne siano rispettate e tutelate! Che vengano loro date attenzione e opportunità!».

8 marzoUna giornalista spagnola ha donato al Pontefice una riproduzione della “lista dei prezzidell’Isis. Le donne vengono rapite, stuprate, vendute. I prezzi, affissi anche sulle porte di botteghe e moschee, variano a seconda dell’età, della religione o dell’appartenenza etnica. «Una tragedia», ha commentato il Santo Padre. Puntando, poi, il dito anche contro l’Europa dove c’è la tratta in riferimento alle donne che vengono portate nei Paesi occidentali, da quelli poveri, per prostituirsi.

Stereotipi sulle donne

Tra i luoghi comuni più diffusi: “Hai il ciclo, ecco perché sei nervosa”, “guidi bene per essere una donna”, “signora o signorina?”. E poi i grandi classici: che dire degli intramontabili “donne al volante, pericolo costante”, “chi dice donna dice danno”. A quanti uomini sono rivolte queste affermazioni? Praticamente a nessuno. Sono semplici parole che, però, feriscono e segnano confini di genere e imprigionano in ruoli prestabiliti.

 

Ginevra Larosa

Foto © You Tube, Maredolce, Renewal, Ohchr

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