Afghanistan, che fine faranno le donne? Le preoccupazioni di Pangea onlus

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Eurocomunicazione intervista Luca Alberto Lo Presti, presidente della Fondazione

Pangea onlus è un’organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne, delle loro famiglie e delle comunità circostanti. Grazie a Pangea donne e famiglie delle zone più difficili del Pianeta hanno ricominciato a vivere e a sentirsi parte attiva del Mondo.

Grande preoccupazione per la situazione in Afghanistan

«L’obiettivo che abbiamo in queste ore è di mettere in sicurezza le donne. Sappiamo che ci sono rastrellamenti come nel periodo nazista. Oltre a episodi di pulizia etnica» ci spiega il presidente della Fondazione Luca Alberto Lo Presti.

Cosa può fare in questo momento l’Unione europea?

«L’Ue è fondamentale. C’è stata la presa di coscienza da parte dei Governi del disastro che ci lasciamo alle spalle. Si sente una responsabilità per le donne e bambini in primis che si stanno lasciando lì».

«Ho comunque la consapevolezza che l’Europa ascolti il pianto delle persone che sono terrorizzate e vogliono scappare per il ritorno dei talebani».

«Un corridoio umanitario darebbe una certa garanzia per permettere a tutti coloro che – magari solo per un periodo, continua Lo Presti – sono costrette a lasciare il Paese senza finire vittime di delinquenti e organizzazioni criminali».

Ma come mai sono rimasti tutti sorpresi per questo ritorno dei talebani?

«Credo che loro stessero frequentando delle tipografie talebane. Stavano già stampando manifestini elettorali, bandierine. Avevano già preso delle società di catering…scusa il sarcasmo, ma di che stiamo parlando? Tutti i governanti sono scioccati, solo la Merkel ha fatto un mea culpa. Anzi, hanno solo detto che è avvenuto tutto troppo in fretta. Sembra veramente che si stesse preparando tutto a tavolino».

«Il nemico pubblico numero uno, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono proprio quei ragazzi che “pericolosamente” volevano realizzare un Paese democratico, libero e indipendente. L’Afghanistan è il Paese numero uno come produttore di oppio, grazie al quale si realizzano montagne di denaro con cui si producono, si commerciano e si esportano armi. La Cina ricava 3 miliardi di dollari di risorse minerarie. Hanno ricevuto i talebani a Pechino per fare la pace».

«La sorpresa è stata che gli Usa e gli altri Paesi occidentali sono stati scalzati in un nano secondo dalla Cina, dalla Russia e dalla Turchia».

Di questo e altro parliamo nel corso dell’intervista al presidente della Fondazione Pangea onlus. Buona visione!

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