Fse, la prima misura strutturale Ue per il lavoro

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Il Fondo sociale europeo per la formazione e l’occupazione, rafforzare l’inclusione, lottare contro la povertà

Il Fondo sociale europeo (Fse o ESF, dall’acronimo inglese European Social Fund) mira a migliorare le possibilità di occupazione. Rafforzare l’inclusione sociale, lottare contro la povertà. E ancora, promuovere l’istruzione, le competenze e la formazione permanente ed elaborare politiche di inclusione attive, globali e sostenibili.

Gli esiti

Fse è stato il primo fondo strutturale. Nei primi anni, ovvero fino al 1970, esso rimborsava agli Stati membri la metà del costo delle indennità corrisposte per la formazione professionale. E il reinserimento dei lavoratori interessati da processi di ristrutturazione economica. FseComplessivamente, durante il periodo in questione, il Fondo ha fornito assistenza a oltre 2 milioni di persone. Nel 1971 una decisione del Consiglio ha incrementato in modo sostanziale le risorse del Fondo. Mentre nel 1983 una nuova riforma incentra di nuovo l’attenzione sulla lotta contro la disoccupazione giovanile e sull’aiuto alle Regioni più bisognose. Negli anni a venire sono stati tanti i cambiamenti per rendere il Fondo migliore, estendendo i vari settori beneficiari.

Nel periodo 2007-2013 Fse, congiuntamente ad altri strumenti finanziari della politica di coesione dell’Ue, ha svolto un ruolo chiave nell’ambito del piano d’azione per la ripresa europea adottato dal Consiglio europeo nel dicembre 2008.

Periodo di programmazione in corso 2014-2020

FseCon una dotazione complessiva pari a 74 miliardi di Euro (rispetto ai 75 programmati per il 2007-2013), Fse cofinanzia programmi operativi nazionali o regionali attuati nell’arco dei sette anni del Quadro finanziario pluriennale, proposti dagli Stati membri e approvati mediante una decisione della Commissione.

Esso è incentrato sui seguenti quattro obiettivi tematici:

  • promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori;
  • promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e la discriminazione;
  • investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente;
  • rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente.

FsePer il periodo 2014-2020 il ruolo Fse è stato potenziato a seguito dell’introduzione di una quota minima giuridicamente vincolante del 23,1% del finanziamento totale.

Il Fondo sociale europeo e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile

Il regolamento riguardante Fse comprende l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (Iog). Che dispone di una dotazione complessiva di 8,8 miliardi di Euro, per il periodo 2014-2020. 6,4 miliardi di Euro con un incremento di 2,4 miliardi di Euro nel 2016. I finanziamenti provengono da tre fonti: stanziamenti nazionali a titolo Fse, una dotazione specifica del bilancio dell’Ue e un cofinanziamento nazionale nell’ambito Fse. L’iniziativa si rivolge, in particolare, ai giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione (Neet) in Regioni con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Nel febbraio 2015 il regolamento relativo a Fse è modificato per aumentare il tasso di prefinanziamento dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile dall’1-1,5% fino al 30%, nel bilancio 2015, al fine di accelerare l’attuazione negli Stati membri.

All’inizio del 2017, nel corso della celebrazione del 60anniversario Fse, la Commissione ha riferito che solo nel periodo 2007-2013 il Fondo ha aiutato quasi 10 milioni di persone nell’Unione europea a trovare un posto di lavoro. Questa occasione ha segnato anche l’inizio delle riflessioni sul finanziamento del capitale umano dell’Ue oltre il 2020.

FseIl 2 maggio 2018 la Commissione ha presentato la sua proposta relativa al Qfp 2021-2027. La proposta ha previsto un Fondo sociale europeo Plus (Fse+) rinnovato con una dotazione di bilancio di 101 miliardi di Euro. Fse+ sarà accorpato con Fse, Iog, Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), programma dell’Ue per l’occupazione e l’innovazione sociale (Easi) e il programma dell’Ue in materia di salute.

Le priorità Fse+ sono:

  • promuovere le riforme per migliorare la resilienza economica e sociale e la convergenza sociale verso l’alto, l’accessibilità, la resilienza e l’efficacia dei sistemi sanitari e le politiche in materia di sanità pubblica, in particolare attraverso un migliore allineamento con le raccomandazioni specifiche per Paese (Rsp) del semestre europeo;
  • investire nell’istruzione e nelle competenze (in particolare le competenze digitali di base) per adeguarsi alle esigenze dell’economia; promuovere l’occupazione attraverso le azioni che consentono la (re)integrazione nei mercati del lavoro, in particolare per quanto concerne i giovani e i disoccupati di lunga durata e affrontare i rischi per la salute connessi alle forme di lavoro in evoluzione;
  • prestare particolare attenzione alla situazione dei migranti e alla loro integrazione nei mercati del lavoro;
  • promuovere l’inclusione sociale, assicurando un elevato livello di protezione della salute; prevenire e contrastare la povertà e la disuguaglianza;
  • sostenere la mobilità nel mercato del lavoro e l’innovazione sociale;
  • ridurre le disuguaglianze nell’accesso alla sanità pubblica e all’assistenza sanitaria di qualità tra gli Stati membri; proteggere i cittadini dalle gravi minacce sanitarie transfrontaliere; fornire ai sistemi sanitari i mezzi di cui necessitano, dedicando particolare attenzione alla loro trasformazione digitale e sostenere la legislazione sanitaria dell’Ue.

Il Parlamento europeo ha formulato la sua posizione in prima lettura durante la precedente legislatura il 4 aprile 2019. E ha successivamente avviato negoziati interistituzionali che sono ancora in corso.

Salute in primo piano

Nel contesto della crisi di Covid-19, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato il 13 maggio 2020 che nel prossimo Qfp sarà inserito un programma specifico per la salute denominato programma Ue per la salute. A seguito di tale annuncio, la Commissione ha pubblicato una nuova proposta per il Qfp 2021-2027 nell’ambito della quale Fse+ è dotato di un bilancio totale di 97,3 miliardi di Euro (86,2 ai prezzi del 2018).

Nell’aprile 2020 la Commissione ha avviato due pacchetti di misure: l’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII) e l’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus (CRII+) al fine di mobilitare i fondi strutturali dell’Ue per rispondere alla crisi. Il Parlamento e il Consiglio hanno rapidamente adottato le due proposte. Non sono state fornite nuove risorse finanziarie dell’Ue, ma è consentita la massima flessibilità nell’utilizzo delle risorse esistenti non utilizzate dove sono più necessarie.

Gli Stati membri possono trasferire finanziamenti tra fondi, regioni e tematiche e sono eccezionalmente autorizzati a un cofinanziamento del 100% per il periodo 2020-2021. Nel maggio 2020 la Commissione ha dato seguito alla proposta relativa al React-Eu (Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa) che fornirà 55 miliardi di Euro di investimenti aggiuntivi attraverso il Fesr, il Fse e il Fead. Il Fse ha svolto un ruolo primario nella risposta immediata alla crisi di Covid-19 mobilitando 1,4 miliardi di Euro di sostegno diretto. Con un importo totale del sostegno probabilmente più elevato. Le risorse sono utilizzate per sostenere i servizi sociali, mantenere l’occupazione nei settori interessati, anche attraverso regimi di riduzione dell’orario lavorativo. Ma anche proteggere i gruppi vulnerabili e finanziare le retribuzioni del personale sanitario, le attrezzature informatiche e i dispositivi di protezione individuale.

Strumenti per l’integrazione nel mercato del lavoro che completano il Fse

Fondo sociale europeoIl Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) è stato istituito quale strumento per la politica di competitività, e non di coesione, per il Qfp 2007-2013 allo scopo di sostenere i lavoratori licenziati a seguito delle trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione. Mentre il Fse sostiene programmi volti al raggiungimento degli obiettivi strutturali a lungo termine intesi a favorire la prosecuzione dell’attività lavorativa delle persone o a reintegrarle nel mercato del lavoro, il Feg risponde a emergenze specifiche. Come ad esempio, i licenziamenti collettivi dovuti alla globalizzazione, per un periodo limitato di tempo.

Il regolamento del Feg (CE n. 1927/2006) era stato temporaneamente modificato fino alla fine del 2011 a causa della crisi economica e finanziaria per far fronte ai conseguenti tagli del personale prevedendo tassi di cofinanziamento tra il 50% e il 65%. Questa modifica è riportata nel regolamento Feg per il periodo 2014-2020 (UE n. 1309/2013) e comprende gli esuberi dovuti alla crisi finanziaria ed economica mondiale, oltre agli esuberi derivanti dalla globalizzazione.

Il 2 maggio 2018 la Commissione ha proposto un Feg nuovo e rivisto per il periodo 2021-2027. Con una dotazione di 1,6 miliardi di Euro che sarà esteso ai lavoratori che perdono il posto di lavoro a seguito di interventi di ristrutturazione dovuti all’automazione o alla digitalizzazione.

Il 27 maggio 2020, nel quadro del piano di ripresa per l’Europa, la Commissione ha proposto di abbassare la soglia per l’attivazione del Feg a 250 esuberi. E anche di aumentare l’importo annuo massimo a 386 milioni di Euro. I negoziati interistituzionali sono in corso.

 

Ginevra Larosa

Foto © European Social Fund, Aostanews, Futuro Europa, First Aster, Assidai, Commissione europea, Fare l’Europa

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