Il Novecento è finito anche in Palestina

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Palestina

Nelle fasce povere delle società arabe, inclusa quella palestinese, Maometto ha soppiantato Marx. Ma alcuni non l’hanno capito

L’escalation militare tra Israele e Gaza, come tutti i conflitti bellici, sta comportando l’immancabile effetto collaterale di vittime civili, soprattutto bambini, in particolare nella città simbolo della Palestina. L’humana pietas nei confronti di vite innocenti strappate via dalle bombe in questi casi non può che essere assoluta.

L’errore da evitare

Il sentimento comune di sdegno per la tragedia della guerra però non deve portare ad un errore che molti, in buona fede, stanno commettendo: quello di confondere la battaglia di Hamas con quelle dell’OLP. E di ritenere la Striscia di Gaza uno dei territori palestinesi controllati dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) di Abu Mazen. Gaza dopo gli accordi di Oslo fu effettivamente assegnata all’ANP, ma di fatto è controllata da Hamas. Che ha storia, ideologia e politica diverse da quella dell’OLP.

Nuova ideologia

Hamas è un partito religioso islamico (nella sua bandiera verde è riportata una shahada, la testimonianza di fede verso Allah e verso Maometto), di fatto è una costola dei Fratelli Musulmani in Palestina. Ciò è il tratto distintivo principale rispetto all’OLP. Organizzazione composte invece da forze laiche socialiste come Fatah, comuniste come il Fronte Democratico di Liberazione, e marxiste-leniniste come il Fronte di Liberazione Palestinese. Forse è questa automatica e distratta associazione di Gaza alla storica causa palestinese ad aver portato oggi alcuni esponenti europei di cultura laica ad involontari ammiccamenti per uno schieramento teocratico come Hamas. Figli essenzialmente dell’errore di guardare ancora la politica internazionale attraverso la lente del Novecento.

La crisi di fine secolo

Ci si è dimenticati che a a partire dall’ultima decade del Ventesimo secolo, in concomitanza con la crisi del modello di sviluppo socialista a cui i leader terzomondisti guardavano, l’ideologia è stata pian piano soppiantata dalla religione: emblematico il fatto che la prima grande vittoria elettorale di un movimento politico islamico-radicale avvenne in Algeria il giorno dopo la dissoluzione dell’Urss. Ciò che tanti non hanno compreso, è appunto che in determinate fasce delle società arabo-musulmane (inclusa quella palestinese di Gaza) Maometto ha soppiantato Marx: oggi molti giovani poveri cercano il riscatto sociale nel Corano anziché nel Capitale. E su questa trasformazione Hamas ci va a nozze. Anche perchè in questo modo può contare sul supporto di un osservatore attento come Recep Tayyp Erdogan.

Interesse turco

Non è un mistero che il presidente turco guardi con attenzione a Gaza per poter lanciare un’OPA politica sull’intera Palestina, e aumentare il peso di Ankara in Medio Oriente. È dai tempi della Freedom Flotilla che Erdogan si presenta alla popolazione della Striscia come amico. E Hamas è diventato uno degli alleati della Turchia contro le monarchie del Golfo Persico. Molte protagoniste di recente di una pacificazione con Israele attraverso gli Accordi di Abramo.

I paladini della causa

Proprio per questo, Ankara e Gaza si ergono a paladini della causa palestinese, tradita dagli altri Paesi islamici e dall’ANP a Ramallah. E in molti ambienti della Cisgiordania, orfani di leader carismatici, di un’ideologia e di una dirigenza forte, questa non è una cosa che passa inosservata. L’Islam politico è un nuovo collante ideologico. Per questo motivo, il conflitto che sta divampando tra Israele e Gaza andrebbe ricondotto più all’ennesima faida all’interno della società palestinese, che alla storica questione palestinese lasciata in eredità dal Secolo Breve.

 

Alessandro Ronga
Foto © Wikicommons

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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