Venezia 2021: dopo la solitudine arriva il tempo della comunità

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Venezia

Intervista a Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori, per la Mostra del Cinema

Eurocomunicazione, insieme alla Piattaforma internazionale ItaliensPR, ha intervistato Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori che si svolgono nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia dall’1 all’11 settembre.

  • Che festival sarà e in che cosa le Giornate sono diverse dal resto della Mostra?

«Senza alcuna enfasi, sarà una grande Mostra del Cinema, una passerella di idee, creatività, tendenze e ricambio generazionale come da tempo non si vedeva. Sarà certamente anche la data del ritorno dei grandi film americani in Europa dopo i mesi bui della pandemia. Ma – e per me è ciò che conta davvero – sarà un’occasione indimenticabile di ritorno al piacere di stare insieme per scoprire il nuovo e il bello».

«Un anno fa Venezia ha dato il segnale dimostrando che era possibile fare cultura e incontrarsi in presenza grazie al rispetto scrupoloso delle necessarie norme sanitarie. Ma è stato in qualche modo un momento eccezionale, seguito da un lungo “inverno del nostro scontento”. Oggi si respira un’aria diversa, un desiderio consapevole di rilancio che ricorda momenti importanti nella storia recente dell’umanità. Come dopo le grandi guerre e le grandi catastrofi. Per l’Italia è come rivivere i giorni che seguirono le tremende alluvioni del 1966, quando l’impossibile diventò nuovamente possibile. E una volta di più il cinema, quest’arte imperfetta che coniuga creazione e industria, divertimento e pensiero, ci aiuta a guardare avanti, sente – come un rabdomante – che è tempo di guardarci dentro specchiandoci negli altri».

«In questo contesto, che è del tutto merito di un direttore prudente e garante come Alberto Barbera e di un presidente della Biennale lungimirante e visionario come Roberto Cicutto, le Giornate degli Autori continuano a fare il loro mestiere di “sale della terra”. Punto di contatto tra il mondo del cinema veramente indipendente e la grande macchina dello spettacolo. Siamo nati nel 2004 grazie alla determinazione delle due associazioni degli autori cinematografici italiani (oggi Anac e 100autori) e di due grandi intellettuali della cultura come Citto Maselli ed Emidio Greco. Sappiamo che la traccia da loro indicata è, anche adesso, moderna e coraggiosa. Sta a noi seguirne l’esempio, specie quando compiamo 18 anni e diventiamo, ci piaccia o no, maggiorenni».

  • Che cinema dobbiamo aspettarci, grazie alle scelte che avete fatto nel 2021?

«Mi piace ricordare quella che da sempre è la nostra bandiera quando ci descriviamo come lo spazio del coraggio e dell’audacia consapevole. Siamo un vascello corsaro, piccolo e orgoglioso della nostra indipendenza, dal momento che esistiamo soltanto per il sostegno del Ministero della Cultura e di generosi partner privati, legati alla Biennale da un patto di reciproco rispetto e autonomia. Non abbiamo tappeti rossi, non facciamo parate di star perché il nostro compito è diverso e le nostre stelle sono gli autori e la freschezza delle loro idee».

«Ma mi piace anche citare le parole di Gaia Furrer (video in fondo, ndr), la nostra direttrice artistica, quando segnala le linee forti della selezione di quest’anno: una profonda ricerca di identità che marca la maggior parte dei film invitati e – non sembri una contraddizione tra privato e pubblico – una grande tensione politica che accomuna autori di Paesi diversi, risoluti a non farsi omologare, a tener alta la testa anche di fronte a centri di potere spesso ottusi e ancorati a un passato con cui non vogliamo spartire il sogno di un Mondo diverso».

«Abbiamo poi una grande attenzione per un cinema italiano che ha colto l’importanza del momento vissuto e che ha fatto delle difficoltà (economiche, produttive, interiori) il trampolino per guardare avanti con occhi sempre meno provinciali. Per questo abbiamo rafforzato lo spazio off delle “Notti Veneziane” e abbiamo condiviso il nostro percorso con una realtà giovane e dinamica totalmente veneziana come Isola Edipo. Qui abbiamo trovato le nostre radici lagunari (non a caso abbiamo contribuito a restaurare e rilanciare una sala d’essai dimenticata al Lido di Venezia) e per questo abbiamo abbracciato un nome iconico per questa sala intitolandola alla Laguna e alla memoria di un’amica e un’autrice unica come ValentinaZuccoPedicini».

  • La caratteristica più amata da italiani e stranieri alle Giornate è sempre stata la convivialità informale che fa della Villa degli Autori una sorta di “atollo” pieno di umanità nel ritmo forsennato di un grande festival. In questo senso ci sono novità?

«È vero, registi, attori, produttori soprattutto stranieri ci amano per questa caratteristica da troppi dimenticata: l’idea che un festival debba essere soprattutto una comunità e che, per questo, ci sia bisogno di spazi e tempi dilatati, diversi dalla catena di montaggio della passerella, più amichevoli e capaci anche di generare incontri davanti a un piatto di spaghetti o a un bicchiere di vino. Spesso ci hanno detto che eravamo “the place to be” e non vogliamo smarrire questo tesoro. Ma per restare sintonizzati con il cambiamento bisogna anche avere il coraggio di innovare. Passiamo quindi dalla Villa alla Casa degli Autori, costruita intorno alla nostra nuova sala e alla vicinissima Isola Edipo – dal nome della barca amata da Pasolini che vi creava il suo “Edipo Re” girovagando per la laguna – e pensata come una sorta di “isola degli autori”. Uno spazio bianco ancora tutto da scrivere tra incontri, mostre, proiezioni, serate e momenti di relax».

«I nostri film in concorso stanno sempre nel cuore della Mostra, alla Sala Perla del rinnovato Casinò a fianco del Palazzo del Cinema; ma il cuore vivo delle Giornate ha adesso una nuova casa che sarà una sorpresa per tutti. Il manifesto di quest’anno – ideato da Antonella e Maria Teresa Pizzetti – vuole trasmettere un messaggio chiaro: stiamo costruendo un nuovo nido dove c’è posto per tutti. Suoniamo uno spartito che batte al tempo del presente e si proietta ogni anno nel futuro. Siamo una piccola orchestra di solisti che amano suonare insieme al servizio dei film e dei grandi talenti di domani. Per questo accompagno con lo stesso entusiasmo del 2004 l’avventura delle Giornate e mi piace vedermi come il garante (insieme al presidente Andrea Purgatori, al nostro Consiglio Direttivo, alla formidabile squadra che letteralmente crea ogni volta un progetto diverso e coerente) di una comunità che non si ripiega mai su sé stessa e sfida il vento del cambiamento, tenendo la rotta come ci hanno insegnato i grandi navigatori, alla ricerca di territori inesplorati».

 

 

Cecilia Sandroni

Foto © ItaliensPR

Video © Eurocomunicazione

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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