Voci dall’Aldilà – Psicofonia il fenomeno del contatto con entità in altra dimensione

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Voci dall'aldilà

Una sconosciuta energia è il misterioso legame che ci unisce all’Universo che ha spazio infinito e dove il tempo non esiste

Da alcuni anni gli studiosi del paranormale si occupano con grande interesse, del fenomeno delle “voci elettroniche”, meglio conosciuto come metafonia o psicofonia. Un fenomeno che riguarda le manifestazioni di voci. Ma talvolta anche di immagini di origine non umana in registrazioni che avvengono su nastro magnetico, o tramite una radio o persino un computer, di “voci dall’Aldilà“, ovvero di entità intelligenti di origine ignota che si trovano in una dimensione diversa dalla nostra.

Premessa

Prima di addentrarmi nel descrivere il fenomeno, mi corre l’obbligo di chiarire al lettore che non ho alcuna intenzione di convincerlo che il fatto esiste, in quanto le convinzioni sono per loro natura assolutamente personali. La ricerca che ho fatto è solo un contributo all’analisi interiore. Un punto di partenza per raggiungere lidi di inaspettata bellezza dove noi esseri umani abbiamo paura di avventurarci. Dare quindi speranza a chi ne ha bisogno, per liberarci dalla paura della morte. Come scrisse Marcel Proustun vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi“.

Psicofonia

La tipologia del fenomeno della psicofonia è prodotta con la registrazione di voci, spesso poco chiare, talvolta incomprensibili o con frammenti di parole e brevi frasi ricondotte a entità che lasciano messaggi su nastro magnetico o supporti digitali. Oppure con la ricezione tramite una radio posizionata su onde corte o persino su un computer. Secondo alcuni ricercatori che lo hanno sperimentato, questo fenomeno consentirebbe di entrare in contatto con persone defunte e “l’aldilà”. Si tratterebbe di entità che sono in una dimensione diversa dalla nostra in cui viviamo. Queste entità intelligenti interagirebbero alle domande che vengono loro poste. C’è da dire che la metafonia psicofonia non ha mai trovato credito adeguato in ambito scientifico.

François Brune, religioso francese, ha condotto personalmente esperimenti ed è giunto alla conclusione che esiste una vita oltre la morte fisica

Chi era

Formatosi alla Sorbona di Parigi François Brune (Vernon 1931 – Parigi 16/1/2019) ha approfondito i suoi studi presso l’Istituto Cattolico di Parigi e l’Università di Tubinga. Si è occupato a lungo di fenomeni paranormali in relazione alla teologia e spiritualità nonché la vita dopo la morte. Nel 1989 ha pubblicato il libro “I morti ci parlano”, tradotto in 7 lingue, divenuto punto di riferimento per gli studiosi del fenomeno.

Il caso di Padre Gemelli

La genesi della metafonia è stata vissuta anche da Padre Agostino Gemelli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, fisico e dal suo stretto collaboratore il benedettino Padre Pellegrino Ernetti. Il 17 settembre del 1952 mentre registravano canti gregoriani su nastro, Padre Gemelli udì su quello la voce del padre, morto da tempo. Il quale lo chiamava con il soprannome che gli aveva affibbiato da bambino. «Zucchini» – gli disse – «non sai che sono io!». Padre Gemelli rimase molto turbato non sapendo darsi una spiegazione, anche per gli insegnamenti cattolici riguardo la possibilità di contatto con i defunti.

I due sacerdoti si recarono a Roma e ne parlarono a Papa Pio XII il quale li rassicurò dicendo loro: «Caro Padre Gemelli non c’è nessun motivo di preoccuparsi. L’esistenza di queste voci è un fatto rigorosamente scientifico e non ha nulla da vedere con lo spiritismo. Il registratore è totalmente obiettivo. Riceve e registra solo le onde sonore da qualunque posto esse provengano. Questo esperimento potrebbe divenire la pietra angolare di un edificio per gli studi scientifici, che rafforzerebbero la fede delle persone nell’Aldilà».

François Brune e la macchina del tempo

François Brune in una pubblicazione del 2002 “Il nuovo mistero del Vaticano” narra di una sua indagine su un’invenzione rivelatagli da Padre Pellegrino Ernetti. Questi, direttore del segretariato studi religiosi per la musica sacra presso il Convento di Santa Cecilia a Roma, insegnante di prepolifonia presso il conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia e monaco dei benedettini presso il monastero di San Giorgio sempre a Venezia, ove è morto nel 1994, avrebbe inventato un’apparecchiatura con la quale si potevano ricevere immagini e suoni corrispondenti ad avvenimenti passati. Tale congegno sarebbe stato costruito in gran segreto insieme a un gruppo di scienziati di fama comprendenti Enrico Fermi e Werner Von Braun.

Si sarebbe trattato di un sintonizzatore o regolatore di onde che captava singole voci e immagini del tempo trascorso. Il principio di funzionamento si basava su laConservazione dell’energia” sulla base del postulato scientifico: “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Con tale apparecchiatura Padre Ernetti e altri studiosi avrebbero effettuato ricerche su personaggi storici tra cui Napoleone Bonaparte. Avrebbero passato in rassegna avvenimenti dell’età romana come i mercati traianei a Roma, la rappresentazione di alcune tragedie, uno spettacolo teatrale di Quinto Ennio svoltosi presso il tempio del Dio Apollo che si trovava tra il Foro romano e il Circo Flaminio.

Il Cronovisore avrebbe registrato la passione di Cristo

Il team di Padre Ernetti, nel 1953 avrebbe seguito lo svolgersi della Passione morte e Resurrezione del Cristo riuscendo a scattare foto. Alcuni ricercatori che esaminarono le foto dissero però che aveva similitudini con il crocefisso esposto e venerato nel Santuario dell’Amore Misericordioso di Colle Valenza vicino Todi (Pg) e corrispondeva a quello apparso in visione alla Mistica Madre Speranza, religiosa spagnola della quale Padre Ernetti era confidente spirituale. Tutti questi esperimenti, condotti tra il 1953 e il 1955, sarebbero filmati. Padre Ernetti parlò di questa invenzione ne “La Domenica del Corriere” del 2 maggio del 1972 e la cosa suscitò molto scalpore.

La ricercatrice Alvisi e la telefonata a Padre Ernetti

Gabriella Alvisi, attenta ricercatrice per “Le voci dell’aldilà”, racconta nel suo libro (di cui parleremo ampiamente in prossimo articolo, ndr), che ebbe la possibilità di parlare telefonicamente con Padre Ernetti della sua scoperta. «Padre Ernetti» – spiega la Alvisi – «è un uomo di una modestia e semplicità eccezionali e ha una mentalità aperta e gioviale». Riferendosi alla sua scoperta il monaco benedettino disse alla ricercatrice: «Se vedo con la mia apparecchiatura una persona che su una collina della Galilea predica in aramaico il discorso delle Beatitudini, mentre la gente accorre per ascoltarlo, che motivo avrei per mettere in dubbio che si tratta del Cristo?».

Le controindicazioni pericolose

Padre Ernetti e gli altri scienziati convennero però che il Cronovisore aveva grosse contro indicazioni. In quanto non solo con esso era possibile visualizzare e sentire avvenimenti passati, ma poteva captare anche il pensiero delle persone, in quanto «il pensiero» – diceva Ernetti – «è un’emissione di energia e quindi ricevibile dalla macchina». Ciò avrebbe consentito a chiunque di mettere in chiaro i segreti di ciascuno. Per tale ragione Padre Ernetti e alcuni alti esponenti del Vaticano, ai quali la macchina era stata presentata, la ritennero un’invenzione estremamente pericolosa.

Dopo una riunione segreta venne ritirata e, dice François Brune nel suo libro, sarebbe nascosta nei sotterranei del Vaticano. A Padre Ernetti si proibì di parlare della sua realizzazione. Al momento della sua morte – presso l’Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia – ove per anni aveva lavorato, il suo studio fu completamente svuotato delle carte e libri e trasportate in luogo segreto. Padre Ernetti in base ai suoi studi riteneva che le onde elettromagnetiche sonore e visive generate dalle persone, rappresentano una specie di carta di identità diversa per ognuno di noi e che vagando intorno la Terra esse costituiscano una speciale fascia elettromagnetica. Trattandosi di emissioni prodotte da ciascuno di noi, conterrebbero un alto grado di energia generando trasmissioni modulate e amplificate.

Nel prossimo articolo parleremo delle “voci dall’aldilà” registrate da Raudive e cosa esse ci dicono di come “si vive” nell’altra dimensione.

 

Giancarlo Cocco                

Foto © Wix, Wikipedia, Yumpu, Ginevra Larosa

 

Articoli precedenti:

L’Aldilà esiste ed è bello, ma non per tutti (6 giugno 2019, link)

L’Aldilà esiste ed è bello II, le testimonianze (9 giugno 2019, link)

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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