European Health Summit, verso un sistema sanitario comune

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La pandemia ha dimostrato come solo una coordinazione fra Stati può dare risultati significativi. L’Ue deve imparare dagli errori fatti e raccogliere la sfida per uno sviluppo diffuso

Il 1 dicembre si è tenuta, organizzata dal Consiglio EPSCO (Occupazione, Politica Sociale, Salute e Consumatori) nell’ambito dello European Business Summit, la prima edizione dello European Health Summit, in versione virtuale per via delle restrizioni dettate dalla pandemia di Covid-19. Questa però non ha impedito la realizzazione di un programma di conferenze, dibattiti, incontri di gruppo con decisori politici dell’Unione europea, autorità nazionali e regolatori, rappresentanti dell’industria, del mondo accademico e della società civile.

L’Unione Sanitaria Europea

Al centro della discussione, le priorità della neonata Unione Sanitaria Europea, lo scambio di idee e l’articolazione di raccomandazioni politiche con l’ambizione di consolidare l’organizzazione e renderla adattabile alle situazioni – come quella attuale – per assicurare il benessere dei cittadini.

L’intervento della presidente della Commissione europea

Tra gli oltre 45 relatori impegnati in 17 panel di alto livello, è intervenuta Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha sottolineato la necessità di una risposta comune e globale per sconfiggere il virus in quella che è «una sfida inedita nei tempi moderni», dove «nessun governo o Stato può farcela da solo». La von der Leyen ha comunque rimarcato il lato positivo di una «cooperazione senza precedenti sui temi della salute», che potrà rafforzare la preparazione e le responsabilità dell’Ue e delle agenzie di settore che fanno parte dell’Unione.

Le vaccinazioni

Infine una considerazione sul tanto atteso vaccino, sul cui sviluppo «c’è stato un notevole sforzo di squadra», ma servirà «uno sforzo anche maggiore per la diffusione a tutti quanti nel mondo. Le vaccinazioni sono un segno di auto-protezione e di solidarietà».

Le nuove partnership

La pandemia ha senza dubbio messo sotto straordinaria pressione il sistema europeo, condividere le esperienze e creare nuove partnership sono quindi due aspetti cardine per costruire un modello sanitario più resiliente. È apparso altrettanto evidente come le risposte più efficienti siano arrivate da controlli diffusi e da dotazioni di materiale e attrezzature adeguate, aree in cui l’Ue può e deve aggiungere valore, migliorando la capacità di gestione per eventuali future crisi sanitarie. Infatti, queste ondate pandemiche hanno dimostrato come le contromisure siano ancora state prese in maniera ancora troppo frammentata.

L’utilizzo di innovazione e tecnologia

Per decenni i costi sanitari sono stati superiori alla crescita economica, ci si chiede se si potrà parlare di espansione e sostenibilità secondo criteri e pratiche tradizionali. L’innovazione in campo medico dovrà guidare l’incremento qualitativo del sistema, rimodellandolo. La tecnologia permetterà di adattarsi a ciascun paziente, ad esempio con app e raccolte dati che permettano trattamenti personalizzati, mirati ai bisogni di ciascuno. Il supporto digitale dovrebbe anche permettere una maggiore accessibilità diffusa.

Ripensare al trattamento delle malattie mentali

Un altro aspetto importante riguarda la salute mentale, il Covid-19 non ha colpito solo il fisico, ma anche la psiche, fondamentale per il benessere di una persona. Scienza e tecnologia possono offrire nuovi aiuti al sostegno, con interventi tempestivi di prevenzione oltre che di cura. Si può ripensare il modo in cui trattiamo le malattie mentali, cambiando le loro traiettorie.

Il mercato globale

Un ruolo cruciale sarà giocato anche dal mercato globale, che pure si riflette sulla sanità. Le barriere commerciali sono dannose per lo sviluppo e l’innovazione in campo farmaceutico, uno dei settori in cui l’Europa è più competitiva. L’incertezza del periodo ha minato le prospettive, l’agenda futura deve guardare a un nuovo progresso che rafforzi la sanità europea e mondiale.

«La frammentazione ci rende più vulnerabili», ha dichiarato Stella Kyriakides, commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, «dobbiamo mettere insieme le risorse o saremo più deboli, nessuno può affrontare queste crisi da solo», prosegue in linea con la von der Leyen.

Pronti per una nuova pandemia

«La crisi ha evidenziato gli errori delle società», aggiunge il microbiologo e Consulente Speciale della Commissione Peter Piot, «l’aspetto positivo della crisi è la solidarietà generata in tutta Europa. Dobbiamo cogliere l’opportunità per sviluppare l’Unione Sanitaria e assicurarci di essere preparati per una futura pandemia».

A partire dall’Unione europea

Sandra Gallina, direttrice generale per la Commissione sanità, ritiene che «uno degli elementi più importanti è che l’Europa ha parlato con una sola voce, stiamo andando verso una strategia che assicuri vaccinazioni accessibili a tutti gli Stati membri». «Sono orgoglioso dell’abilità europea di garantire questa distribuzione», aggiunge il ministro francese della Solidarietà e della Salute Olivier Véran. «La chiave è la fiducia», chiude Didier Reynders, commissario per la Giustizia. «Dobbiamo costruire questa fiducia tra consumatori e produttori, fra cittadini e autorità».

 

Raisa Ambros

Foto © European Business Summit; European Health Summit

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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