Kaliningrad, la tensione inizia a calare tra Mosca e Bruxelles

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Kaliningrad

La Commissione Ue spinge la Lituania a sbloccare il transito ferroviario dei treni russi verso l’enclave baltica

Sembra iniziare a ridursi la tensione tra Bruxelles e Mosca sul blocco attuato dalla Lituania sull’enclave di Kaliningrad fin da giugno: in risposta alle dure accuse di Mosca verso il Governo di Vilnius di impedire il transito ferroviario di merci russe verso una parte del proprio territorio, in aperta violazione di accordi internazionali, la Commissione europea ha precisato in settimana che il transito dalla Russia è vietato solo per le merci sanzionate trasportate su strada, non per quelle oggetto di trasporto ferroviario. Secondo il governatore della Regione di Kaliningrad Alikhanov, le raccomandazioni di Bruxelles hanno rimosso oltre l’80% delle restrizioni sul transito. Ciò lascia presagire un’imminente ripresa del traffico su rotaia.

Blocco deciso da chi?

Stando così le cose, ne conseguirebbe che il blocco decretato dalla Lituania sul transito di treni russi verso Kaliningrad sarebbe deciso unilateralmente, sebbene Vilnius in queste settimane ha sempre risposto ai russi di aver dato solo attuazione ai programmi sanzionatori voluti dalla Commissione europea in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Ma da subito l’impressione che si è avuta è che il blocco di Kaliningrad, raggiungibile dalla Madrepatria solo via mare, sia scaturito più da una una fuga in avanti dei lituani, con l’intento, non si sa quanto cercato, di tirarsi dietro i partner comunitari e Nato.

Ufficialmente, la responsabilità politica dell’azione era stata rivendicata dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell, che in seguito aveva però aggiunto che il blocco serviva a impedire l’elusione delle sanzioni da parte russa, non il transito verso l’enclave. Fin dall’inizio all’interno della Commissione Ue non c’era unanime veduta sul blocco di Kaliningrad da parte della Lituania.

Transito merci via treno sì, auto no

A inizio luglio il settimanale tedesco Der Spiegel riportava che da Berlino erano giunte pressioni perchè l’Unione europea fornisse chiarimenti sui trasporti verso Kaliningrad, al fin di consentire alla Russia di riprendere il transito verso la propria oblast’Pochi giorni prima la Reuters, citando fonti interne all’Ue, aveva parlato di discussioni in corso per escludere la Regione di Kaliningrad dall’attuale regime sanzionatorio: soluzione di compromesso però che vedeva la Lituania contraria. Ma Vilnius ora fa retromarcia: «La Lituania accetta le raccomandazioni della Commissione europea sul transito delle merci verso Kaliningrad per rispetto dell’unità transatlantica», si legge nel laconico comunicato del premier Ingrida Šimonyte.

Annessa dall’Urss dopo la seconda guerra mondiale, l’oblast’ di Kaliningrad (già Koenigsberg) corrisponde in buona parte ai territori della Prussia orientale, fino al 1945 parte della Germania. Oggetto di una massiccia russificazione nel Dopoguerra, dopo il crollo sovietico e l’indipendenza di Bielorussia e Lituania, la Regione, fino ad allora parte amministrativa della Russia sovietica, si ritrovò isolata dalla neonata Federazione Russa. Il successivo ingresso della Lituania e della Polonia nell’Ue e nella Nato ha notevolmente accresciuto il ruolo strategico della Regione, divenuta vero e proprio avamposto di Mosca in territorio “nemico”.

 

Alessandro Ronga
Foto © Wikicommons/V.Pilskalns 

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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