Elezioni tedesche: la politica pragmatica del centro vince ancora

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Elezioni tedesche

Ancora Merkel con europeismo moderato, gestione delle alleanze, eliminazione dei rivali, sguardo oltreoceano. Funzionerà?

Che nome dare alle recenti elezioni regionali tedesche? Tu chiamalo se vuoi “merkelismo”.

Elezioni tedesche: un risultato ormai inaspettato – il sorpasso nella regione della SassoniaAnhalt della Cdu sul partito di ultra destra Alternativa per la Germania (AfD) – che sovverte gli equilibri. Le scorse settimane un sondaggio di Insa, definito scioccante dal The Telegraph, indicava – in vista delle elezioni regionali nella Germania orientale – il partito di estrema destra AfD in leggero, ma acclarato vantaggio.

26 a 25 era davvero poco, tanto invece il timore di una rinascita nazionale per l’AfD. Gli esperti a favore della Cdu cercavano conforto nell’anomalia della Sassonia-Anhalt: situata nell’ex Est comunista, non avrebbe potuto virare tanto a destra. E scuotere ulteriormente la fiducia in Armin Laschet, il candidato del partito a succedere alla cancelliera Merkel.

Previsioni di voto

Ecco le principali chiacchiere di corridoio, sussurrate a voce abbastanza alta da farsi sentire. Le mettiamo tra virgolette, ma dal momento che sono passate da un capo all’altro della grande Germania come nel gioco del telefono senza fili, non possiamo risalire a chi appartengano.

Elezioni tedesche

«Laschet, già alle prese con bassi indici di approvazione, non è stata la prima scelta per guidare la Cdu alle elezioni di settembre, e ora non può permettersi una perdita».

«Anche se l’AfD vince in Sassonia-Anhalt, è improbabile che possa formare un governo regionale».

«Il sondaggio è ben al di sotto della maggioranza, e tutti gli altri partiti hanno escluso di entrare in coalizione con esso. Al contrario, è probabile che intorno alla Cdu si formi una coalizione rivale per mantenere il partito di estrema destra fuori dal potere». «Buone notizie per il Partito dei Verdi, che dovrebbe raddoppiare il suo voto dal 2016 in Sassonia-Anhalt, secondo il sondaggio Insa, che lo vedeva al quarto posto con l’11 per cento».

E ora alcune dichiarazioni con tanto di autore. Reiner Haseloff, il leader regionale della Cdu, ha chiarito che qualsiasi forma di cooperazione con l’AfD è una “linea rossa” che il partito non attraverserà. «L’AfD non ha partner di coalizione e non può governare senza di loro e contro la Cdu», ha affermato invece Hermann Binkert, capo di Insa.

Gli ultimi sondaggi pubblicati dal quotidiano Bild prima del voto vedevano la Cdu al 27%, un punto avanti rispetto all’AfD. Sebbene il sostegno all’AfD a livello nazionale sia rimasto stagnante intorno al 10-12% negli ultimi mesi, il partito continua a essere popolare negli ex Stati della Germania dell’Est.

Altri dati dicevano che i Verdi – i Green di Annalena Baerbock, partito che ha tradizionalmente lottato nella Germania dell’Est – avrebbero ottenuto un buon risultato.

Importante segnale di competitività, prova della capacità di essere pronti per ottenere consensi a livello nazionale. E correre per il ruolo più ambito, quello di cancelliere.

In sella!

Dal Bild-Zeitung al Die Welt, dalla prima pagina del Bild a un inserto del Der Spiegel. Ancora una volta, accanto ad ogni analisi politica e a tutti i risultati dei sondaggi troviamo il nome di Angela Merkel. Durante i suoi 16 anni come leader, la cancelliera ha vinto quattro elezioni per il suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica/Cdu. Stabile – pur con qualche inevitabile traballamento – nel suo ruolo di spicco, ha aperto la strada a una stagione di donne impegnate politicamente in posizioni rilevanti.

Donne che, a parte l’increscioso avvenimento di Ankara, sono rispettate e riconosciute come decisive.

E se nel 2021 in Europa ce ne sono tre a calcare con passo ora leggero, ora deciso la scena, non è certo per le quota rosa.

Fondamentale per il loro successo è il linguaggio: assertivo senza essere inutilmente pedante, puntuale e preciso, ha rappresentato il modo di affrontare temi quali la crisi dei rifugiati, una duplice crisi economica globale, la pandemia. E, non ultimo, l’avanzamento del populismo.

Sassonia-Anhalt: i risultati

Una minaccia che ora sembra fare meno paura, all’indomani di un risultato politico a dir poco inaspettato. Il 37,1% dei voti ottenuto dalla Cdu nel Land orientale della Sassonia-Anhalt – popolata da 2,2 milioni di abitanti – stravolge la strategia di chi, forte del buon risultato raggiunto nel 2016, credeva di avere il terreno spianato.

Altri tempi. Nel 2015 la decisione di Angela Merkel di accogliere i migranti provenienti da Paesi in conflitto, come la Siria, aveva infatti scontentato buona parte della popolazione. Torniamo ad oggi. La vittoria dell’AfD sarebbe stata un colpo devastante per i conservatori e avrebbe indebolito in maniera sostanziale la posizione del nuovo leader della Cdu, Armin Laschet.

La cui leadership, se si osserva il calendario, è considerata da più parti già fragile: le elezioni nazionali tedesche del 26 settembre non ammettono distrazioni.

La carta stampata partecipa al dibattito

Lo sottolineava anche Der Spiegel: sarebbe “un disastro” per Laschet. «Ha urgente bisogno di un successo per radunare l’Unione dietro di lui per la campagna elettorale nazionale», ammoniva la redazione. Continuando così: «l’ultima cosa di cui avrebbe bisogno (Laschet) è un rinnovato dibattito sull’AfD all’interno del suo partito, che diventerebbe inarrestabile in caso di sconfitta elettorale in Sassonia-Anhalt».

Pensa lo stesso Hajo Funke, politologo della Freie Universität Berlin, che commentava quasi analogamente il possibile scenario della vittoria di Alternative für Deutschland alle elezioni tedesche. «Qualora domenica (6 giugno) emergesse che l’AfD è leggermente più forte della Cdu, allora potrebbero nascere dibattiti sui membri della Unione Cristiano-Democratica, con conseguente indebolimento dell’intera situazione».

E anche se non è stato così, AfD non sa e non può ammettere del tutto la sconfitta. D’altronde i numeri negativi raggiunti da Spd e Verdi non sono sufficienti a giustificare neppure un cauto ottimismo.

D’altro canto, l’AfD non avrebbe potuto governare anche se avesse vinto in Sassonia-Anhalt: tutti gli altri partiti avevano – davvero – escluso in anticipo ogni possibilità di allearsi con essa.

Ricordiamo i risultati. Guadagna punti la Cdu che chiude con il 37,1% e perde consensi AfD, che raggiunge il 20,8% delle preferenze. I socialdemocratici – Spd, in forte calo, toccano solo l’8,4%, i Verdi franano drammaticamente e arrivano al 5,9%. Per governare, ora, occorre dare vita una coalizione a 3 che porti a coprire 55 dei 97 seggi del Landtag.

Est e Ovest si contendono anche il voto giovanile, vince la destra estrema

Gli exit poll parlano chiaro. Le persone tra i 25 e i 34 anni hanno distribuito così il proprio voto in Sassonia-Anhalt: 30% all’AfD. La sua recente mossa di definirsi il partito che ha attaccato le dure misure di chiusura della Merkel durante la pandemia ha – tra l’altro – cementato la propria reputazione di partito anti-establishment. Attirando consensi oltre la sua base centrale di elettori anti-immigrazione.

Di quel che resta, il 21% dei voti degli under 35 va alla Cdu, il 12% ai Verdi, mentre solo il 5% raggiunge l’Spd. I giovani che parteggiano per i Verdi avrebbero forse vinto nell’Ovest del Paese, dove AfD raggiunge solo il 12% circa di preferenze totali. Della sinistra, invece, troviamo solo qualche traccia sbiadita.

Elezioni tedesche: la posta in gioco è Berlino

Vinta la partita, resta ancora uno spazio di quasi 16 settimane per vincere il campionato. A fine settembre 2021, quando si terranno le elezioni tedesche, uno dei leader più longevi dell’Europa del dopoguerra – Angela Merkellascerà l’incarico.

Ha guidato la Germania per oltre tre lustri, trasformandola dall’essere un “malato d’Europa” sino a diventare la quarta economia più grande del Mondo. È bene rammentare che non ha passato anni facili, basti pensare ai testa a testa con un certo Mr Biden e un tal Vladimir Putin.

A farewell to Angela Merkel

Va via con un certo disappunto, ben motivato: inadeguata gestione della pandemia da parte del Governo, rovente scandalo per corruzione – ah, le mascherine! – pessimi risultati alle elezioni regionali di marzo quando la Cdu ha perso moltissimi voti sia in Renania Palatinato che nel Baden-Wuerttemberg.

Il suo ritratto in alcune definizioni, non sempre carezzevoli

Per il sociologo Wolfgang Streeck, Angela Merkel è «un politico postmoderno con un disprezzo premoderno e machiavellico sia per le cause che per le persone».

L’editore tedesco Langenscheidt, ormai diversi anni fa ebbe l’idea di creare una lista di termini usati dai ragazzi. Invitati a proporre online le parole che più utilizzavano, hanno posto tra i neologismi in cima alla classifica il termine “merkeln”. Cosa significa? Il verbo indica il “non essere in grado di prendere decisioni, di esprimere un parere” e può essere utilizzato per descrivere “qualcuno che non si pronuncia mai e rimane lì, senza far niente”.

Elezioni tedesche

Secondo il biografo e vicedirettore di Der Spiegel, Dirk Kurbjuweit, la cancelliera ha padroneggiato l’arte di governare in silenzio, essere cauti e talvolta imperscrutabili.

Le attribuisce poi un motto in cui Merkel, educata nell’ex Ddr, la Germania dell’Est  comunista, parla di sé alla terza persona.

“She waits and waits to see where the train is going, and then she jumps on the train“. 

Il treno dei desideri, quello di una beautiful exit che la faccia rimpiangere alla Cdu – grazie (anche) a lei forza dominante nella regione orientale, che ha superato tutte le elezioni statali tranne una dalla riunificazione avvenuta nel 1990.

Chissà se per salire su questo treno, che rappresenta una meritata pausa, le servirà un Green pass.

 

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © Picture Alliance – R. Schlesinger, Die Zeit, Le Pictorium/imago, Getty Images, World vision, AAP/AP

Video © Eurocomunicazione

 

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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