Kilt, cornamusa, cibo, pub, sono solo alcuni esempi di cose che questa terra ha ereditato dai romani
Giorni fa, vedevo in televisione un documentario sulla Scozia. I suoi panorami mozzafiato e le bellezze naturali mi hanno permesso di perdermi con la fantasia. Ho iniziato pensando alle saghe di questa terra fra maghi e folletti, ma anche indomabili guerrieri.
La voce fuori campo, raccontava delle tradizioni millenarie di questo popolo, dimenticando, però, un particolare. Quasi tutto ciò che questo antico popolo delle Highlands ha ancora e che formano la sua tradizione lo deve ai nostri antichi progenitori e loro conquistatori: i romani.
Influssi
In realtà la Scozia non fu conquistata militarmente dalle legioni imperiali perché i romani ignorarono le terre scozzesi considerate inospitali e con abitanti ancora selvaggi. Da questa visione strategica nacque poi il famoso Vallo di Adriano.
Certo, quando parliamo di eredità culturali, non parliamo del whisky o del tè delle cinque. Ma già dal nome latino di Britannia, per designare l’attuale Gran Bretagna o il nome della stessa Londra, l’antica Londinium, sentiamo abbondantemente la presenza romana, ma andiamo adesso direttamente nell’odierna Scozia.
Si deve ai nostri progenitori, ad esempio, l’introduzione della pastorizia, almeno sotto l’aspetto produttivo, in zone fino ad allora vocate esclusivamente alla caccia. Inoltre il simbolo delle greggi scozzesi, ancora oggi, è certamente il Collie. Razza canina intelligente, elegante e tenace, arrivata in Inghilterra proprio a seguito della conquista dei Romani. Ma, la cui origine viene in realtà fatta risalire alle terre dell’Asia e del Medio Oriente già in epoche preistoriche. Lo stesso vale per i gatti anch’essi venuti in Britannia al seguito delle centurie romane.
L’abito maschile
Altro simbolo scozzese è certamente il kilt, il celebre gonnellino. Anche se, l’attuale foggia, non è quella tradizionale che infatti, risale alla metà del XVIII secolo. Questo grazie alla rielaborazione di un sarto locale che lo fece tornare di moda.
L’abito antico, era un indumento maschile costituito da una ampia parte di stoffa avvolta intorno alla vita, come una gonna femminile, e chiuso da lacci di pelle con una fibbia in alto e da una grossa spilla di sicurezza. Il resto del tessuto era lungo abbastanza da essere appoggiato sulla spalla e, arrotolato intorno alla vita che poteva servire da coperta o per coprire la testa. Insomma una vera toga romana.
A completare questo indumento il kilt sul davanti c’è lo sporran, una borsa di cuoio molto simile alla classica borsa dove il legionario romano poteva mettere il cibo come ristoro per le lunghe marce o piccoli effetti personali.
Inseparabile per ogni scozzese era, poi, il sgian dubhil, tipico pugnale. Rifacimento del piccolo pugio romano con la stessa lama triangolare e facilmente nascondibile.
Tante similitudini
Ma uno scozzese senza la sua cornamusa non è completo: “Ieri come oggi, le bagpipes” – recita un canto popolare – “affidano ai venti del cielo le emozioni più vere del cuore dello scozzese in gioia e in tristezza, in guerra come in pace”. Anche questo simbolo della Scozia proviene dalla conquista romana. Originaria dell’Asia, la cornamusa penetrò nel mondo greco-romano agli inizi dell’età imperiale. E, a questo strumento, sembrano riferirsi i termini ascaules, suonatore di cornamusa, come in alcuni epigrammi di Marziale o anche tibia utricularis e ultricularium.
Come ogni tradizione, non poteva mancare certamente il cibo
Ci sono molte affinità tra le due culture. Ad esempio, il celebre porridge scozzese, diffuso da secoli ormai in tutta la Gran Bretagna che non è altro che il puls, noto a tutte le popolazioni dell’Italia tirrenica, a partire dagli Etruschi: stessi ingredienti di base e la stessa preparazione con fiocchi d’avena, latte, acqua, sale, miele e mandorle.
Così anche con il piatto tipico scozzese, l’Higgis, stomaco di pecora ripieno di frattaglie. Si trovano alcuni cenni di questo piatto anche nella storia della cucina romana. Inoltre è ancora attuale in Sardegna con lo Sa Frente, stomaco di pecora ripieno del sangue dell’animale e di varie frattaglie tra cui tozzetti di Corrias, pane tipico sardo, piatto sicuramente più buono, ci permettiamo di dirlo, di quello scozzese.
Infine, dispiace deludere una delle tradizioni più radicate non solo in Scozia, ma nella intera Gran Bretagna, ci riferiamo alla diffusione dei famosi pub. I primi, nella loro attuale accezione, vengono fatti risalire alla creazione della rete stradale romana ed erano posti dove i viaggiatori potevano trovare ristoro e cambiare i cavalli. Un vero successo che non tardò ad arrivare anche nelle città dove si aprirono molti di questi nuovi esercizi commerciali.
Insomma, se vogliamo assaporare ancora l’eredità dei romani basta andare in Scozia e forse troveremo ancora un antico discendente di qualche centurione romano.
Antonello Cannarozzo
Foto © Ijobs, Wikipedia, NelcuoredellaScozia