Ucraina, 6 bambini uccisi a Uman

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La Commissione europea cerca soluzioni per i cereali ucraini fermi in cinque Stati membri che avevano imposto divieti all’importazione

Si sono concluse in queste ore le operazioni di ricerca e soccorso a Uman in Ucraina. Il ministero degli Interni ha annunciato che “a seguito dell’attacco russo al palazzo, 23 persone sono morte: 22 estratte (decedute) da sotto le macerie, un’altra è morta in ospedale. Sei bambini, tre maschi (di un anno e mezzo, 16 e 17 anni) e tre femmine (8, 11 e 14 anni) sono stati trovati senza vita. “Soccorritori, poliziotti e volontari sono riusciti a salvare 17 persone dalle macerie”. Inoltre, “in nove sono rimasti feriti a seguito dell’attacco”. Nel porre le condoglianze alle famiglie il ministro Igor Klymenko afferma che «questo male sarà punito. Non gli permetteremo di crescere. Sicuramente ci rialzeremo e vinceremo».

Secondo il ministero della Difesa britannico c’è la possibilità che l’attacco missilistico russo su Uman sia un tentativo di intercettare le unità di riserva e le forniture militari ucraine. Inoltre dichiara che Mosca ha lanciato “la prima grande ondata di attacchi con missili da crociera contro l’Ucraina dall’inizio di marzo 2023”. Quindi sembrerebbe un cambio di tattica da parte della Russia dopo i raid massicci con cui prese di mira le infrastrutture energetiche ucraine durante l’inverno.

Esplosione in Crimea

A Sebastopoli, in Crimea, un tank di carburante è andato in fiamme a seguito di un probabile attacco di droni. Il fuoco si è esteso a un’area di 1.000 metri quadrati. Foto e video diffusi sui social mostrano l’intero deposito petrolifero in fiamme e un’enorme nuvola nera di fumo sopra la Città. L’incendio non rappresenta un rischio per le strutture civili poiché ha interessato solo i locali del porto. Sembra che non ci siano feriti e non è prevista nemmeno l’evacuazione dei residenti dei quartieri adiacenti. Ben 18 squadre antincendio stanno attualmente lavorando per spegnerlo.

Controffensiva

L’esercito ucraino, a detta del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, è pronto per una controffensiva. «È stato ostacolato dal maltempo e, forse, da alcuni problemi interni che ha dovuto risolvere. L’offensiva inizierà al 100% prima del 15 maggio».

Il presidente Volodymyr Zelensky intanto ha invitato i partner occidentali a prendere la decisione di fornire all’Ucraina i caccia F-16. Sottolineando, però, che la mancanza di velivoli moderni non influirà sull’inizio del contrattacco. «Ad essere onesti, sarebbe molto utile avere gli F-16. Siamo consapevoli che non ritarderemo più di tanto, quindi inizieremo la controffensiva anche prima di ottenerli. Inizieremo e andremo avanti».

Questa nuova operazione, secondo il presidente ucraino, oltre alla liberazione dei territori occupati dalla Russia prevede anche la liberazione della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. «Vogliamo salvare il maggior numero possibile di vite, quindi il numero di armi è importante”, ha affermato Zelensky. A suo avviso le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata.

Grano

UcrainaDopo dieci giorni di tensioni, la Commissione europea ha trovato un accordo di principio con cinque Paesi membri che in violazione delle regole comunitarie avevano imposto divieti unilaterali all’importazione di grano dall’Ucraina nell’Unione. Con l’occasione, Bruxelles sta valutando la possibilità di acquistare con denaro comunitario quello fermo in Polonia e in altri Stati pur di esportarlo verso Paesi terzi.

Durante la riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione a Stoccolma il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha spiegato che verranno applicate misure di salvaguardia. La vicenda è scoppiata quando cinque Paesi membri hanno scritto una lettera all’esecutivo comunitario, preoccupati dall’impatto che il grano ucraino ha sui prezzi nazionali.

Anziché proseguire verso altri Paesi, i cereali provenienti dall’Ucraina sono rimasti fermi nei magazzini in Polonia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia, provocando un netto calo dei prezzi sui mercati nazionali che ha penalizzato i produttori locali. I cinque hanno introdotto misure unilaterali per bloccare l’accesso del grano, violando le regole europee. Il commercio è competenza esclusiva dell’Unione.

Possibili soluzioni

Dallo scorso anno si era deciso di abolire le tariffe sui cereali ucraini per facilitarne l’esportazione verso l’Unione europea. Nel provvedimento erano previste misure di emergenza, che ora verranno usate da Bruxelles. In pratica si tratta di un divieto all’import di quattro prodotti ucraini: frumento, mais, colza e semi di girasole. I cereali potranno entrare nei cinque Paesi dell’Est, ma dovranno poi proseguire verso altri mercati, europei e non. Nel contempo, questi Stati dovranno abolire le misure unilaterali. Il pacchetto, che prevede anche aiuti economici, è attualmente oggetto di approvazione a livello europeo.

Un funzionario comunitario spiega che «una delle possibilità potrebbe essere per Bruxelles di acquistare i cereali e poi rivenderli sui mercati internazionali». Questo per evitare che le materie vadano perse. In Polonia, le importazioni di grano sono passate da 2.375 tonnellate nel 2021 a 500.008 tonnellate lo scorso anno. Nello stesso periodo, il mais è passato da 5.863 tonnellate a oltre 1,8 milioni di tonnellate. Anche in Ungheria, Slovacchia e Romania si sono registrati aumenti analoghi. Intanto i Paesi membri hanno raggiunto una intesa a livello diplomatico per prolungare di un altro anno la sospensione delle tariffe sui cereali ucraini.

 

Ginevra Larosa

Foto © Pravda, IlGazzettino, Edagricole, Greenme

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