L’artista Corrado Veneziano ha anche fatto un dono a Roma, il 21 aprile sull’Isola Tiberina, ricordando Virgilio
Inaugurata giovedì 28 aprile nel prestigioso Spazio Filatelia di Roma a Piazza San Silvestro, anche con un annullo speciale dedicato, la mostra “L’Inferno divino di Corrado Veneziano“, a cura di Francesca Barbi Marinetti e Raffaella Salato, con il patrocinio di Poste italiane, dell’ICAS (Intergruppo Parlamentare Cultura Arte Sport) della Camera dei deputati e il coordinamento di D.d’Arte.
La mostra
In esposizione fino al 28 maggio 2022 dodici opere, dedicate all’Inferno dantesco: lavori su tela (di medie e grandi dimensioni) che fanno parte del ciclo “ISBN Dante e altre visioni”. Tra questi il pubblico potrà ammirare “L’Inferno, evocando Buffalmacco”: ispirato a un affresco presente nel Camposanto monumentale di Pisa, dipinto dall’artista coevo di Dante.
Il quadro è stato scelto lo scorso anno dalla Commissione per lo studio delle carte-valori postali. Un tempo chiamata Giunta d’Arte e composta da: alcuni esperti, Poste italiane, Mise, Mef e Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per farne il soggetto del francobollo dedicato all’Inferno della Divina Commedia, in occasione dell’emissione per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Scelta che ha destato un forte interesse nel mondo della Filatelia, in quanto pare essere l’unico caso in cui sia stata utilizzata, per un francobollo, un’opera preesistente di un artista vivente.
Molto richiesto all’estero
Corrado Veneziano è nato a Tursi (Matera) ma romano di adozione, artista attivo soprattutto nell’ambito visuale. Laureato in Lettere, specializzazione in Filosofia, studi dottorali in Arte, esperienze di regista con la Biennale di Venezia e con la Rai, si è dedicato sempre, con crescente impegno, alla pittura. Ha reso pubbliche le sue opere pittoriche solo nel 2013, con le “lusinghierissime” presentazioni di Marc Augé e Achille Bonito Oliva. Da allora in poi, ha esposto in Italia (tra l’altro nel Museo nazionale Ridola di Matera e nella Biblioteca Ambrosiana di Milano). Ma anche all’estero: nell’Ambasciata e nell’Istituto di Cultura di Bruxelles, nelle Gallerie comunali di Parigi e di San Pietroburgo, nella Galleria nazionale di Arte Moderna di Lanzhou, invitato del Governo cinese.
Tra le sue ultime mostre quella su Leonardo Atlantico nel 2019, sostenuta e patrocinata dalla presidenza della Repubblica francese e dal Museo del Louvre, ha visto un’opera del ciclo Leonardiano scelta anche dal Governo italiano come immagine celebrativa.
Un dono a Roma
Infine Veneziano, lo scorso 21 aprile, natale di Roma, ha donato alla città eterna 12 opere recuperate dal degrado. All’interno dell’Isola Tiberina infatti, nella sua parte sottostante, più prossima al fiume, è disposta una serie di strutture realizzate per pubblicizzare vecchie iniziative culturali estive patrocinate – nel periodo 2009-2015 – dagli Enti locali regionali laziali o capitolini. Si tratta, tecnicamente di 12 totem, costruiti in plexiglass e ferro, della misura di 50 cm di base e 180 cm di altezza. Tutti e 12 insistono su un parallelepipedo di cemento e risultano in vari punti parzialmente lesionati e in precarie condizioni strutturali. Si tratta, in altre parole, di oggetti ragionevolmente inutilizzati da un paio di lustri. Forse per le operazioni amministrative del passaggio di testimone istituzionale, o per distrazione gestionale non sono mai stati smaltiti, risistemati o sostituiti.
L’artista ha voluto dedicare queste opere a “Le Georgiche” di Virgilio. L’opera, divisa in quattro parti, parla in modo sincero e raffinatissimo del rapporto che deve caratterizzare ogni essere umano nel suo territorio di appartenenza. Il riconoscimento delle infinite diversità (e bisogni) delle specie animali, il corretto uso degli attrezzi. Ma anche la costante lealtà nei confronti del ciclo delle stagioni, verso le proporzioni sottilmente nascoste in tutto ciò che ci circonda.
All’Isola Tiberina Veneziano ha puntato dunque a dare nuova vita a queste dodici strutture, rendendole – tutte – delicate e attraenti opere d’arte. Ridisposte in modo meno ammassato all’interno della banchina perimetrale. Disegnandone una sorta di percorso a tappe, ideale ed estetico, ogni opera – dopo un lavoro di pulizia e sistemazione – riprende frasi significative, in latino, dell’importante testo virgiliano.
Giampiero Ventura Mazzucca
Foto © Mazzucca