La Corsica e i negoziati per l’autonomia costituzionale

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Dopo due settimane di violente tensioni in seguito all’aggressione di Yvan Colonna in prigione, Parigi si dice pronta ad aprire la strada all’autonomia dell’isola

La questione dell’autonomia della Corsica ritorna d’attualità in seguito alla visita sull’isola del ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Gravi avvenimenti hanno scosso l’isola negli ultimi giorni, come l’incendio della prefettura di Bastia. Si sono verificati in reazione all’aggressione del detenuto Yvan Colonna da parte di un compagno di detenzione all’inizio di marzo nella prigione di Arles. Yvan Colonna è morto lunedì 21 marzo a Marsiglia, dove era ricoverato. Era un’attivista indipendentista condannato per l’assassinio del prefetto Claude Érignac nel 1998.

Yvan Colonna era un simbolo dell’atteggiamento radicale proindipendenza verso il quale può condurre ogni nazionalismo. «Non si può, per anni, tenere conferenze stampa indossando passamontagna, brandendo armi da guerra, predicando l’odio verso lo “Stato francese” e stupirsi che un giorno dei giovani vadano oltre le parole e attacchino il simbolo dello Stato in Corsica, il prefetto. I nazionalisti, qualunque sia la loro tendenza, hanno dunque una responsabilità nell’affare Érignac, anche se sono pacifici, semplicemente perché certe parole ripetute per anni sono cariche di violenza» commenta Paul-François Paoli editorialista letterario del giornale Le Figaro litteraire e saggista che ha da poco pubblicato  il libro “France-Corse: je t’aime moi non plus”.

Le responsabilità dei nazionalisti

«È vero che nessun politico nazionalista può essere solidale con l’assassinio di Érignac senza screditarsi», precisa Paoli nella sua analisi della situazione. «Tuttavia» prosegue riferendosi alle recenti manifestazioni di protesta «il comportamento di quei giovani di Ajaccio che volevano attaccare la stele di Érignac è significativo. Per alcuni di questi giovani, gli uomini del commando che hanno sparato a Érignac (nel 1998, ndr) non sono criminali ma eroi. Un eroismo al quale i nazionalisti hanno talvolta contribuito».

C’è però un altro caso Colonna

Alcuni, che non possono essere sospettati di compiacenza verso il nazionalismo corso hanno sostenuto che Colonna non era l’uomo del commando che sparò a Érignac. Con questo margine di incertezza, i nazionalisti hanno fatto di Colonna una vittima dell’arbitrio dello Stato e un simbolo della Corsica disprezzata. Se a questo si aggiunge il drammatico attacco contro di lui da parte di un islamista, allora, non solo Colonna diventa vittima dello Stato francese, ma quest’ultimo è anche responsabile del lassismo che regna in un ambiente carcerario saturo di islamisti. Come vittima di una doppia punizione, Colonna appare simpatico a persone che non sono necessariamente nazionaliste.

Il rischio di una conflagrazione ha portato il Governo a proporre l’autonomia agli eletti della Corsica

Parigi teme una specie di conflagrazione perché la gioventù in Corsica è più o meno a favore della retorica nazionalista. Come interpretare i negoziati avviati dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin? L’autonomia darebbe alla Corsica più prerogative e libertà, mentre l’indipendenza la renderebbe uno Stato separato dalla Francia.

Concedere l’autonomia richiesta oggi impedirebbe l’indipendenza domani

CorsicaQuest’opzione è allora presentata come l’alternativa più adatta al contesto attuale. La forma federale che coinvolge l’autonomia non solo amministrativa, ma anche legislativa e costituzionale, sembra essere una soluzione in un clima di tensioni identitarie. Dando ai gruppi che rivendicano il rispetto della propria identità, presenti in un territorio, la possibilità di prendere decisioni in questioni importanti che li riguardano specificamente, si garantirebbe l’esistenza e lo sviluppo di quel gruppo.

La questione è al centro della campagna presidenziale del 2022

Questo è il senso delle richieste di varie Regioni francesi (Bretagna, Paesi Baschi, Alsazia-Lorena) per un maggiore decentramento, cioè il trasferimento di competenze dallo Stato a enti locali distinti dallo Stato, o l’autonomia. Così la questione del decentramento è d’attualità nella campagna presidenziale del 2022. Molti candidati propongono un approfondimento di questo processo attraverso varie misure. Ad esempio il rafforzamento dell’insegnamento delle lingue regionali, il riconoscimento di uno status e di una lingua.

L’autonomia della Corsica

Nel caso francese, l’autonomia della Corsica implicherebbe una revisione della costituzione e sarebbe limitata alla sfera legislativa. Oltre alle competenze amministrative già esercitate dalla collettività corsa, come le altre collettività territoriali francesi, si potrebbe trattare di conferirle un vero potere legislativo che andrebbe oltre le attuali attribuzioni dell’Assemblea corsa. Avrebbe un Parlamento che adotterebbe le proprie decisioni in aree materialmente importanti che attualmente sono di competenza del Parlamento nazionale, come la tassazione o alcune politiche di sviluppo economico.

Autonomia differenziata

Questa configurazione accentuerebbe l‘autonomia differenziata che già governa i territori della Repubblica. La maggior parte delle collettività gode solo di autonomia amministrativa. Altre, come la Nuova Caledonia, dove il Congresso può adottare leggi nazionali, godono già di autonomia legislativa in via eccezionale. Questo nuovo statuto giuridico della Corsica avvicinerebbe la Francia alla strategia di autonomia “à la carte” praticata dallo Stato spagnolo.

Se trent’anni fa, il Consiglio costituzionale negava l’esistenza di un popolo corso con l’idea di fondo che la consacrazione della diversità avrebbe favorito le contestazioni, oggi il riconoscimento di questa stessa diversità sembra essere l’unico modo per allentare le tensioni.

 

Rossella Vezzosi

Foto © Leparisien, Francetvinfo, Morbihan.gouv.fr

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