A Gustamundo il primo corso di pasticceria etnica

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Gustamundo

L’obiettivo principale è offrire un’opportunità a rifugiati, a migranti che vivono in condizioni di fragilità e a rischio emarginazione

Il cibo come strumento di conoscenza culturale, come momento di condivisione, come possibilità di costruirsi un futuro. Mai come nel caso di Gustamundo questi pensieri assumono concretezza, ma senza perdere la loro dimensione umana e sentimentale. Anzi, ogni piatto racchiude una storia.

Un nuovo progetto

“Qualcuno è arrivato attraversando il Mediterraneo, qualcuno il deserto. Qualcuno è fuggito dalla guerra, qualcuno da violenze domestiche. Oggi, finalmente, dopo 4 anni di formazione al nostro ristorante Gustamundo, diventano docenti per i nostri nuovi corsi di pasticceria etnica e di cucina tradizionale del loro Paese di origine, tutti, insegnanti e allievi, scriveranno una nuova pagina di vita sul loro orizzonte e siamo molto felici per loro”.

A raccontare del nuovo progetto che ha preso il via il 2 luglio nella sede dello storico ristorante etnico ed etico a Roma, nel quartiere Aurelio, è il suo fondatore, Pasquale Compagnone. Imprenditore di lunga data, dopo un’esperienza di vita in Messico, nel 1993 ha aperto un ristorante messicano, El Pueblo, mantenendo nei piatti ricette, gusti e tradizioni del Paese centroamericano, con uno spirito di autenticità e vera vicinanza. Nel 2017, quando si è liberato il locale accanto, Pasquale Compagnone ha deciso di dare un suo contributo diretto e concreto all’inclusione dimigranti“, scostandosi dalla narrazione dominante, puntando sul cibo come fattore di conoscenza, di collaborazione e integrazione con gli italiani.

È nata così l’associazione “In Cammino con Gustamundo”, in attività ormai da 5 anni. L’obiettivo principale è offrire un’opportunità di sviluppo professionale e lavorativo a rifugiati, a migranti, uomini e donne che vivono in condizioni di fragilità e a rischio emarginazione.

Empowerment femminile

I nuovi corsi che hanno preso il via rientrano nel progettoInterfood”, nell’ambito di PartecipAzione, ovvero “Azioni per la protezione e la partecipazione dei Rifugiati, promosso dall’alto commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) e Intersos.

GustamundoOra ogni sabato per quattro settimane, quattro cuoche esperte, formatesi nelle cucine di Gustamundo, animeranno un laboratorio di pasticceria rivolto a una dozzina di donne e a tre uomini. Le quattro insegnanti –  tra cui Dilruba, originaria dell’Azerbaijan, madre sola con 3 figli dai 10 ai 16 anni – sono tutte donne con alle spalle storie di vite spezzate, fragilità ma tanta voglia di ricostruirsi qui in Italia, unendo le forze e creando sinergie. Alle colleghe mostreranno come realizzare dolci tipici del proprio Paese di origine. Dando, così, l’opportunità a tutte le partecipanti di ampliare le proprie conoscenze nel settore della pasticceria. Gli studenti provengono da Afghanistan, Nigeria, Algeria, Marocco, Bangladesh. E ancora Romania, come Anjeta, Libia come Sanaa e Rima, arrivata dalla Siria e ospite della Comunità di Sant’Egidio. Le formatrici stesse del laboratorio di pasticceria contribuiranno a rendere il progetto multiculturale e multietnico oltre che un’occasione di empowerment femminile.

Socialità e interscambio culturale

Il corso di pasticceria etnica, il primo in Italia, è in linea con lo spirito di “In Cammino Con Gustamundo”. In cucina migranti e rifugiati che nel Paese di origine erano già cuochi, con il loro bagaglio di esperienze e una grande voglia di imparare, preparano piatti della propria terra, creando una vicinanza con i clienti. Negli anni tutti hanno contribuito a fare di quello spazio un luogo di incontro e di interscambio culturale. Ogni cena a Gustamundo diventa una storia vissuta attraverso il cibo che è cultura, tradizioni, viaggi ed emozioni.

Dal 2017 Gustamundo ha dato lavoro a più di 60 chef rifugiati e migranti da tutto il Mondo. Ciò grazie al lavoro in rete con associazioni e organizzazioni umanitarie quali Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Welcome Refugees, Baobab, Centro Astalli, Joel Nafuma Refugee Center e numerosi altri centri di accoglienza di Roma con i quali sono state allacciate collaborazioni proficue.

Una delle tante meravigliose storie

Sul sito di Gustamundo ogni membro dello staff viene presentato con tanto di foto e di biografia. Tra loro c’è Ilyas Mohammad, storico cuoco, che in Pakistan gestiva felicemente un ristorante con la moglie, ma nel 2009, a seguito dell’escalation militare tra India e Pakistan, il loro locale viene raso al suolo da bombardamenti e la moglie muore. Per dare un futuro ai suoi cinque figli, Ilyas ha intrapreso un lungo viaggio che lo ha portato in Italia dove ha incontrato Pasquale, il suo futuro di lavoro e una seconda famiglia.

Il cavallo di battaglia di Ilyas è il byriani, uno dei piatti più richiesti a Gustamundo, accanto a hummus, falafel preparati da un cuoco siriano, al tajine di carne, lo zighinì, piatto tipico eritreo, e il mafè senegalese. E per chiudere in bellezza e bontà, accanto al tradizionale tiramisù c’è la baklava di Dilruba che segue rigorosamente la ricetta della sua infanzia.

Aiutare chi ne ha bisogno

Alla fine del corso di pasticceria artigianale, tutti i dolci saranno presentati a varie realtà del settore food e a esperti di cibo, invitandoli ciascuno ad adottare un dolce, che può davvero cambiare la vita. L’obiettivo è lo stesso: dare lavoro ai migranti per allontanarli da situazioni di ingiustizia e sfruttamento. Oltre al loro inserimento nel ristorante, Pasquale Compagnone e il suo team sono motivati nel far crescere il catering multietnico firmato da Gustamundo che con successo cura feste di matrimonio, battesimi e compleanni.

Gustamundo non dà solo lavoro e negli anni è stato una vera seconda famiglia per i propri dipendenti. In effetti, oltre a essersi assunto tutto il rischio imprenditoriale, Pasquale Compagnone è anche in prima linea nel ricongiungimento di nuclei familiari di profughi arrivati in Italia a causa di conflitti, fame e miseria. Non arrendendosi agli ostacoli della complessa burocrazia italiana, dopo anni di procedure amministrative e raccolte fondi, lo scorso marzo Parwana, cuoca afghana del ristorante romano, ha potuto riabbracciare suo fratello e sua sorella, Edriss e Sayeeda. Lo stesso ha potuto fare due mesi fa il cuoco Ilyas, che dopo 9 lunghi anni ha ritrovato due dei suoi cinque figli, Babar e Yaz, arrivati direttamente da Kotli, nel Kashmir, attualmente impegnati nello studio della lingua italiana.

 

Véronique Viriglio

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Véronique Viriglio
Franco-italiana cresciuta a "pane e Europa" – quella dei padri fondatori nel Dopoguerra – durante il percorso di studi tra Parigi e Firenze. Tutte le strade portano a Roma e…all’Africa. Dal 2000 segue quotidianamente l’attualità del continente con un’attenzione particolare alle tematiche sociali, culturali e ambientali. Collabora con Agi da settembre 2017. Fondatrice del sito www.avanguardiemigranti.it. Direttrice della rivista femminile multiculturale W- ALL WOMEN MAGAZINE

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