Covid19, pandemia, vaccino e futuro

0
3077
Vaccino

Il professor Giovanni Frajese medico italiano esperto in ricerca. Il suo punto di vista fuori dal coro sulle vaccinazioni in un’intervista rilasciata a Eurocomunicazione

Abbiamo intervistato il professor Giovanni Frajese medico italiano e, attualmente, professore associato di Scienze tecniche mediche applicate presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”.  Il professore ha esperienza di insegnamento e ricerca nel campo dell’endocrinologia e della ricerca sul cancro, l’endocrinologia clinica, le modificazioni ormonali indotte dallo sport e la ricerca di composti naturali contro i tumori. Studia la psico-neuro-immuno-endocrinologia (Pnei) e come l’elaborazione dei pensieri ed emozioni alteri la secrezione ormonale, portando a una condizione di salute o malattia. Incarichi professionali passati hanno incluso le posizioni di Visiting Professor presso il S.Bartholomew’s Hospital (Londra, Regno Unito), CHUL (Quebec City, Canada) e di Research Associate presso il Netherland’s Brain Institute (Amsterdam, Paesi Bassi)

Professore, quando si fa il vaccino, il materiale iniettato resta nella sede di inoculazione o parti di esso possono essere ritrovate altrove?

«Non rimane confinato nella sede di inoculazione. Ad esempio, le 22 morti correlate da Aifa al vaccino ne sono evidenza, come le miocarditi o gli effetti avversi».

Lei pensa che la ricerca si svilupperà sulla variante al momento presente o ritiene che in breve tempo si avrà un vaccino efficace contro ogni tipo?

«L’approccio fino ad ora è stato a posteriori. Si individua Omicron e si prepara il vaccino per questa variante. Nel frattempo, il virus muta e cambia.  L’efficacia del vaccino si può mantenere oppure no, dipende dalla mutazione».

«Un vaccino generico efficace per il coronavirus non siamo mai riusciti a ottenerlo e sono 40 anni che ci stanno provando. Alcuni ricercatori italiani sembrano oggi essere sulla buona strada, speriamo bene».

Questo virus potrebbe fondersi con altri virus come per esempio il virus dell’HIV? E in quel caso dovremmo fare terapia antivirale tutta la vita?

«Che si fonda con altri virus è un’ipotesi remota. Se il virus fosse stato costruito in laboratorio sarei maggiormente preoccupato, molti colleghi la pensano così, io non ho certezza. Qualche domanda me la pongo però, dato che siamo tornati a parlare di HIV dopo 20 anni di relativa tranquillità su questo tema».

Lei ritiene, vista la variabilità del virus, che sia più percorribile e quindi attuabile la strada che porta a un farmaco che combatta l’infezione, oppure quella di un vaccino che dia un ventaglio di combinazioni per cui il sistema immunitario riconosca ogni tipo di variante in futuro?

«È molto improbabile che un vaccino riesca a riconoscere ogni tipo di variante in futuro, se ci riescono sarà un vero successo. Nel breve punterei più sulle terapie come logica pragmatica».

I vaccini proteggono anche dal Long Covid?

«Il Long Covid non è stato ben caratterizzato. Come si fa a fare una diagnosi di Long Covid? È un quadro patologico tutto da definire. Quali sono le analisi che lo confermano? Problematiche immunologiche? Problematiche psicologiche?».

«Quanto del Long Covid è dovuto alle scelte adottate come risposta? Dal lockdown alle mascherine, passando per la costante pressione psicologica e di paura».

Skytg24 riporta: “I non vaccinati hanno un rischio 27 volte più alto di finire in terapia intensiva rispetto a chi ha ricevuto la dose booster”. Vero o falso?

«Non commento i dati italiani, sono molto diversi, troppo diversi, da quelli internazionali che non confermano questo dato. Interessante, invece, è notare come risulti non vaccinato chi ha già due dosi e non il booster».

«Concordo con quanto esposto dal professor Broccolo, la terza dose in verità non ha senso di essere, se somministrata senza discriminanti. Se io mi faccio una prima dose e una seconda, perché devo fare la terza? Ho pochi anticorpi? Quale è la logica? In così pochi mesi? Qui la logica non c’è. Non si è mai visto un vaccino che cali di efficacia in tre/quattro mesi come questo».

Cosa succederà ai ragazzi tri-vaccinati?

«Non posso rispondere, non ho abbastanza elementi, spero nulla».

«Mia figlia, però, non la farò mai vaccinare. Da padre non la inserisco in una sperimentazione a fronte di un beneficio nel suo caso nullo. Ognuno è libero di avere le proprie paure. A me, nei ragazzi e bambini, fa più paura una sperimentazione a mRNA del rischio rappresentato dal SarsCov2».

Vaccinazioni ai guariti da Covid, quale la logica?

«Nessuna. L’immunità resta per tutta la vita per quella variante. Vaccinarsi per lo stesso antigene è un controsenso. Da qui si vede la malafede o la profonda ignoranza. Come pure si nota la cecità di molti miei colleghi».

Differenza tra Pfizer e Moderna?

Vaccino«La piattaforma è la stessa. Moderna ha il triplo del principio attivo. Minore la dose, minore sono i rischi a breve, a media e a lunga durata».

L’emerito professore Fredy Suter afferma che forse avremmo risparmiato migliaia di morti senza il protocollo ministeriale “tachipirina e vigile attesa”.  Lei cosa ne pensa?

«Concordo».

Esenzioni – tema spinoso. Perché sembrano quasi “vietate”? Quando un farmaco crea reazioni avverse non si cessa di utilizzarlo su di un paziente? Le risulta quasi impossibile avere esenzioni?

«Eccome se mi risulta! E non certo per ragioni scientifiche, ma politiche».

«Una politica disumana, assenza di rispetto della vita umana, un atto indegno».

Il Covid 19 è un virus in natura o creato in laboratorio?

«Probabilmente in laboratorio. Ormai una buona parte della comunità scientifica ne ha preso atto. La presenza della furina e altri elementi sono complessi da spiegare altrimenti».

I lotti del vaccino sono uguali o no? È davvero un terno al lotto?

«No, non sono uguali e lo sappiamo. Le reazioni avverse sono più frequenti in specifici lotti, è un vero terno al lotto».

Professore, finirà tutta questa storia?

«Si, finirà perché nel mondo scientifico ci sono molte persone che non hanno persoil lume della ragione”. I dati aumentano su base settimanale, non serviranno molti anni per determinare varie questioni. Avremo maggiore comprensione della complessità della questione in un tempo non troppo lungo».

«Una cosa è certa: che la scienza fosse tutta compatta come hanno cercato di far credere, oggi non regge più».

Ordunque, il vaccino funziona o non funziona?

«Non funziona, altrimenti dopo due anni saremmo già fuori da tutto quello che abbiamo vissuto, e saremmo tutti sereni e con prospettive di rinascita. Sembra però che la luce si intraveda in lontananza, speriamo ci sia anche una volontà politica di aprire un nuovo capitolo. Il nuovo normale che alcuni propongono a me sembra un mondo senza speranza».

 

Cecilia Sandroni

Foto © Gented’Italia, Cnbc

Articolo precedenteNegramaro, pronti a ripartire con la musica live
Articolo successivoUncharted, dalla Playstation direttamente al cinema
Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui