Jeff Koons irrompe a Palazzo Strozzi, Firenze, con Shine

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Jeff Koons

Uno dei maggiori eventi d’arte contemporanea in Italia, a cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, per raccontare oltre 40 anni di carriera dell’artista

Jeff Koons, classe 1955, è una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea a livello globale. Autore di opere entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo. Koons mira a mettere in discussione il rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte.

L’artista americano, che già nel 2015 aveva ricevuto le chiavi della città, torna così a Firenze con Jeff Koons. Shine, uno dei maggiori eventi d’arte contemporanea in Italia. A cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, una delle più grandi mostre fatte su Jeff Koons. Racconta oltre 40 anni di carriera, e propone come chiave di lettura il concetto di “shine”, della luce, della riflettenza, di superfici specchianti che accolgono e inglobano lo spettatore.

Una mostra lucente

Fino al 30 gennaio 2022, Palazzo Strozzi accoglierà più di una trentina di coloratissime opere. Vanno dalla reinvenzione postmoderna del ready-made, a opere in metallo perfettamente lucido che simulano giocattoli gonfiabili. Fin dall’entrata del Palazzo, nel cortile, si rileva l’impatto colossale dell’evento con l’imponente Balloon Monkey. Poi c’è Rabbit, l’opera più cara mai venduta da un’artista vivente, 91 milioni di dollari. E l’iconico Baloon Dog che ricorda poeticamente il mitico cavallo di Troia. Troviamo anche le Gazing Ball, sfere di vetro blu, che rievocano un tipico ornamento dei giardini delle case della natìa Pennsylvania, abbinate a statue di bianco gesso o a dipinti dell’arte europea. A chiusura, le sculture della serie Antiquity con riferimenti esplicitamente all’antichità, alla mitologia e alla cultura classica. Tra queste infatti le Balloon Venus che richiamano le Veneri paleolitiche, totem preistorici con le forme esagerate per sottolineare l’importanza della fertilità.

Un lavoro introspettivo

Le innovative sculture e installazioni, per il loro materiale, brillano, trasmettono luce ma allo stesso tempo invitano a un dialogo. «Il visitatore concorre all’opera d’arte che è condivisa, non unilaterale e calata dall’alto. Lo spettatore completa la narrazione, partecipa al suo significato, al suo messaggio» sottolinea Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi.

Jeff Koons ha lavorato per rendere l’arte più inclusiva, più aperta, più democratica, più spirituale. E come lui stesso sostiene «l’arte ci consente di mantenere il contatto con i nostri predecessori e con quel legame ci consente di diventare migliori. È quello che ho fatto, e quando questo succede ci si apre di più verso gli altri».

«Devo dire che mi piace tantissimo e amo il lavoro di Michelangelo, di Verrocchio, così come Rubens si rifaceva a Leonardo, e Leonardo a Verrocchio, Masaccio. È questo amore che ci consente di divenire. Shine riguarda proprio questo l’accettazione di sé, l’accettazione degli altri per una vita più significativa».

Nell’opera di Jeff Koons «c’è proprio questo grande senso di apertura» – commenta Pissarro – «spesso si vedono delle foto di Jeff Koons davanti alle sue opere in una posizione di abbraccio ed è veramente e profondamente il modo in cui lui presenta e offre le sue opere. C’è questa apertura verso lo spettatore. Chi ha visto la mostra si è riflesso. Questo è un invito a un viaggio verso noi stessi, la nostra spiritualità, il nostro pensiero».

Nuova esperienza d’arte

L’uomo non è quindi uno spettatore passivo ma interagisce con ciò che lo circonda ed è proprio questo il fulcro di Shine. A questa mostra è stata dedicata molta attenzione nella speranza, sottolinea Koons, «che aiuti le persone che la vorranno visitare ad avere dei momenti memorabili, da tenere sempre a mente nell’interazione con le opere d’arte. E che i visitatori possano completare queste opere d’arte con la loro essenza».

Jeff KoonsSpesso per Jeff Koons, artista dei record, si sprecano i superlativi: il più grande, il più importante, il più influente, il più famoso, il più sovversivo, il più controverso, il più caro, il più ricco, il più criticato. Sicuramente questa mostra potrà portare a inserire nuovi aggettivi in questa lista, ricordando che Koons ha lavorato per rendere l’arte più inclusiva, più aperta, più democratica, più spirituale.

 

Cecilia Sandroni

Foto © Bianca Chellini

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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