Il ritorno nella sua terra assume un forte valore simbolico con il recupero delle radici comuni
Nella mattinata di domenica 7 marzo, in occasione dell’incontro di preghiera nella Chiesa Siriaca-cristiana dell’Immacolata Concezione di Qaraqosh, Papa Francesco ha consegnato al vescovo Yohanna Butros Mouchè, Sidra, il libro sacro di liturgia risalente al XIV secolo, della città santa per i cristiani iracheni della Piana di Ninive.
Sidra
È un manoscritto trascritto con caratteri siriaci. Raccoglie le preghiere liturgiche da recitare in aramaico (la lingua di Gesù), fra la festa della Pasqua e quella della Santa Croce. Nel giugno del 2014 quando i miliziani dell’Isis conquistarono quella Regione oltre a distruggere chiese e moschee presero migliaia di libri. Molti antichi, delle più importanti biblioteche pubbliche e private delle città e li bruciarono.
“Sono libri che incitano all’infedeltà per questo li bruciamo” disse un militante dell’Isis a uno degli abitanti che viveva vicino la sede della biblioteca nazionale. Il saccheggio avvenne nel gennaio del 2015 in particolare a Mosul ove il califfato aveva eretto la sua capitale. In quella occasione distrussero un tratto delle antichissime mura di Ninive risalenti al primo millennio a.C. Nei mesi successivi demolirono anche decine di siti archeologici come tombe di riveriti imam, moschee, santuari di profeti venerati dall’Islam dall’ebraismo e dal cristianesimo. Mosul, che per secoli aveva accumulato ricchezze culturali, si trovò spogliata di un patrimonio soprattutto nelle sue biblioteche.
Manoscritti perduti
Nel 2003, periodo immediatamente successivo alla caduta di Saddam Hussein, a seguito della invasione anglo-americana, gli abitanti dei rioni vicino alla biblioteca nazionale avevano nascosto i manoscritti più antichi nelle loro case per sottrarli agli scontri e ai saccheggi. Quando l’Isis arrivò, punì con la morte chiunque avesse in casa volumi antichi. Saccheggiarono anche la biblioteca dell’università cittadina, dando fuoco nella piazza antistante il campus, di fronte agli studenti inorriditi, a mappe antiche, libri e vecchi giornali dell’epoca ottomana.
Un professore di storia dell’Università di Mosul ebbe a dire all’epoca: «Quando i mongoli saccheggiarono questo territorio nel 1258, gettarono i libri nel Tigri tanto che, si racconta, il fiume si tinse di nero a causa dell’inchiostro. La differenza è che i mongoli gettavano i libri nel fiume, i miliziani dell’Isis li danno alle fiamme».
Il salvataggio del libro sacro
Quando gli uomini dell’Isis si installarono nella Regione, dal 2014 al momento della loro cacciata nel marzo 2017, il prezioso e antico manoscritto si salvò grazie all’astuzia dei sacerdoti. I quali, prima di fuggire dalla città, lo murano insieme ad altri antichi volumi in un sottoscala. Liberata Qaraqosh i libri, tra cui il Sidra, furono ricoverati temporaneamente in un deposito di Erbil tenuto da sacerdoti.
Il manoscritto fu ripreso in un documentario girato nel gennaio 2017 da due italiani Laura Aprati e Marco Bova sul Kurdistan, per conto del Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) con sede a Roma. In quella occasione il vescovo Butro Mouchè lo consegnò ai volontari del Focsiv che lo portarono in Italia per farlo restaurare.
Il restauro
Grazie all’impegno del ministro Franceschini e di Giulia Silvia Ghia, presidente di Verderame progetto cultura, il Sidra fu affidato all’Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro (Icpal) del ministero dei Beni Culturali. Per l’esame preliminare ci si è avvalsi di esperti di lingua siriaca quali Paolo Lucca dell’Università di Venezia, Delio Vania Proverbio e Adrien de Foucher della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il libro restaurato con l’antica rilegatura e l’inchiostro particolare usato per le miniature. Sidra quando è giunto in Italia era in stato di conservazione molto critico. La struttura del volume compromessa, la pessima condizione dei pigmenti, delle miniature, degli inchiostri, fragilità delle carte e fratture scomposte nelle assi lignee della legatura. L’intervento di restauro è durato dieci mesi.
Consegnato a Papa Francesco
Il 10 febbraio in occasione dell’udienza generale, Ivana Borsotto, presidente Focsiv consegna il prezioso manoscritto a Papa Francesco perché lo riportasse a Qaraqosh. Spiegò che «il lavoro condotto tutti insieme è anche l’espressione del ruolo positivo che svolge la cooperazione internazionale nelle diverse parti del Mondo. Senza libri non c’è comunità e senza questa non può esserci la storia di un popolo e la sua cultura». Questo è il messaggio contenuto nell’Enciclica “Fratelli tutti“. In ogni preziosismo umano vi è sempre una commistione di usi parole e pensieri di diversa provenienza. Ciò consente di identificare nel suo insieme un popolo e una terra.
Giancarlo Cocco
Foto © Vatican Media, Wikipedia