AstraZeneca: il titolo sale in borsa, diminuisce la percezione di affidabilità del vaccino

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STOP AL VACCINO ASTRAZENECA

Nuove gravi reazioni avverse spingono i Governi a vietarne l’uso

AstraZeneca. Le azioni guadagnano lo 0,43%, Italia, Francia, Germania e altri Paesi Ue vietano l’utilizzo del vaccino anglo-svedese.

Giorni complessi

A poche ore dall’atto intimidatorio ai danni della sede dell’Istituto Superiore di Sanità e dall’entrata in zona rossa di parte considerevole del Paese, accade l’imprevisto.

Il Piano Vaccinale è appena stato inaugurato ufficialmente, e già si presenta un ennesimo problema. Serissimo.

Infatti l’Agenzia Italiana del FarmacoAIFA, a metà di un pomeriggio di vaccinazioni fatte a tamburo battente, estende il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca.

Il sito del ministero della Salute aggiorna i dati delle vaccinazioni odierne alle 15.31: le dosi totali di vaccino AstraZeneca inoculate sono 2.196.000. È proprio nei minuti successivi che la Germania toglie la fiducia all’azienda, seguita a ruota dal Belpaese. La ″decisione assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei“ segue il confronto tra il premier Draghi e il ministro Roberto Speranza. Nel comunicato stampa diffuso si legge che il ministro ha tenuto colloqui con i suoi omologhi di Germania, Francia e Spagna.

Agenzia Europea del Farmaco – EMA

VACCINO ASTRAZENECA

È un andirivieni di notizie: il disaccordo è l’unico punto di contatto. L’EMA – ente regolatore europeo – distoglie frattanto l’attenzione dagli eventi avversi che hanno messo in predicato la fiducia sul prodotto e afferma: «lavoriamo per accelerare l’approvazione di altri siti produttivi questo mese, che potrebbero davvero spingere la disponibilità del vaccino di AstraZeneca nell’Ue».

Parla Marco Cavaleri, responsabile per la strategia vaccinale dell’EMA, in audizione all’Europarlamento, ribadendo che «il rapporto tra benefici e rischi» di questo vaccino «è considerato positivo». «Non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni», conclude.

L’Organizzazione Mondiale della SanitàOMS conferma che non vi è alcuna «evidenza che casi di trombosi riscontrati nelle ultime settimane siano stati causati dal vaccino di AstraZeneca». L’azienda comunica di aver condotto una revisione che copre oltre 17 milioni di persone, vaccinate tutte tra Ue e Uk: nessuna prova dimostrata di aumento del rischio di formazione di coaguli.

Molti Stati dell’Unione, tuttavia, hanno già fatto un passo indietro, ritirando il consenso al suo utilizzo. Non più la sospensione di alcuni lotti, ma dell’intera quota di dosi a disposizione. La collettività si divide. Alcuni si domandano se rinunciare all’uso del vaccino AstraZeneca possa implicare ulteriori ritardi nella copertura della popolazione, numerosi altri vorrebbero procedere.

Opinioni (politiche) a confronto

Anche la politica scende in campo. In Italia è Carlo Calenda a fare dichiarazioni da tempo di guerra: «è una tragedia» afferma rispetto alla decisione tedesca. Secondo il leader di Azione «AstraZeneca è fondamentale per completare il piano dei vaccini» e tuttavia «non c’è dubbio che la Ue e gli Stati (ne) abbiano gestito male l’acquisto» ammette. Le sue dichiarazioni sono antecedenti alla presa di posizione italiana, come si evince dalla considerazione dell’europarlamentare: «se la Germania prende questa linea la questione cambia radicalmente […] la gente va nel panico».

Giorgia Meloni, a capo dell’opposizione, interviene: «la sospensione di un lotto del vaccino AstraZeneca ha creato molta preoccupazione tra i cittadini. Incomprensibile il silenzio del governo e delle istituzioni competenti, che finora non hanno dato spiegazioni e hanno lasciato la popolazione nell’incertezza». La presidente di Fratelli d’Italia chiede all’esecutivo di assumersi le proprie responsabilità e di fornire il prima possibile agli italiani i chiarimenti che aspettano. «Serve massima trasparenza, anche per evitare che il piano vaccinale possa subire rallentamenti», ammonisce su Facebook.

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza Stato Regioni, apprende la notizia di un decesso sospetto nel suo territorio. Non esita a rassicurare subito la cittadinanza. «Aspetto il mio turno che arriverà molto avanti», dichiara. «La tutela della salute va messa davanti a tutto».

Nessi di causalità

VACCINO ASTRAZENECA

Carlo Palermo, segretario nazionale dell’AnaaoAssoMed, chiede oggi urgenti interventi legislativi per tutelare la professione medica. Colpiscono i recenti decessi e l’immediata «iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo dei medici e sanitari che hanno inoculato la dose di vaccino». «Stiamo osservando» – sottolinea – «i frutti amari di una cultura legislativa appiattita, in tema di responsabilità sanitaria, sull’identificazione spasmodica di un colpevole». Mentre «nel resto d’Europa [essa] è evoluta verso la ricerca dell’errore, con il preciso intento di migliorare la sicurezza delle cure e dell’assistenza».

Il cruccio condiviso dal dottor Palermo è di facile lettura. «Nei prossimi 5 mesi dovremo inoculare circa 80 milioni di dosi di vaccino. Ogni giorno abbiamo una incidenza di 160 casi di tromboembolia e 350 di IMA – infarto miocardico acuto», esordisce. «Quanti di questi eventi si manifesteranno dopo l’inoculo del vaccino? Statisticamente è una probabilità elevatissima», afferma. Una cosa sembra certa: «le procure avranno molto da lavorare per valutare il nesso di causalità».

Indagini in corso

Proprio oggi si è tenuta la riunione di coordinamento fra alcune procure italiane. Impegnate nelle indagini avviate dopo i recenti decessi o eventi avversi, debbono concordare una linea. Ipotetiche patologie pregresse dei soggetti sono al centro dell’attenzione. La necessità primaria è fare accertamenti congiunti per verificarne l’esistenza e stabilire uneventualenesso con l’evento avverso.

Le 400.000 dosi sequestrate dalla procura piemontese in seguito alla morte di un insegnante di musica di 57 anni, avvenuta dopo la vaccinazione, attendono verifica.

E mentre il quotidiano Repubblica afferma che «la lezione dell’Uk è che il vaccino di AZ è sicuro quanto gli altri attualmente in uso», molti italiani stanno annullando l’appuntamento per vaccinarsi.

Serve un coordinamento europeo

Secondo il quotidiano Bild la Germania agisce accogliendo il parere del Paul-Ehrlich-Institut: sono «necessari ulteriori esami dopo le segnalazioni relative a episodi di trombosi cerebrale». Il ministro della Salute tedesco annota che sono stati segnalati 7 casi che potrebbero essere correlati a trombosi venosa su 1,6 milioni di dosi somministrate. Karl Lauterbach, esperto di salute della coalizione di Angela Merkel, non ha dubbi: minare la fiducia verso un vaccino ora necessario è ungrave errore“.

La Germania risponde alla quasi ex cancelliera e all’EMA tirandosi fuori da ogni attuale imbarazzo e futura polemica: è una questione di precauzione.

Benché Cavaleri dichiari, a nome dell’EMA, che stanno «esaminando i dati e gli eventi letali riportati» per capire se vi siano cluster specifici di episodi correlati a particolari condizioni e patologie, l’Europa tentenna.

Revisioni di sicurezza

VACCINI ANTI COVID-19

I Paesi Bassi, che secondo i sondaggisti mercoledì 17 marzo rivedranno la rielezione di Mark Rutte, hanno convocato il comitato per la sicurezza il 18 marzo. Obiettivo: esaminare le evidenze scientifiche, comprese quelle provenienti dalla Gran Bretagna, dove 11 milioni di persone hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca. La decisione di vietarne l’uso in attesa di certezze ha implicazioni importanti. Annullamento di 43.000 appuntamenti e rallentamento del programma di vaccinazione, garantito sino a metà aprile per il 30% proprio da AstraZeneca. Il presidente francese Emmanuel Macron afferma che le autorità nazionali hanno voluto sospendere la somministrazione di dosi AstraZeneca sino al 16 marzo. Attenderanno, insomma, le raccomandazioni dell’EMA in arrivo nelle ore pomeridiane.

La Repubblica d’Irlanda, che ha ricevuto 10 segnalazioni di possibili effetti collaterali avvenute dopo le vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca, ne ha sospeso la somministrazione. Ancora una volta, forse per non alterare i labili equilibri, si tratta di una “misura precauzionale”.

Rapporti tesi, geopolitica e Brexit ancora protagoniste

Quanto stiamo vivendo in queste settimane è – almeno in parte – l’eco di malesseri precedenti. Ecco il punto di vista del quotidiano The Telegraph, utile a vedere cosa pensano di noi oltre la Manica.

Bruxelles è ai ferri corti con il colosso farmaceutico britannico-svedese, che ha annunciato che avrebbe mancato gli obiettivi di fornitura del secondo trimestre. Questo dopo aver già mancato, a gennaio, l’impegno del primo trimestre.

AstraZeneca ha promesso la consegna di 100 milioni di dosi nella prima metà del 2021, ma ora è accusata dall’Ue di aver violato il suo contratto. E naturalmente nega.

Tra i sospetti che le scorte di vaccini dell’Ue fossero finite nel Regno Unito, la Commissione europea ha minacciato nei mesi scorsi di imporre un confine netto sull’isola d’Irlanda. Ne è seguita la minaccia di vietare l’esportazione di vaccini, che avrebbe annullato l’accordo di ritiro della Brexit e avrebbe messo a repentaglio l’accordo del Venerdì Santo.

L’Italia ha successivamente utilizzato le norme dell’Ue per imporre un divieto di esportazione di vaccini per bloccare 250.000 vaccini AstraZeneca diretti in Australia.

L’Ue nel frattempo ha somministrato solo 6,9 milioni di vaccini AstraZeneca su uno stock totale di 14,9 milioni di dosi ricevute, lasciandone quasi otto milioni inutilizzati. 

Torniamo ai fatti. Il mondo è sconvolto da una drammatica crisi: umanitaria, economica, di valori. La Francia ha isolato nella magnifica Côtes d’Armor e nel Finistère una variante del virus. Sembra portatrice di nuove mutazioni, il suo nome è: la bretone. Impareremo a conoscerla presto, grazie al lavoro dell’Istituto Pasteur, e a proteggerci anche da lei.

Ora possiamo solo fare appello a quei principi etici – che speriamo essere ancora ubiquitariamente in voga – per uscirne. Tutti insieme.

 

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © Canva, Eurocomunicazione

Video © Eurocomunicazione

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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