Scozia, se c’è ancora un antico romano lo troverete sicuramente qui

0
1763
Scozia

Kilt, cornamusa, cibo, pub, sono solo alcuni esempi di cose che questa terra ha ereditato dai romani

Gior­ni fa, ve­de­vo in te­le­vi­sio­ne un do­cu­men­ta­rio sul­la Sco­zia. I suoi panorami mozzafiato e le bellezze naturali mi hanno permesso di perdermi con la fantasia. Ho iniziato pensando alle saghe di questa terra fra maghi e folletti, ma anche indomabili guerrieri.

La voce fuori campo, rac­con­ta­va del­le tra­di­zio­ni mil­le­na­rie di que­sto po­po­lo, di­men­ti­can­do, però, un particolare. Quasi tut­to ciò che que­sto an­ti­co po­po­lo del­le Hi­ghlands ha ancora e che formano la sua tradizione lo de­ve­ ai no­stri an­ti­chi pro­ge­ni­to­ri e loro conquistatori: i romani.

Influssi

In realtà la Scozia non fu conquistata militarmente dalle legioni imperiali perché i romani igno­ra­ro­no le terre scozzesi con­si­de­ra­te ino­spi­ta­li e con abitanti ancora selvaggi. Da questa visione strategica nacque poi il famoso Vallo di Adriano.

Cer­to, quan­do par­lia­mo di ere­di­tà cul­tu­ra­li, non par­lia­mo del whi­sky o del tè del­le cin­que. Ma già dal nome la­ti­no di Bri­tan­nia, per de­si­gna­re l’at­tua­le Gran Bre­ta­gna o il nome della stes­sa Lon­dra, l’an­ti­ca Lon­di­nium, sen­tia­mo abbondantemente la pre­sen­za ro­ma­na, ma andiamo adesso direttamente nell’odierna Scozia.

Si deve ai nostri progenitori, ad esem­pio, l’in­tro­du­zio­ne del­la pa­sto­ri­zia, al­me­no sot­to l’aspetto pro­dut­ti­vo, in zone fino ad al­lo­ra vocate esclu­si­va­men­te alla cac­cia. Inoltre il simbolo del­le greg­gi scoz­ze­si, an­co­ra oggi, è cer­ta­men­te il Col­lie. Raz­za ca­ni­na in­tel­li­gen­te, ele­gan­te e te­na­ce, ar­ri­va­ta in In­ghil­ter­ra pro­prio a seguito della con­qui­sta dei Ro­ma­ni. Ma, la cui ori­gi­ne vie­ne in realtà fat­ta ri­sa­li­re alle ter­re del­l’A­sia e del Me­dio Orien­te già in epoche pre­i­sto­ri­che. Lo stes­so vale per i gat­ti an­ch’es­si ve­nu­ti in Bri­tan­nia al se­gui­to del­le cen­tu­rie ro­ma­ne.

L’abito maschile

Al­tro sim­bo­lo scoz­ze­se è cer­ta­men­te il kilt, il ce­le­bre gon­nel­li­no. An­che se, l’at­tua­le fog­gia, non è quel­la tra­di­zio­na­le che infatti, ri­sa­le alla metà del XVIII secolo. Questo gra­zie alla rielaborazione di un sar­to lo­ca­le che lo fece tor­na­re di moda.

ScoziaL’a­bi­to an­ti­co, era un in­du­men­to ma­schi­le co­sti­tui­to da una ampia par­te di stof­fa av­vol­ta intorno alla vita, come una gon­na fem­mi­ni­le, e chiu­so da lac­ci di pel­le con una fib­bia in alto e da una gros­sa spil­la di si­cu­rez­za. Il re­sto del tes­su­to era lungo ab­ba­stan­za da es­se­re appoggiato sul­la spal­la e, ar­ro­to­la­to in­tor­no alla vita che po­te­va ser­vi­re da co­per­ta o per co­pri­re la te­sta. Insomma una vera toga ro­ma­na.

A com­ple­ta­re que­sto in­du­men­to il kilt sul davanti c’è lo spor­ran, una bor­sa di cuo­io mol­to si­mi­le alla clas­si­ca bor­sa dove il le­gio­na­rio ro­ma­no po­te­va met­te­re il cibo come ri­sto­ro per le lunghe mar­ce o pic­co­li ef­fet­ti per­so­na­li.

In­se­pa­ra­bi­le per ogni scoz­ze­se era, poi, il sgian du­b­hil, ti­pi­co pu­gna­le. Ri­fa­ci­men­to del piccolo pu­gio ro­ma­no con la stes­sa lama trian­go­la­re e fa­cil­men­te na­scon­di­bi­le.

Tante similitudini

Ma uno scoz­ze­se sen­za la sua cor­na­mu­sa non è com­ple­to: “Ieri come oggi, le bag­pi­pes” – re­ci­ta un can­to po­po­la­re – “af­fi­da­no ai ven­ti del cie­lo le emo­zio­ni più vere del cuo­re del­lo scoz­ze­se in gio­ia e in tri­stez­za, in guer­ra come in pace”. An­che que­sto sim­bo­lo della Scozia pro­vie­ne dal­la con­qui­sta ro­ma­na. Ori­gi­na­ria del­l’A­sia, la cornamusa pe­ne­trò nel mon­do gre­co-ro­ma­no agli ini­zi del­l’e­tà im­pe­ria­le. E, a que­sto stru­men­to, sem­bra­no ri­fe­rir­si i ter­mi­ni ascau­les, suo­na­to­re di cor­na­mu­sa, come in al­cu­ni epigrammi di Mar­zia­le o anche ti­bia utri­cu­la­ris e ul­tri­cu­la­rium.

Come ogni tradizione, non po­te­va man­ca­re certamente il cibo

Ci sono mol­te af­fi­ni­tà tra le due culture. Ad esem­pio, il ce­le­bre por­rid­ge scoz­ze­se, dif­fu­so da secoli or­mai in tut­ta la Gran Bre­ta­gna che non è altro che il puls, noto a tut­te le popolazioni del­l’I­ta­lia tir­re­ni­ca, a par­ti­re da­gli Etru­schi: stes­si in­gre­dien­ti di base e la stessa pre­pa­ra­zio­ne con fiocchi d’avena, latte, acqua, sale, miele e mandorle.

Così an­che con il piat­to ti­pi­co scoz­ze­se, l’Hig­gis, sto­ma­co di pe­co­ra ri­pie­no di frat­ta­glie. Si tro­va­no al­cu­ni cen­ni di que­sto piat­to anche nel­la sto­ria del­la cu­ci­na ro­ma­na. Inoltre è ancora at­tua­le in Sar­de­gna con lo Sa Fren­te, sto­ma­co di pe­co­ra ri­pie­no del san­gue  dell’animale e di va­rie frat­ta­glie tra cui toz­zet­ti di Cor­rias, pane ti­pi­co sar­do, piat­to sicuramente più buo­no, ci permettiamo di dirlo, di quel­lo scoz­ze­se.

ScoziaIn­fi­ne, di­spia­ce de­lu­de­re una del­le tra­di­zio­ni più ra­di­ca­te non solo in Sco­zia, ma nel­la in­te­ra Gran Bre­ta­gna, ci riferiamo alla dif­fu­sio­ne dei famosi pub. I pri­mi, nella loro attuale accezione, vengono fat­ti ri­sa­li­re alla crea­zio­ne del­la rete stra­da­le ro­ma­na ed era­no po­sti dove i viag­gia­to­ri potevano tro­va­re ri­sto­ro e cambiare i cavalli. Un vero successo che non tardò ad arrivare an­che nel­le cit­tà dove si aprirono molti di que­sti nuo­vi eser­ci­zi commerciali.

In­som­ma, se vo­glia­mo as­sa­po­ra­re an­co­ra l’e­re­di­tà dei ro­ma­ni ba­sta andare in Scozia e forse tro­ve­re­mo an­co­ra un an­ti­co di­scen­den­te di qual­che cen­tu­rio­ne ro­ma­no.

 

Antonello Cannarozzo

Foto © Ijobs, Wikipedia, NelcuoredellaScozia

Articolo precedenteEuropean Health Summit 2021, innovazione e cooperazione per una società più in salute
Articolo successivoRegno Unito, contenere Omicron evitando il lockdown a Natale
Antonello Cannarozzo
Giornalista professionista dal 1982. Nasce come consulente pubblicitario, in seguito entra nella redazione del quotidiano Il Popolo, dove diviene vaticanista ed in seguito redattore capo. Dal 1995 è libero professionista e collabora con diverse testate su argomenti di carattere sociale. In questi anni si occupa anche di pubbliche relazioni e di uffici stampa. La sua passione rimane, però, la storia e in particolar modo quella meno conosciuta e curiosa. Attualmente, è nella direzione del giornale on line Italiani.net, rivolto ai nostri connazionali in America Latina, e collabora con Wall street international magazine con articoli di storia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui