European Health Summit 2021, innovazione e cooperazione per una società più in salute

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European Health Summit

Si è tenuto online l’evento organizzato da European Business Summit. Preparazione e unione delle forze possono promuovere la resilienza sanitaria europea

Le priorità riguardo alla salute, nell’ultimo anno e mezzo, sono cambiate in tutto il Mondo. Ma anche quando la pandemia di Covid19 sarà alle spalle, bisognerà mantenere un’ottica di lungo periodo, costruendo società capaci di assorbire le crisi future. Per esplorare le sfide e le opportunità, l’European Business Summit ha presentato la seconda edizione dello European Health Summit, tenutosi online il 9 dicembre.

Intitolato “Preparazione futura. Unire le forze per promuovere la resilienza sanitaria europea”, l’evento ha riunito esperti, accademici, imprenditori, politici, favorendo un dialogo costruttivo sulla sanità. Per ottenere risultati efficaci, è necessario non solo sfruttare i rapidi progressi tecnologici, ma anche rafforzare collaborazione e cooperazione interstatale, condividendo dati e competenze.

Hera

European Health SummitDa pochi mesi, l’Unione europea ha istituito Hera, Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. «Ci offre una soluzione completa», commenta Stella Kyriakides, commissaria Ue per la Salute e la Sicurezza Alimentare. «Riguarda tutti i processi, dall’identificazione della minaccia, alla scelta di misure adeguate, alla strutturazione di meccanismi di risposta alla crisi». Servirà dunque un’alleanza di tutti gli attori sociali, per non ripetere gli errori commessi, anche per inesperienza, nel contrastare il Covid-19.

«La competenza è statale», prosegue la Kyriakides, «ma, nei termini concessi dai trattati Ue, c’è molto da fare insieme». Il coordinamento fra Stati membri, meglio ancora se globale, servirà per «rafforzare la sicurezza, la stima del rischio, l’osservazione. Non solo per il qui e ora, non solo per il Covid, ma soprattutto per le prospettive future».

Meccanismi di intervento

Nelle intenzioni dell’Ue, in caso di nuove emergenze, Hera assumerà poteri specifici straordinari, per coordinare le fasi più critiche di ricerca e sviluppo. Sul lungo termine, Hera vuole armonizzare la ricerca biomedica dell’Ue, sviluppando un ambiente preparato e capace di risposte immediate. «Dobbiamo imparare come società mondiale, la collaborazione è tutto», sostiene Roger Connor, presidente della casa farmaceutica britannica GSK Global Vaccines. «Le priorità sono investire nell’innovazione tecnologica e stabilire pronte collaborazioni, in particolare con l’industria».

La strada, almeno nell’Ue, sembra essere quella giusta. «Abbiamo azionato una cooperazione senza precedenti tra politica, industria, tecnici, società civile», afferma François Sandre, capo per l’Europa della casa farmaceutica francese SanofiPasteur. «Condividiamo già le risorse, ora dobbiamo agire a livello mondiale, stimolando anche la produzione di vaccini per gli altri».

Unire le forze con l’Africa

European Health Summit 2021I riferimenti sono in particolare all’Africa, stretto partner con cui condividiamo ben più della prossimità geografica. Il refrain per uscire dalla pandemia è “nessuno è salvo finché non siamo tutti salvi”. La nuova variante Omicron viene dal Sudafrica e se da un lato preoccupa, dall’altro mostra anche la capacità di sorveglianza della Regione. Ma, più in generale, non tutto il continente ha standard, mezzi e infrastrutture uniformi. Con investimenti e cooperazione, però, il livellamento è possibile.

L’importante è evitare un approccio paternalista, residuo del colonialismo. «Abbiamo l’uno bisogno dell’altro», afferma Ebere Okereke, consulente onoraria del Cdc Africa (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) per la Salute Pubblica. «Dobbiamo lavorare a una partnership paritaria, non dovete dirci cosa fare, ma dobbiamo fare le cose insieme. Abbiamo le competenze, anche se frammentate. I nostri Governi hanno la responsabilità di stimolare gli investimenti e l’Europa è certamente parte della soluzione».

Filiera della distribuzione

Grazie anche al ruolo che potrà avere Hera, «la condivisione di dati e informazioni sarà quasi in tempo reale. Una grande infrastruttura globale», auspica Marion Koopmans, capo del Dipartimento di Viroscienze del Centro Medico Erasmus a Rotterdam. «La forza del modello di condivisione è già attivo, ad esempio nell’identificazione di Omicron. Ma c’è anche molta delusione degli africani, che aspettano l’aiuto europeo nella produzione e distribuzione dei vaccini. Bisogna strutturare gli investimenti sul lungo periodo».

«Ciò che è emersa è proprio l’interdipendenza della filiera di distribuzione», aggiunge Sophie Bechu, capo operativo e membro della Commissione Esecutiva Philips. «I Governi si concentrano troppo sulle risposte locali, serve un bilanciamento strategico. Dobbiamo accelerare l’innovazione, migliorare la logistica, selezionare gli investimenti e controllare le risorse. Hera giocherà un ruolo forte, non dobbiamo abbassare la guardia ma continuare con gli impegni presi». «Da questo dipenderà la capacità di risposta», continua Giorgos Rossides, capo dello staff della Commissione Ue per la Salute. Anche perché, «senza creare allarmismi, le pandemie si stanno susseguendo a un ritmo molto maggiore negli ultimi 30 anni».

Centralità dei dati

European Health Summit 2021L’intelligenza artificiale sarà centrale nella coordinazione e nel miglioramento della sanità europea e mondiale, grazie alla raccolta, analisi e condivisione dei dati. Ma ci sono anche rischi e perplessità, «nessuno vuole che i suoi dati vengano resi pubblici o cadano nelle mani sbagliate», evidenzia Casper Klynge, vicepresidente Microsoft per gli Affari europei. Ma, soprattutto per le malattie rare, i dati sono fondamentali.

«Dobbiamo modellare i sistemi di raccolta e uso dati, ma le opportunità sono enormi. Penso al caso di un ragazzino scandinavo affetto da una malattia rara. La famiglia mi ha raccontato dei problemi nel trasferire questi dati al Regno Unito. Ma sono ottimista che l’Ue potrà aprire la strada, con una giusta regolamentazione, standard adeguati e digitalizzazione livellata».

Accessibilità e sicurezza dati

Anche se la digitalizzazione ha fato enormi passi avanti, specie durante la pandemia, restano forti disparità. L’accessibilità non è garantita uniformemente in tutta Europa, in più bisogna combattere con una diffusa diffidenza degli utenti. «La fiducia è la chiave per non lasciare indietro nessuno», commenta Petra De Sutter, vicepremier belga. «Dovremo garantire l’uso dei dati per esclusivi scopi scientifici e di ricerca, solo così la privacy verrà presa sul serio dai cittadini. Se l’82% della popolazione pensa che sia utile attenersi strettamente a una lista di principi, valori, diritti, vuol dire che la sicurezza dei dati è una priorità».

«Più saremo chiari, più avremo vantaggi», interviene Elena Bonfiglioli, leader Microsoft per gli Affari regionali di Europa, Medio Oriente e Africa. «Il futuro della medicina è guidato dai dati, dalla precisione, dalla pronta identificazione dei rischi con l’analisi comparata, dalla condivisione oltre i confini nazionali. Potremmo salvare oltre 20 mila vite l’anno».

Terapie genetiche

European Health SummitCirca 30 milioni di persone ogni anno sono colpite da 7.000 tipi di malattie rare. Il 70-80% di queste sono genetiche e il 95% dei pazienti non può ricevere trattamenti. Le terapie genetiche rappresentano una nuova generazione di farmaci, potenzialmente in grado di individuare le cause della patologia ed eliminarle con un solo trattamento. Ma se l’innovazione tecnica è già una realtà, le cornici normative e le politiche attuali non sono aggiornate per garantire l’accesso del paziente alle cure.

Abbattere i costi

La pandemia ci ha drammaticamente mostrato come il sistema sanitario sia la spina dorsale per una società non solo in salute, ma in ripresa sociale ed economica. Negli ultimi anni l’Ue ha lanciato numerose terapie genetiche, con benefici di lungo periodo sia nel contrasto ai tumori che alle malattie rare. Tuttavia, i costi non sono ancora abbordabili per tutti. Grazie però all’uso di tecnologie sempre nuove, la discussione sulla sostenibilità economica e sui costi si intensificherà certamente.

La collaborazione tra pubblico e privato, per attirare e ottimizzare gli investimenti, giocherà un ruolo essenziale. In particolar modo per quei Paesi senza infrastrutture e mezzi adatti. Bisognerà dunque integrare l’innovazione nel cuore della cooperazione internazionale, determinando la forza della sanità pubblica del futuro.

 

Raisa Ambros

Foto © Forbes; hyms.ak.uk; thalesgroup.com; US Davis Health; aamc.org

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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