Intervista a Simonetta Brandolini d’Adda, Friends of Florence

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Friends of Florence

Presidente della Fondazione, un’organizzazione no profit americana

Friends of Florence, ovvero dare l’opportunità ai cittadini del Mondo di partecipare alla conservazione e all’accrescimento della città di Firenze e della Regione Toscana. Tramite dei progetti studiati e selezionati, molte opere artistiche, architettoniche e letterarie sono state restaurate, tutelate o finalmente aperte al pubblico. Un comitato di esperti e storici dell’arte di importanza internazionale guida la Fondazione nella selezione di quei progetti che ne beneficiano il lavoro.

Di questo e altro ne parliamo con Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione Friends of Florence, un’organizzazione non profit americana che è nata per sostenere, attraverso il dono, la conservazione del patrimonio storico-artistico fiorentino e toscano, per consegnarlo alle future generazioni.

  • Presidente da cosa è nata l’idea di fondare Friends of Florence?

«Friends of Florence nasce dall’amore per la città di Firenze e per la Toscana, e dalla consapevolezza che il patrimonio culturale italiano, in particolare proprio quello di Firenze e della Toscana è alla base della nostra cultura occidentale. Da qui il nostro dovere civile e morale di tutelare e salvaguardare questo patrimonio per tutta l’umanità e per offrire alle generazioni presenti e future la stessa possibilità, che abbiamo noi, di fruire di questi tesori e di crescere secondo i valori che fondano la civiltà occidentale di cui siamo parte».

  • Da quando è attiva?

«Da quando è nata nel 1998 ad oggi Friends of Florence è giunta a riunire più di 3.000 donatori in tutto il Mondo interessati a conservare l’integrità culturale e storico-artistica di Firenze e della Toscana. Nei suoi 23 anni di attività la Fondazione ha donato oltre 12milioni di dollari per progetti di restauro e conservazione in Regione, ed è fra le principali fonti di finanziamento dei tanti laboratori di restauro e dei professionisti qualificati che in città lavorano per garantire la sopravvivenza dell’arte e della cultura. Per fare tutto questo Friends of Florence ha sviluppato negli anni collaborazioni stabili e continuative con enti pubblici e privati che operano in ambito artistico. Siamo una Fondazione 501 (c) 3, ciò vuol dire che la nostra organizzazione è riconosciuta dal Governo degli Stati Uniti e consente ai cittadini americani di detrarre dalle tasse il 100% della donazione erogata».

«Da qualche anno inoltre si è costituito il Council for the Future per sviluppare nuovi progetti e far crescere sempre di più la nostra Fondazione».

  • Come avviene la scelta di sostenere un progetto di restauro?

«La scelta degli interventi di restauro da sostenere avviene con il supporto di esperti e storici dell’arte di fama internazionale, che riuniti in un Comitato tecnico, selezionano quei progetti che saranno oggetto del nostro sostegno. In questo modo molte opere artistiche e architettoniche possono essere restaurate, tutelate e finalmente rese visibili al pubblico. In moltissimi casi poi, per anni dopo gli interventi, la Fondazione continua a mantenere i progetti restaurati. Secondo lo statuto per Friends of Florence è prioritario il sostegno diretto ai professionisti coinvolti nei progetti: la realizzazione del lavoro è regolata sia da convenzioni specifiche stipulate con le proprietà che disciplinano i ruoli, la relazione fra i soggetti coinvolti e la tutela del bene, sia dall’Alta Sorveglianza della Soprintendenza. Ci rendiamo conto che questa sia davvero una condizione straordinaria, che è stata resa possibile grazie alla collaborazione fra i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio e che garantisce la sicurezza delle opere, l’alta qualità degli interventi, la valorizzazione del lavoro dei professionisti. Siamo fermamente convinti che il successo di un progetto sia in gran parte favorito dal confronto e dalla collaborazione di tutti coloro che, a vario titolo, vi partecipano perché l’obiettivo comune e condiviso resta sempre la conservazione del patrimonio artistico di Firenze e della Toscana e la possibilità di consegnarlo alle future generazioni, offrendo a esse la possibilità di fruirlo e apprenderne i messaggi che esso porta nel Mondo».

«Una delle caratteristiche che contraddistingue l’attività di Friends of Florence è appunto il sostegno diretto ai restauratori e ai tecnici che lavorano a ogni progetto e che grazie alla loro attività consentono alla Fondazione di tutelare il patrimonio toscano. Proprio con questa visione, dal 2012 abbiamo lanciato il Premio Friends of Florence Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, un’erogazione in denaro dell’importo di € 20.000,00 Iva inclusa finalizzata alla realizzazione di un restauro di un’opera ubicata nella città di Firenze che deve essere fruibile o lo dovrà diventare dopo l’intervento. Con questa iniziativa, realizzata in collaborazione con la segreteria del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, che nel 2022 giungerà alla sua sesta edizione, la Fondazione intende sostenere un settore, quello del restauro, che purtroppo è stato fortemente mortificato dall’incertezza economica contemporanea».

  • Quali sono stati i progetti più significativi che avete sostenuto?

«Tutti i progetti che con Friends of Florence abbiamo sostenuto sono stati importanti perché, come ho sottolineato in precedenza, ci hanno consentito di salvare dall’oblio un pezzo della nostra identità occidentale. Che siano tabernacoli agli angoli della città, o grandi e famose opere, sono tutti tasselli importanti della nostra storia e devono essere restituiti al mondo intero perché davvero patrimonio di tutta l’umanità».

«Partecipare come donatori a un restauro non è solo un’occasione per salvaguardare l’arte e l’architettura fiorentina o toscana, e realizzare la nostra missione, ma è anche un’occasione di grande crescita per i sostenitori, per chi prende parte al progetto e per il grande pubblico di fruitori, studiosi e studenti. Perché ogni lavoro ci restituisce sempre pezzi della storia del manufatto che non si conoscevano. Per Friends of Florence, dunque, donare per conservare e contribuire a conoscere è un’esperienza bellissima, è in questo che sta l’essenza del nostro lavoro e della collaborazione con gli enti e i professionisti preposti alla tutela e alla conservazione».

  • Se dovesse in poche righe riassumere 23 anni di attività, quali progetti citerebbe?

«Le statue di marmo della Loggia dei Lanzi, compreso il Ratto delle Sabine di Gambologna, in Piazza della Signoria a Firenze è stato il primo progetto di restauro di Friends of Florence».

«Per celebrare il decimo anniversario della nostra fondazione abbiamo restaurato l’intera Tribuna degli Uffizi, dopo l’intervento alla Sala della Niobe e a numerose sculture antiche all’interno della Galleria. Nel 2016, alle Gallerie degli Uffizi abbiamo inoltre sostenuto il rinnovo delle sale di Botticelli e Pollaiolo che conservano alcune delle opere più conosciute in tutto il Mondo».

«Friends of Florence ha collaborato con tutti i principali musei di Firenze, ad esempio pluriennale è la sinergia con il Museo dell’Opera del Duomo in cui abbiamo realizzato l’intervento al gruppo scultoreo intitolato La predica del Battista di Giovan Francesco Rustici, la Cantoria di Luca della Robbia, intervenendo anche alla conclusione dei lavori di restauro della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti».

«Nel 2017 abbiamo inaugurato anche l’intero Chiostrino dei Voti nella Basilica della Santissima Annunziata, affrescato da Andrea del Sarto, Pontormo e Rosso Fiorentino, restaurato con il contributo di diversi nostri donatori, dopo che sempre in basilica avevamo sostenuto il recupero della tavola della Madonna del Soccorso, del Cristo Croficisso e dei sei rilievi in bronzo con storie della Passione di Cristo realizzati dal Giambologna nell’omonima cappella».

«Da quando abbiamo contribuito nel 2004 al restauro del David di Michelangelo, dei Prigioni e di numerose altre opera d’arte all’Accademia, continuiamo a sostenere la manutenzione annuale di questi capolavori».

«Grazie inoltre a una donazione siamo riusciti ricollocare il Cristo ligneo di Michelangelo al centro della Sagrestia di Santo Spirito».

«Per l’anniversario dei mille anni dalla fondazione di San Miniato al Monte, abbiamo sostenuto il restauro del Ciborio e qualche giorno fa abbiamo inaugurato la Cappella del Cardinale di Portogallo, uno dei capolavori del Rinascimento fiorentino».

«Fra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 la Fondazione ha sostenuto inoltre il restauro del Putto con Delfino di Andrea del Verrocchio nel Museo di Palazzo Vecchio e del Terrazzo di Giunone nel quale è collocato».

«In Toscana il nostro primo intervento si è rivolto al restauro de l’Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio alla Badia a Passignano in Chianti insieme ai Marchesi Antinori, consentendo così la riapertura al pubblico del refettorio. Ma in Regione proseguiamo il nostro impegno con progetti importanti come il Pulpito di Giovanni Pisano nella Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia e la Deposizione di Rosso Fiorentino alla Pinacoteca civica di Volterra».

«Neanche la pandemia ha fermato la generosità dei nostri donatori ed è grazie a loro se nel 2020 abbiamo realizzato la nuova sistemazione della Sala del Beato Angelico (già Sala dell’Ospizio) nel Museo di San Marco, la Croce dipinta di Ambrogio Lorenzetti alla Pinacoteca Nazionale di Siena, la Statua di San Marco di Donatello al Museo di Orsanmichele, il ritratto di Laura Battiferri di Agnolo Bronzino nel museo di Palazzo Vecchio, la Pala di Bosco ai Frati del Beato Angelico al Museo di San Marco».

«Attualmente sono diversi i restauri in corso tra i quali la Pietà Bandini di Michelangelo nel Grande Museo dell’Opera del Duomo».

«Dal 1998 a oggi abbiamo inoltre realizzato importanti progetti di restauro anche in molte altre chiese di Firenze tra le quali Santa Felicita, Santa Croce, San Lorenzo, Santo Spirito, e in numerosi musei tra cui il Museo Horne, il Museo Archeologico Nazionale, Palazzo Vecchio, il Bargello, il Museo del Prado a Madrid, il Grande Museo dell’Opera del Duomo».

  • Friends of Florence non si occupa però solo di restauro, ma anche di valorizzazione e sensibilizzazione?

«Si certo la Fondazione promuove in collaborazione con le università, le scuole, le associazioni culturali e i circoli privati, anche conferenze e incontri a tema. Durante l’anno organizza inoltre diversi programmi di approfondimento con storici e donatori per studiare artisti o temi specifici. Di recente questa attività è stata organizzata anche in collaborazione con musei e istituti internazionali come il Chicago Art Institute, la New York University, la Stanford e The Aspen Institute, grazie ai quali abbiamo potuto offrire ai nostri donatori momenti importanti di approfondimento storico artistico. Il Consolato Americano a Firenze, le Gallerie degli Uffizi, la Galleria dell’Accademia, il Museo dell’Opera del Duomo, il Comune di Firenze, il Museo di San Marco e tanti altri musei, chiese e siti storico-artistici. E proprio dalla volontà di catturare l’esperienza del restauro, fermare nella memoria quel pezzo di storia che non si conosce al di là dell’intervento, che nascono inoltre sia le visite ai laboratori e ai cantieri, guidate dall’esperienza diretta dei restauratori, sia i video sui restauri creati per il pubblico e diffusi attraverso i nostri canali social».

«Ma con Friends of Florence non ci fermiamo a questo, la nostra missione scende più in profondità perché conservare il patrimonio storico artistico di Firenze e della Toscana significa salvare non soltanto la memoria, ma anche i valori che alimentano da sempre la civiltà occidentale. Le stragi, le calamità e tutto ciò che colpisce il nostro patrimonio, mette in pericolo la nostra identità. Per questo motivo Friends of Florence affianca le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti nel processo di salvaguardia del patrimonio culturale di Firenze e della Toscana, perché per noi significa salvaguardare i principi e i valori della nostra civiltà occidentale».

«Proprio da questo pensiero sono nati alcuni progetti, fra i quali nel 2013, in occasione del 20° anniversario della strage di Via dei Georgofili, il dono alle Gallerie degli Uffizi dell’operaI Passi d’oro” una scultura di Roberto Barni collocata proprio sulla parete del museo più ferita dall’esplosione a imperitura memoria di quanto accaduto. E nel 2016, in occasione del 50° anniversario dell’alluvione del 1966, la 3° edizione del Premio Friends of Florence, dedicata a salvare un’opera danneggiata da calamità naturali o da eventi tragici causati dalla mano dell’uomo».

  • Se un potenziale donatore volesse approfondire la conoscenza di Friends of Florence e donare alla Fondazione cosa suggerisce di fare?

«Il mio invito è a collegarsi al nostro sito per conoscere tutti i progetti realizzati e quelli in corso. Siamo disponibili ad approfondire con tutti coloro che sono interessati a entrare a sostenere Friends of Florence e la nostra missione, sempre attraverso il sito potranno mettersi in contatto con noi».

 

Cecilia Sandroni

Foto © friendsofflorence

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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