Terremoto Turchia-Siria: superati i 16.000 morti

0
355
Turchia Siria

Si scava tra le macerie per salvare più persone possibili ma le condizioni atmosferiche rallentano i soccorritori

Il bilancio del fortissimo evento sismico che ha colpito la zona meridionale della Turchia e quella settentrionale della Siria lo scorso lunedì alle ore 2:17 locali continua ad aggiornarsi in negativo. Il dato dei morti assume proporzioni sempre più drammatiche e pesanti. Per l’Oms potrebbero essere state colpite 23 milioni di persone, di cui 1,4 milioni di bambini. I feriti sono decine di migliaia, mentre gli edifici crollati sono quasi 7000 e circa 300000 fra turchi e siriani costretti ad abbandonare le loro abitazioni. Impressionate il report dell’istituto geologico danese, il quale ha reso noto che il suolo dell’Anatolia si è spostato di oltre 3 metri e che la scossa più forte (magnitudo 7.8 ndr) è stata avvertita fino in Groenlandia.

I numeri della tragedia 

L’ultimo bollettino ufficiale rilasciato dalle autorità del posto parla di oltre 16000 vittime accertate. Una cifra enorme che rende bene l’idea di questo dramma che sembra dirigersi sempre più verso la strada di una vera e propria ecatombe. Tra l’altro l’ondata di gelo che si sta abbattendo sul territorio e in generale su un po’ su tutti i Balcani sta sensibilmente rallentando le operazioni di soccorso.

Solidarietà e aiuti internazionali

Tra i vari asset che gli Stati Uniti stanno spostando nella Regione del Mediterraneo per fornire assistenza alla Turchia è compresa anche la portaerei George H.W. Bush. Lo ha riferito il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder. «L’unità navale» – ha affermato – «sarà in posizione nel Mediterraneo se la Turchia dovesse richiedere aiuto». L’Ue invece ha mobilitato 27 squadre di ricerca e soccorso e mediche da 19 Paesi, insieme a oltre 1.150 soccorritori e 70 cani da salvataggio.

Inoltre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier svedese, Ulf Kristersson, hanno annunciato l’intenzione di ospitare una conferenza dei donatori, in coordinamento con le autorità turche, per mobilitare fondi della comunità internazionale a sostegno dei popoli di Turchia e Siria. L’evento sarà ospitato a marzo a Bruxelles. Anche la Cina si è mossa, promettendo l’invio aiuti per un valore di 40 milioni di yuan (5,9 milioni di dollari) alla Turchia, coordinandosi anche con la Siria per le forniture di emergenza e accelerando i progetti di aiuti alimentari in corso.

Supporto totale anche da Russia e Ucraina, con Putin pronta a inviare squadre in entrambi i Paesi. Inoltre il ministero della Difesa ha affermato che 300 militari dispiegati in Siria stanno già partecipando alle operazioni di salvataggio. L’Ucraina ha annunciato la partenza di 87 tra soccorritori e medici verso le aree colpite.

La posizione dell’Italia

Dall’Italia è già sbarcato ad Adana, in Turchia, un contingente di 50 vigili del fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio. Mentre è predisposto l’invio di altre unità e beni essenziali compreso il necessario per attrezzare un importante ospedale da campo e una apposita nave della Difesa messa a disposizione dalla Marina Militare. La Farnesina peraltro informa che è al lavoro per rintracciare sei italiani di origine siriana dispersi ad Antiochia dal giorno del terremoto. A riferirlo il ministro degli Affari esteri e vicepremier, Antonio Tajani, precisando che si tratta comunque di membri della stessa famiglia. Per quanto riguarda l’altro connazionale disperso, il cinquantenne Veneto Angelo Zen per il momento le ricerche non hanno ancora dato esito.

Erdogan criticato in patria

Turchia Siria Negli ultimi due giorni il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato aspramente criticato per come il suo Governo ha gestito la risposta al terremoto. In particolare per aver reagito in ritardo non avendo inviato repentinamente gli aiuti necessari nei territori colpiti, e in generale di non essere sufficientemente preparato a un evento di questo genere, benché il suo Paese sia notoriamente ad elevato rischio sismico e nonostante altri disastri simili già avvenuti anche nel recente passato. Le contestazioni al presidente turco arrivano sia dalle persone che risiedono nelle aree più colpite, sia dai suoi avversari politici, in un periodo particolarmente delicato per via delle elezioni politiche che si terranno a metà maggio nello Stato.

Storie di speranza

In un contesto di dolore straziante arriva anche una luce di vita e speranza. Un adolescente di 15 anni, Mahmut Nebi Uygul, salvato dopo essere rimasto sepolto sotto le macerie per 35 ore ad Adiyaman, città del sud est della Turchia particolarmente colpita. Una bimba appena nata, con il cordone ombelicale addirittura ancora legato alla madre ormai morta, trovata tra le rovine di un edificio a Jandairis, cittadina in provincia di Aleppo.

Altra storia che ha dell’incredibile è quella di un neonato turco di due mesi estratto dalle macerie da un soccorritore. Il bambino ha resistito 29 ore sotto un edificio crollato nella città turca di Hatay. Ora sta bene ed è sotto osservazione medica in ospedale.

 

Giulio Catalucci

Foto © avvenire, ilsole24ore, tag43, ilcorriere

Articolo precedenteMagic Mike – The Last Dance, il potere sensuale della danza
Articolo successivoRegionali Lombardia, intervista esclusiva alla candidata Ester Pungolino
Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui