Negoziati russi, altra cortina di fumo dopo il ritiro delle truppe da Kherson

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Nikolenko: «Strategia per guadagnare tempo e cercare di volgere la situazione in proprio favore. Così da dare il via a una nuova fase di aggressione»

Negoziati russi, per il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleh Nikolenko, le offerte negoziali pervenute dalla Russia sarebbero l’ennesima mossa strategica per guadagnare tempo: «Una cortina di fumo, sia pure con una limitata disponibilità al dialogo, per guadagnare tempo e cercare di volgere la situazione in proprio favore. Così da dare il via a una nuova fase di aggressione».

Nikolenko:«Una tattica già vista in passato»

Per Nikolenko «i funzionari russi iniziano a parlare di colloqui ogni volta che le loro truppe vengono sconfitte sul campo di battaglia. Una situazione già vista nel 2014-2015». Un chiaro riferimento all’inizio della guerra del Donbass, scoppiata il 6 aprile del 2014 tra le forze separatiste del Donbass ucraino appoggiate dalla Russia e le forze governative ucraine, quando, in concomitanza con l’annessione della Crimea alla Federazione Russa, alcuni manifestanti armati appartenenti ai moti anti-governativi, occuparono alcuni palazzi istituzionali dell’Ucraina col fine ultimo di chiedere un referendum per l’indipendenza.

Il ritiro da Kherson

Le dichiarazioni in merito ai negoziati russi arrivano in seguito al ritiro delle truppe di Putin da Kherson, cittadina dichiarata parte della Federazione Russa con tanto di governatore designato. Una mossa che gli ucraini hanno guardato sin dall’inizio con estrema diffidenza ritenendo fosse una trappola, soprattutto per alcuni segnali come i numerosi saccheggi, i civili fatti evacuare con la forza e alcuni video che attestavano il ripiegamento dell’esercito. Oltre la bandiera russa che non sventolava più sulla sede del Governo centrale.

l’ordine impartito di Sergej Šojgu

NegoziatiA ufficializzare la ritirata da Kherson era stato il ministro russo della Difesa Sergej Šojgu, il 9 novembre scorso ordinando all’esercito di ripiegare in direzione della riva orientale del fiume Dnepr, e di far saltare i ponti per impedire all’esercito ucraino di poterli inseguire e raggiungere. In diretta televisiva Sergei Surovikin, comandante delle forze russe in Ucraina, ha affermato che «la decisione di ripiegare sulla riva orientale del Dnepr non è facile ma allo stesso tempo salveremo la vita dei nostri militari. Le vite e la sicurezza dei nostri militari russi è sempre la nostra priorità. Abbiamo anche bisogno di tenere a mente le minacce ai civili. Procedete con il ritiro delle truppe e adottate tutte le misure per un trasferimento sicuro degli equipaggiamenti, delle armi e del personale oltre il fiume Dnepr».

Kherson, cosa rappresenta

Kherson è una grande città dell’Ucraina meridionale, capoluogo dell’omonima Oblast situata nel pressi di un’estuario del fiume Dnepr, che prima della guerra contava circa 280 mila abitanti. Il ritiro dei russi dalla città costituirebbe un durissimo colpo per Putin in quanto Kherson è una delle quattro città ucraine che votarono in favore dell’adesione alla Russia nel referendum di settembre. Una sconfitta strategica e simbolica anche per la vicinanza della città all’importante porto di Odessa, sbocco sul Mar Nero.

Alexei Gromov: «Merito della nostra offensiva»

Alexei Gromov, vicecapo della direzione operativa principale dello stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, attribuisce il merito del ritiro delle truppe da Kherson al successo della loro offensiva, dichiara infatti che «la probabile uscita da Kherson è il risultato delle nostre azioni attive. Direttamente nella direzione di Kherson, le forze di difesa ucraine hanno distrutto le rotte logistiche e il sistema di rifornimento del nemico, violando il suo sistema di comando e controllo. Pertanto, non hanno lasciato al nemico altra scelta che ricorrere alla fuga. Ma al momento non possiamo confermare le informazioni sul cosiddetto ritiro delle truppe russe da Kherson. Continuiamo a condurre l’operazione offensiva secondo il nostro piano».

Altro successo per gli ucraini

Il 131° battaglione di ricognizione dell’Ucraina ha divulgato su Telegram un video che confermerebbe in via ufficiale la liberazione di Snihurivka, una località situata nella Regione meridionale di Mykolaiv, dalle truppe russe, segnando un altro duro colpo all’“operazione speciale” di Putin che, dall’inizio del conflitto, ha portato alla perdita di circa 78.690 soldati stando a quanto riportano i media ucraini, mentre per Mark Milley, capo degli Stati maggiori riuniti degli Usa, le perdite si aggirerebbero intorno alle 100mila. L’agenzia Tass rende noto che la Russia si starebbe aprendo a un dialogo con l’Ue per uscire da questo impasse a condizione che qualsiasi proposta fatta porti a Mosca un valore aggiunto.

Per Erdogan il ritiro è “una saggia decisione”

NegoziatiIn merito al ritiro delle truppe da Kherson si è espresso positivamente anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, affermando nel corso di una conferenza stampa che «i nostri sforzi per la mediazione vanno avanti ma non possiamo dare una data specifica riguardo a quando potrebbe iniziare un negoziato». Augurandosi di poter continuare a svolgere il ruolo di mediatore, ha sottolineato il rapporto di fiducia con Putin, che non parteciperà al G20 di Bali, ricordando che grazie all’intervento turco e delle Nazioni Unite, il 22 luglio scorso era stato firmato tra Russia e Ucraina l’accordo per sbloccare l’esportazione di fertilizzanti e grano.

Nato Cyber Defense Pledge Conference 2022

Nel quarto appuntamento annuale sulla Cyber Defense Pledge per proteggere le proprie reti e infrastrutture nazionali potenziando la resilienza nazionale per il beneficio collettivo dell’Alleanza, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha espresso pieno sostegno all’Ucraina garantendo il supporto per «tutto il tempo necessario». Terminato il vertice alla Farnesina, Stoltenberg ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per discutere di alcuni temi importanti e ribadire il pieno sostegno all’Alleanza atlantica. La Meloni nelle scorse settimane, in un colloquio telefonico con il segretario generale Nato aveva sottolineato l’importanza di difendere la sicurezza e i valori comuni che caratterizzano l’identità occidentale. Riconfermando il pieno sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa e l’importanza, nell’ottica di un approccio globale, di rafforzare l’impegno della Nato nel contrasto alle minacce di diversa natura provenienti da tutte le direzioni strategiche, incluse le sfide del Sud».

Italia con ruolo da protagonista

Al termine dell’incontro con il segretario Nato, Giorgia Meloni ha ribadito la «volontà dell’Italia di partecipare da protagonista con serietà, siamo una Nazione seria e leale e continueremo a dimostrarlo. La pace non può essere data per scontata ma è qualcosa per cui dobbiamo lavorare ed essere pronti a difenderci». «Con Stoltenberg abbiamo ragionato su come espandere la cooperaizone tra Nato e Ue sul tema della difesa». Jens Stoltenberg ha ringraziato l’Italia per il continuo sostegno nel confronti dell’Alleanza, affermando che «l’Italia potrà sempre contare sulla Nato e la Nato sull’Italia».

 

Gianfranco Cannarozzo

Foto© Rsi, Notizie.it, Wikipedia

 

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Gianfranco Cannarozzo
Lettore appassionato si avvicina al mondo del giornalismo mentre lavora presso uno studio legale che si occupa di ADR (Alternative dispute resolution). Nei suoi pezzi ama parlare di varie tematiche spaziando dall'attualità alla storia, alla politica.

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