Elezioni: si va verso un tutti contro tutti

0
755
Elezioni

Lo schieramento conservatore rende nota una prima bozza di programma con quindici punti. Il centro sinistra dopo lo strappo tra Calenda e Letta è alla ricerca di nuovi equilibri

La situazione politica italiana, in vista delle elezioni del 25 settembre, si ritiene in continuo mutamento, malgrado ci si trovi in prossimità del termine entro cui presentare le liste e le candidature (previsto nel periodo che va dal 21 al 22 di agosto presso le cancellerie delle Corti d’appello e del Tribunale di Aosta). L’alleanza di centro destra si trova in una posizione di vantaggio, quanto meno sotto il profilo strategico. Perché può vantare il consolidamento di un’intesa solida tra le formazione politiche che la compongono. E quindi l’opportunità di mostrarsi coesa di fronte al proprio elettorato. Ciò nonostante, ancora non s’intravede una profonda convergenza tra i diversi attori nei confronti di una serie di punti nevralgici rilevabili a livello programmatico.

Le maggiori forze politiche appartenenti all’area progressista, di contro, sebbene abbiano raggiunto un accordo di recente, si trovano a fare i conti con gli effetti di una sopraggiunta frattura e assai complessa da sanare. Lo strappo tra Azione e Partito Democratico ha determinato la formazione di due entità distinte in concorrenza fra di loro e una significativa perdita di forza attrattiva di tutto il centro sinistra. Per quanto riguarda le altre entità politiche impegnate nella bagarre elettorale, il M5s è costretto a gestire una progressiva perdita di popolarità. Oltretutto i vertici hanno l’onere di scovare nuove figure da proporre, considerato che diversi volti noti cresciuti nelle precedenti legislature non possono essere presentati in ragione della disposizione dello statuto grillino del doppio mandato.

Gli altri gruppi politici, a seconda della propria vocazione, hanno iniziato ad orbitare intorno alle coalizioni di riferimento, salvo delle eccezioni. Il partito di Matteo Renzi rimane ancora al di fuori della mischia politica. Ma si ipotizza possa congiungersi alla formazione guidata da Carlo Calenda, con la quale darebbe vita ad un terzo polo di matrice centrista.

Il centro destra propone «Italia Domani», una prima bozza di programma su cui vi è un’intesa

Com’è noto, le forze politiche che compongono l’alleanza di centro destra hanno deciso di affidarsi al metodo del tavolo permanente. In base a questo sistema, le linee programmatiche, nello specifico, sono determinate in corso d’opera, a seguito di riunioni e consultazioni tra gli esponenti dei diversi partiti. Di recente, Fdl, Lega e FI, sono comunque riusciti a redigere una prima bozza di programma. All’interno di essa è possibile individuare quindici punti di carattere generale. Ma si prevede che entro il prossimo 14 agosto, con le opportune modifiche, venga esibito un documento definitivo e ufficiale.

Il primo punto stabilisce i confini entro cui si vorrebbe muovere l’intesa conservatrice a livello internazionale: «Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente. Più Italia in Europa più Europa nel Mondo». La seconda voce si focalizza sulle modalità di utilizzo delle risorse provenienti dall’Unione europea. Mentre al terzo punto si definiscono le riforme istituzionali e strutturali a cui punta l’alleanza: elezione diretta del presidente della Repubblica; attuazione della legge sul federalismo fiscale; Roma capitale.

Il quarto punto riguarda il «fisco equo»: estensione della controversa Flat Tax alle partite Iva fino a 100.000 euro di fatturato, con l’obiettivo di coinvolgere famiglie e imprese. In seguito, tra i punti degni di nota si rileva: il sostegno alla famiglia e alla natalità; la sicurezza e il contrasto all’immigrazione illegale; la tutela della salute; la difesa del lavoro e dell’economia reale; lo stato sociale e il sostegno ai bisognosi. Il programma si concentra anche sulla cultura e il turismo, in particolare sul rafforzamento del Made in Italy. Ma anche sull’opportunità di conseguire l’autosufficienza energetica nel rispetto ambientale.

Si dà rilievo inoltre all’agricoltura, definita come «la nostra storia, il nostro futuro». Vi è l’esistenza poi di un punto concepito appositamente per la scuola, l’università e la ricerca. La quindicesima voce è infine dedicata ai giovani, allo sport e alle tematiche sociali.

Il centro sinistra si divide. Letta si allea con Fratoianni, Bonelli e Impegno Civico. Calenda intravede la possibilità di far nascere un terzo polo di matrice centrista con Italia Viva

ElezioniLe forze politiche connotabili all’interno dell’area moderata e progressista, Azione/+Europa e PD, avevano stretto un accordo apparentemente solido. Avevano inoltre stabilito delle linee programmatiche generali su cui fondare l’alleanza. Ciò nonostante, di recente, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha deciso di allontanarsi e compromettere l’intesa. Le cause sarebbero da rintracciarsi nell’iniziativa del segretario del PD, Enrico Letta, di stringere alleanze politiche con Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, Angelo Bonelli dei Verdi e il neonato Impegno Civico, partito di Lugi Di Maio e Bruno Tabacci. Il conseguimento delle suddette intese, secondo il leader di Azione, sarebbe stato ritenuto ostativo. Perché avrebbero fatto pendere il baricentro della coalizione troppo a sinistra, snaturando in maniera inesorabile la coalizione. Nonché la vocazione centrista, ispirata alle politiche draghiane, della propria formazione.

I vertici di +Europa, il gruppo politico guidato da Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino, con i quali Calenda aveva stabilito da tempo un rapporto federativo, hanno invece deciso di rimanere fedeli all’accordo con il PD, provocando a loro volta una frattura con Azione. In quanto i patti sarebbero stati chiari fin dal principio. Sarebbe stato noto, in particolare, che il segretario del PD avrebbe legato i propri destini politici con altre formazioni. L’attuale situazione induce a pensare che si vada verso la creazione di un terzo polo, costituito da Italia Viva, Azione e da eventuali piccoli gruppi con una inclinazione centrista.

Il M5s ancora alle prese con il nodo del doppio mandato

L’entità politica guidata da Giuseppe Conte soggiace da tempo nella complessa condizione di selezionare elementi validi da proporre alle prossime elezioni. Perché la regola del secondo mandato ha escluso dalla corsa una serie di volti noti. Che hanno avuto l’opportunità di farsi conoscere nelle precedenti due legislature. E su cui il Movimento aveva fondato la propria identità e comunicazione. Di recente anche Rocco Casalino, Alessandro Di Battista e l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi, sono rimasti coinvolti dagli effetti del criterio statutario e tagliati fuori dalla competizione elettorale.

Gli iscritti al MoVimento 5 stelle hanno presentato le proprie candidature per le parlamentarie che si terranno il 16 agosto. Il gruppo politico ha reso noto che circa duemila persone hanno deciso di proporsi: 1165 per la Camera; 708 per il Senato; 49 per la circoscrizione Esteri. Relativamente agli altri soggetti politici, il patto tra Alternativa di Pino Cabras e Italexit di Gianluigi Paragone, è saltato dopo appena quarant’otto ore. I motivi non sarebbero legati a divergenze a livello programmatico. Ma nella non accettazione da parte di Alternativa di alcuni profili presentati da parte di Italexit.

 

Federico Gasparella

Foto © Zazoom, Today.it

Articolo precedenteMarcinelle luogo tragedia e riscatto italiano
Articolo successivoLa Repubblica d’Irlanda punta sul vento per l’autonomia energetica
Federico Gasparella
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza ho iniziato la professione giornalistica. Fino ad ora ho avuto la possibilità di approfondire diverse tematiche. Sono partito affrontando questioni attinenti al mondo della legalità, passando per la politica internazionale, l’attualità, la cultura e l’arte.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui