Deviant, l’evoluzione di una storia oscura e avvincente

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Deviant

Una chiacchierata con l’autrice Ellie per conoscere gli aspetti più interessanti del suo primo romanzo

Oscurità, mistero, passione. DeviantEclissi di Marte è un dark romance con tinte crime intraprendente, un romanzo forte e con un impatto potente e distruttivo, catartico e originale. È una storia d’amore passionale tra un avvocato spietato e una giovane ragazza.

Deviant, pubblicato da Sperling & Kupfer, è un romanzo che ha ottenuto un enorme successo con un milione di visualizzazioni sulla piattaforma Wattpad e nasce dalla penna di una scrittrice italiana che si firma con uno pseudonimo, Ellie B. Luin. Deviant è un romanzo coraggioso scritto con maestria da chi la Legge la tratta giornalmente.

Ellie è laureata in Giurisprudenza e la sua cultura giuridica emerge prepotentemente dalle pagine della sua prima opera. Come, allo stesso modo, affiorano con indiscussa energia i suoi personaggi, Venus e Mavor.

La storia

Venus, accantonato il sogno di diventare ballerina professionista, si è ritrovata a condurre un’esistenza ai margini e lavorare come spogliarellista da Annabel, un lussuoso locale londinese dove il vizio e il denaro sono all’ordine del giorno. Ed è proprio lì che incontra l’affascinante sconosciuto da cui si sente sedotta. È Mavor Axford, il lupo dell’Old Bailey, l’avvocato più brillante della città, noto per difendere ricchi e potenti e soprattutto per non perdere mai una causa.

DeviantPer caso Venus si rivela essere la testimone chiave in un processo contro uno dei maggiori clienti di Mavor e, a quel punto, l’avvocato non perde occasione per dirle quanto sia determinato a distruggerla, a prescindere dal fuoco della passione che entrambi provano l’uno per l’altra. Una Londra cupa e peccaminosa fa da sfondo alla storia di Venus e Mavor in un gioco di seduzione pericoloso e proibito.

In udienza con l’avvocato Axford

Le prime pagine del romanzo di Ellie B. Luin hanno un potere non indifferente, quello di calamitare l’attenzione. È il risultato di un testo scritto molto bene, di una narrazione dallo stile semplice ma allo stesso tempo intimo e incalzante che conduce il lettore a sentirsi in soggezione di fronte al banco degli imputati e a un avvocato che riesce a sovrastarti soltanto con lo sguardo prima ancora di iniziare la sua arringa.

Deviant è intriso di descrizioni particolareggiate di Mavor e riusciamo a immaginarlo perfettamente. D’altronde è l’avvocato 27enne da 352 cause penali vinte con sentenza definitiva, 115 aule di tribunale del Paese in cui è risultato vittorioso, 110 e lode il voto a Oxford, una sola la causa in cui ha rischiato, zero le regole che segue in tribunale.

Le onde sinuose dei suoi capelli selvaggi fanno da contorno a occhi grezzi e rocciosi che trasmettono l’irrequietezza di una persona senza scrupoli. Sguardo indecifrabile, occhi labirintici e intensi, vacui come un’aurora boreale, danzanti e lontani come quel fenomeno atmosferico… pietre incastonate nel buio, come boschi piegati alla tempesta con iridi che corrispondono a due capolavori di terrore, opere d’arte incantevoli dipinte con l’inganno.

Mavor è percorso da un alone misterioso ed elegante e allo stesso tempo è intoccabile come un ologramma, titanico e imperante con la sua mascella affilata e aguzza, la fossetta che si forma quando sorride, la voce abissale. 

A tu per tu con l’autrice

Abbiamo incontrato Ellie B. Luin, la scrittrice che ha pubblicato questa storia avvincente e passionale per farci raccontare qualcosa in più e scavare oltre quello che già è stata capace di mostrarci in dettaglio.

Da un pensiero alla realizzazione di una storia

Com’è nata l’idea di una trama così complessa seppur ben strutturata e personaggi così complicati, misteriosi, ma complementari nella loro “follia”.

«Sono laureata in Giurisprudenza, lavoro in uno studio legale, sono nel mondo dei tribunali da sempre anche perché i miei genitori sono avvocati. Ho sempre cercato qualsiasi argomento che riguardasse il mondo della legge, dalle serie tv ai libri legal. Notavo, però, che mancava l’elemento romance che cerco costantemente. È nata così l’idea di scrivere un romance sul mondo dei tribunali. Ma non volevo una classica trama della cliente che si innamora del suo avvocato. L’idea è partita dal creare un forbidden love, un amore proibito con un avvocato. Per realizzare questa dinamica ho pensato alla vittima e all’avvocato di controparte dell’imputato, dell’aguzzino che deve difendere l’imputato da lei che è la vittima. Attorno a questo caso si svolge tutta la trama, la dinamica romance e le backstories che sono collegate a questo villain, cattivo, Charles Cadogan. Tutto si evolverà fino alla fine del terzo volume che porterà alla sentenza. Lo sviluppo della loro relazione, della trama amorosa si snoda attraverso i punti focali del processo, ci saranno momenti salienti fino alla sentenza che inciderà tantissimo nella loro relazione. Sono partita dall’amore proibito di cui sono ossessionata in un ambiente legal dei tribunali. Volevo creare dei personaggi molto dark, oscuri. L’idea dell’avvocato del diavolo mi è sempre piaciuta moltissimo, eticamente scorretto, moralmente grigio. Per lei invece ho pensato al mondo che potesse essere più distante possibile da quello dei tribunali, quindi il mondo della notte, dei locali che non ha nulla a che vedere con quello legale molto formale. Ho cercato di creare proprio gli opposti».

Le sfumature di Venus

Il personaggio di Venus, la spogliarellista, non è la classica figura raccontata nei romanzi. Una ragazza di non facile comprensione e con una risonanza complessa alle spalle.

«La stripper in un periodo in cui il discorso della donna emerge come vittima. Ho scritto la mia tesi sulla violenza di genere. Era proprio il discorso che volevo affrontare per far capire che una donna che mostra il suo corpo non deve essere necessariamente trattata male, come una reietta della società. In qualche modo volevo mandare un messaggio di libertà femminile».

I diversi Styles dell’avvocato Axford

Per chi ha conosciuto il tuo romanzo su Wattpad è inevitabile raffigurare Mavor Axford con le sembianze di Harry Styles. Com’è nata quest’ispirazione e come hai costruito un soggetto come Mavor pensando a una figura come Harry Styles che, apparentemente, si discosta totalmente dalla storia di un avvocato così spietato.

«Sono contenta di avere la possibilità di parlare di un argomento che mi sta molto a cuore. Su Wattpad tutti gli autori hanno un presta volto, si utilizza un personaggio che esteticamente dia i connotati al protagonista. Harry Styles è un po’ un’arma a doppio taglio.Deviant Ci sono tantissime fan, io in primis lo sono ma, al tempo stesso, penso ci sia un po’ di pregiudizio nei confronti delle storie con Harry Styles rispetto a tutti gli altri modelli presi come riferimento. Probabilmente perché alcuni, soprattutto al di fuori di Wattpad, sono legati al discorso fanfiction del 2015 in cui lui si innamora della fan. Spesso senti la critica “ah ma era una fanfiction su Harry Styles”, quando in realtà le cose si sono evolute. Lo utilizzo come un attore, lo immagino esteticamente come lui ma poi cerco di dargli un’originalità, un carattere, come in questo caso completamente opposto ad Harry Styles che ha una forte identità marcata come personaggio, più di un modello che pochi conoscono. Si tende a mescolare le cose che però sono opposte. Ho tenuto il nome di Harry Styles nella storia su Wattpad ma probabilmente avrei dovuto cambiarlo e partire sin dall’inizio con il suo nome, Mavor, un nome che gli si addice molto».

L’evoluzione della storia di Venus

Venus è una ragazza con un passato che l’ha segnata e con un lavoro che non fa emergere le sue caratteristiche nascoste. Quanto di lei ancora non siamo stati capaci di cogliere nella lettura di questo primo volume?

«Il personaggio di Venus si scopre nel secondo volume dove viene fuori la sua essenza più vera, la sua backstory, il passato difficile, le cose che ha dovuto superare, i traumi che ha affrontato. Mavor si comporterà di conseguenza capendo ciò che ha vissuto ma certo rimane sempre Mavor! Avrà sicuramente un cambiamento ma molto graduale e la sua figura verrà fuori completamente nel terzo volume. Ho cercato di rendere la cosa il più credibile possibile, non mi piacciono i personaggi che vengono stravolti».

Le due facce di Mavor

Quanto c’è di salvabile in una figura pericolosa e letale, seppur infinitamente attraente, come Mavor? Sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista tuo personale. Quanto pensi che una persona del genere possa avere una doppia faccia, un altro lato della medaglia dal quale scoprire il “bene”, seppur nascosto?

«Ho un’idea romantica e nei miei libri c’è sempre quel messaggio in cui un amore è salvifico in generale. Non posso fare spoiler ma se dovesse essere un personaggio salvato da se stesso, dall’amore, da Venus o dalle circostanze sicuramente starei molto attenta a creare delle dinamiche che lo porterebbero a una vera e propria catarsi, a un cambiamento completo. Deve accadere qualcosa di grande che lo possa portare a un cambiamento e a una salvezza in qualche modo. Qui stiamo parlando di un romanzo e vorrei mandare un messaggio. Nel mondo reale è un altro discorso ed è difficile fare un parallelismo. Mi piace molto rappresentare storie d’amore di personaggi estremi, borderline proprio perché penso ci sia speranza altrimenti non scriverei certe storie. Forse più è dark e più mi piace l’idea che possano salvarsi anche dal punto di vista interiore».

Il potere dell’attrazione

Spesso nel libro si ripete un concetto “se io non fossi io e tu non fossi tu…”. Pensi che se Venus e Mavor non fossero tali si sarebbero mai potuti incontrare? O sono proprio le loro caratteristiche e le situazioni che si trovano a condividere che li hanno portati su un percorso nel quale vengono attirati l’uno all’altra?

«Probabilmente sì, l’attrazione ci sarebbe stata comunque, infatti si incontrano nel primo capitolo senza conoscersi e sono attratti l’uno dall’altra. Però è il caso in cui finiscono che fa emergere tutte le caratteristiche che hanno che sono complementari, facendo capire a entrambi di essere molto simili. Mavor in qualche modo cerca di aiutarla, di salvarla ma allo stesso tempo la deve distruggere, ha comunque questo senso di protezione. In realtà sono legati da altre cose, hanno un legame che va oltre il caso e si vedrà nei prossimi volumi».

Marte e Venere, un amore proibito

È molto interessante la descrizione che si cela dietro la scelta del nome di Mavor. Il collegamento della data di nascita, il 23 ottobre, nel mese in cui i romani festeggiavano l’armilustrium in onore di Marte. Come hai scritto il nome deriva proprio da Mavortius, di Marte. Questo connubio di Venere e Marte porta con sé una potenza narrativa importante che pesa su tutta la storia. La tua idea è stata senza dubbio innovativa, soprattutto per i due soggetti che racconti mettendoli in antitesi e allo stesso tempo lasciando che ogni lettore crei dentro di sé un parallelismo. Quanto vedi di Venere e Marte in Venus e Mavor?

«Sono ossessionata dal discorso dell’amore proibito, in realtà Venere e Marte come Romeo e Giulietta sono tra le storie più famose. Di Marte e Venere ne parlano tanti poeti e scultori, Omero e Lucrezio, però l’unico che descrive la storia è Reposiano, che è un poeta minore e si studia poco. Ho letto tutta questa storia che mi ha appassionato molto. Sono stata attratta dal simbolismo che ho riportato in Deviant. La contrapposizione tra la Dea dell’Amore che per Venus si intende quello passionale e carnale, sicuramente non quello etereo e innocente e Marte, il Dio della Guerra che in Mavor è intesa come guerra di sopraffazione retorica più che fisica, quindi una guerra di potere più che quella che si intendeva per Marte. Mi piaceva molto questo dualismo nella storia d’amore tra Marte e Venere, questi opposti che finiscono per amarsi e fare tanti figli. Tutto è partito dai nomi e poi si è esteso anche con il discorso del lupo, ho cercato di legare tutto perché mi piace non scrivere cose a caso ma trovare una connessione, non è facile».

La lettura come formazione e fonte di ispirazione

Altro collegamento letterario è quello relativo a Harry Haller, che Mavor definisce il suo alter ego letterario ne Il lupo della steppa di Herman Hesse. Le tue citazioni e la tua conoscenza in campo giuridico fanno di te una scrittrice dagli aspetti più interessanti e originali. Quali sono le letture che ti hanno formato e quelle di riferimento oggi.

«Le letture che mi hanno formato sono i classici che ho letto al liceo poi mi sono spostata più su un genere di evasione. Il libro che probabilmente mi ha più influenzata è stato 1984 di George Orwell. Dal punto di vista stilistico Nabokov con Lolita che ha cambiato il mio stile portandolo su un altro livello. Cerco sempre espressioni più ricercate piuttosto che lo stile semplice. Mi è piaciuta molto la scrittura di Murakami, il suo stile onirico, questa sua malinconia. Poi sono approdata a Dan Brown e da lì non sono più tornata indietro! Leggo solo thriller ma quando scrivo non riesco a rinunciare all’elemento romantico, quindi probabilmente devo recuperare delle letture romance. Leggo Carrisi, Joël Dicker, tanti autori americani, ultimamente ho finito Lucinda Riley ma anche John Grisham, il legal mi piace molto! Dopo Dan Brown mi sono appassionata al genere mistery, agli intrecci, impazzisco per questo e lo cerco spesso».

La storia continua con Deviant – Specchi di Venere

Deviant lascia in sospeso tante domande. Avranno una risposta nel seguito? E quanto dovremo aspettare per la sua pubblicazione?

«Tutte le risposte arriveranno alla fine del terzo libro, c’è parecchia carne sul fuoco… Il secondo volume arriverà presto!»

Tra le pagine

Era fame e istinto, solitudine e condanna e i suoi occhi silenziosi di luce squarciavano l’oscurità delle mie iridi.

Tutto ciò che avrei dovuto odiare era di fronte a me e brillava come se il suo profilo fosse una costellazione di stelle nere, un vortice di paradossi che mi si stagliava davanti mostrandomi tutta la limitatezza del mio essere umana, finita, mortale.

Lei era una creatura dell’ignoto e la mia coscienza era un velo nero che si risvegliava a intervalli dal sonno eterno, tanto che troppa gente mi aveva chiamato pazzo, dato che in effetti non conoscevo mezze misure.

Spesso è nell’oscurità di un temporale che troviamo uno spiraglio di luce.

 

Alessandra Caputo

Foto © Visit Britain, The Guardian

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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