Caos Juventus: rischia davvero la B?

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Sì secondo l’avv. Grassani: lo scenario è preoccupante, c’è rischio retrocessione

La vicenda Juventus ha smosso profondamente il sistema calcio, per lo meno a livello politico. Con i riflettori di tutto il Mondo puntati sul Medio Oriente con i mondiali di Qatar 2022 in corso, in Italia si è verificato in questi ultimi giorni un vero e proprio terremoto sportivo, equiparabile per dimensioni e gravità solo ai casi “scommessopoli” del 2011 e “calciopoli” del 2006. Una situazione che si fa via via più ingarbugliata, con nuovi elementi che piano piano stanno emergendo e che gettano sempre di più forti ombre sulla gestione Agnelli degli ultimi anni.

Allo stato attuale delle cose i fatti evidenziano come lo scorso ottobre la Procura della Repubblica di Torino abbia notificato la conclusione delle indagini preliminari ai membri dell’allora consiglio d’amministrazione, ai componenti del collegio sindacale, al revisore legale del club bianconero e a “dirigenti con responsabilità strategiche”. Secondo quanto riferisce Il Tempo, i magistrati hanno già firmato e depositato la richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento sui conti della società bianconera. Le richieste, 13 in tutto, saranno notificate nei prossimi giorni, fra gli altri, anche ai vertici societari come Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e l’ex ds ora al Tottenham Fabio Paratici.

Riepilogo delle accuse

Ma quale è la fonte che ha innescato questo terremoto sportivo? Quali sono le accuse mosse alla “vecchia signora”? I principali reati contestati sono il falso nelle comunicazioni sociali (cioè falso in bilancio), e quello nelle comunicazioni rivolte al mercato, essendo una società quotata in Borsa a Piazza Affari. Più precisamente si parla dell’ipotesi di reato di “ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob)” e del delitto di “aggiottaggio informativo”. Ad alcuni indagati è stato contestato anche “dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, essendo emerso secondo i pm come Juventus abbia corrisposto ad agenti somme per prestazioni che non hanno trovato riscontro e che pertanto sono considerate inesistenti con contestuale danno all’Erario per indebita detrazione di Iva”.

A proposito di plusvalenze, le prove fin qui raccolte consentono di delineare “un’attività di alterazione delle poste di bilancio (e quindi dei risultati di esercizio) quale conseguenza, in primo luogo, di un anomalo ricorso a operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti. Operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale”. Gli investigatori sostengono che queste operazioni di scambio sono state concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie, anche alla luce del contenuto di conversazioni registrate nel corso delle indagini”.

Anomalie anche negli stipendi

Al vaglio dei pm anche delle strane “manovre” utilizzate dalla dirigenza bianconera nella contabilizzazione a bilancio della voce salari. Infatti – sostiene l’accusa – durante i mesi in cui il mondo dello sport, come qualsiasi altro settore, era stato sospeso in seguito alla pandemia da Covid19, furono messi in atto una serie di “artifizi” grazie ai quali si poté mettere in sicurezza i conti. Sussistono elementi concreti per ritenere che i giocatori, in accordo con la dirigenza, abbiano spontaneamente rinunciato a percepire una sola mensilità e non quattro, come ha invece comunicato la Juventus Fc nel marzo 2020. Le rimanenti mensilità, tre per l’esattezza, secondo l’accusa non sarebbero in realtà state oggetto di rinuncia, bensì di differimento a esercizi successivi“.

Inoltre ci sarebbe un’altra “manovra stipendi”, che invece fa riferimento ad “accordi individuali di riduzione stipendiale per le mensilità marzogiugno 2021”, con contestuale integrazione subordinata alla permanenza del calciatore interessato a una certa data, sono state rinvenute e sequestrate al di fuori della sede sociale, scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società al pagamento degli stipendi oggetto di riduzione anche in caso di trasferimento del calciatore e pertanto di contenuto contrario a quanto risultante dai contratti depositati presso la Lega”.

Spuntano nuove intercettazioni

Come detto le accuse sono diverse e molto pesanti, dall’aggiotaggio informativo, alle false comunicazioni al mercato, il falso in bilancio e le false fatturazioni in relazione a tre annualità di esercizio. Intanto in queste ultime ore sono emerse intercettazioni che certamente non migliorano la posizione del club, anzi, sembrano confermare le situazioni di irregolarità, le illiceità, e quindi le fattispecie di reato contestate. Hanno parlato di “frasi illuminanti” il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, che coordinano l’inchiesta sui conti bianconeri. “Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti”, questa è la frase inquietante catturata al telefono all’attuale ad Maurizio Arrivabene, parlando dell’area finanza Juve. Non è la sola intercettazione resa pubblica.

Ma ce ne è un’altra che ha fatto rumore e vede coinvolto direttamente il presidente e numero 1 del board bianconeri Andrea Agnelli. Era il 24 aprile 2020, l’Italia in lockdown nel pieno della pandemia. Anche per il top management della Juventus che si riunisce per discutere della situazione finanziaria nel contesto Covid c’è un mea culpa: “Abbiamo vissuto oltre le nostre possibilità per diventare numeri 1. Grandi rischi presi”.

Caso Ronaldo

JuventusUn altro mistero è quello che riguarda il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo, acquistato nell’estate del 2018 per 117 milioni di euro, a cui aggiungere i 31 milioni netti di ingaggio, per tentare l’assalto a quella che era divenuta ormai un’ossessione: la Champions League. Nonostante un rendimento di assoluto livello, ma comunque abbastanza al di sotto delle attese, in campo europeo non si sono avverati i sogni della proprietà. Anzi, la squadra ha inanellato una serie di prestazioni mediocri e di eliminazioni precoci con squadre sulla carta inferiori.

Un investimento che si sarebbe dovuto ripagare grazie all’appeal del fenomeno di Madeira e a quelli che sarebbero dovuti essere, nei desiderata societari, le grandi vittorie che avrebbero fatto decollare il fatturato. La storia però ha dimostrato ben altro. E la pandemia ha dato il colpo di grazia a una serie di scelte rivelatesi controproducenti. L’investimento Ronaldo ha pesato enormemente sulle casse del club, che con gli stadi chiusi ha visto i suoi introiti ridursi drasticamente.

Ora però piove sul bagnato. Pare infatti che CR7 non abbia mai ricevuto i salari arretrati contenuti nella ormai celebre «carta di Ronaldo». Questa sarebbe un documento relativo al contratto del giocatore. «Se viene fuori ci saltano alla gola… tutto sul bilancio, i revisori e tutto». A comunicare tramite telefono sono Cesare Gabasio, direttore dell’ufficio legale della Juventus, e il direttore sportivo (oggi ex, ndr), Federico Cherubini. Questa carta sarebbe una prova inconfutabile per lo meno del reato di false comunicazioni sociali rivolte al mercato. Consiste in un foglio excel denominato “Cr7 cartellina.xlsx“. È stato sequestrato dagli inquirenti i quali avrebbero trovato la contabilità esatta degli stipendi dovuti al giocatore portoghese per la manovra stipendi della stagione 2019-2020 e di quella 2020-2021 per un totale di 29.322.499,33 euro.

A Ronaldo spetterebbero ancora ben 19,975 milioni netti. Si tratterebbe di salari arretrati che la società bianconera avrebbe dovuto versare anche dopo il passaggio al Manchester United, così come concordato con gran parte della prima squadra. Ma tali emolumenti sarebbero stati condizionati alla permanenza dello stesso Ronaldo ai Red Devils, da cui però ha ormai divorziato.

Bilanci truccati

In base a quanto stabilito dalla perizia contabile commissionata dalla procura di Torino queste manovre sarebbero veri e propri raggiri fatti col fine, poi concretizzato, di portato ad avere numeri profondamente diversi tra i bilanci presentati e quelli effettivi in quei tre anni. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori c’è in particolare la figura dell’ex ds Fabio Paratici, considerato un “mago delle plusvalenze”. La procura rende noto che “tutti sapevano”, a partire dal presidente bianconero: «Le “manovre correttive” in questione, tuttavia, sono “manovre illecite” e Agnelli è pienamente consapevole di questo».

La situazione contabile del club arrivò anche all’orecchio di John Elkann (non indagato), con il quale Agnelli parlò al telefono: «L’azionista di maggioranza» – commentano i pm – «nelle persone del legale rappresentante Elkann o dei dirigenti di volta in volta interessati, appare pienamente a conoscenza delle problematiche finanziarie della Juventus e, soprattutto, delle manovre correttive (in particolare, plusvalenze), studiate al fine di alleggerire i bilanci e di consentire la permanenza “sul mercato” di Juventus senza la perdita dei “pezzi pregiati”». I grandi giocatori, insomma.

La tesi dell’avvocato Graziani

C’è già chi prova a prevedere quelle che saranno le conseguenze giuridiche che deriveranno da tutte queste operazioni illegali che sarebbero state commesse. Addirittura si paventa l’ipotesi, che a dire il vero appare abbastanza complessa, ma non del tutto peregrina, di rivedere i bianconeri retrocessi in Serie B proprio come ai tempi dello scandalo calciopoli. Il rischio per i bianconeri ci sarebbe secondo l’avvocato Mattia Grassani, massimo esperto di diritto sportivo.

Il legale, sollecitato da Rairadio1 sostiene che, nel caso in cui le accuse dovrebbero essere accettate, la pena potrebbe essere pesantissima: «i bianconeri rischiano molto di più che un’ammendo o una penalizzazione». E ancora: «Le dimissioni in blocco ricordano la scelta della Juventus nel 2006 e costituiscono un segnale positivo all’interno di un quadro preoccupante. Queste, però, non bastano a ridurre la portata dei fatti, se accertati, ma la dicono lunga sulla volontà della società di tentare di isolare il problema. A livello penale credo che si sia già pronunciato un gip sulla non attualità della richiesta cautelare per Andrea Agnelli, in quanto si tratta di reati societari non più reiterabili con le dimissioni».

Ma soprattutto: «Penso che questa sia l’indagine più pesante della storia della Juventus, anche superiore rispetto a quella di Calciopoli nel 2006. L’indagine riguarda una serie di irregolarità che non ha precedenti. Dal punto di vista sportivo, se le accuse saranno provare, il club rischia di più dell’ammenda o della modesta penalizzazione: quando ci sono alterazioni di documenti ci possono essere conseguenze più pesanti. In caso di ottenimento dell’iscrizione a un campionato con dei documenti alterati ci può essere infatti l’esclusione dal campionato, la retrocessione all’ultimo posto o la revoca dello scudetto». Ma non c’era solamente la sua figura all’interno dell’orchestra che operava questi presunti “magheggi, infatti riportano i magistrati nelle richieste di misure: “Si è trattato di una decisione aziendale complessiva, imposta e condivisa dai vertici”. Le richieste sono state tuttavia rifiutare dal gip per difetto di esigenze cautelari”.

 

Giulio Catalucci 

Foto © Alberto Ramella, imagephotoagency, calciomews24

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Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

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