“La Tessitrice” una favola dal sapore moderno

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La Tessitrice

Alessandra Cotoloni, autrice di successo e pluripremiata racconta le caratteristiche principali del suo nuovo romanzo

Alessandra Cotoloni scrittrice senese esce con il suo nuovo romanzo, “La Tessitrice” il 20 luglio, ancora una volta per la casa editrice San Paolo.

Il 20 luglio esce il suo nono romanzo “La Tessitrice” per la casa editrice San Paolo, di cosa tratta questo suo nuovo lavoro?

«È la storia di una donna, Filomena, che dopo una vita trascorsa a gestire la famiglia, essendo rimasta vedova abbastanza giovane, una volta divenuti adulti i figli, sente il bisogno di essere finalmente protagonista principale della propria esistenza, riscoprendo un’antica passione: la tessitura. Riesuma così dalla soffitta il vecchio telaio di legno per tessere a mano, con il quale sua madre le aveva insegnato questa antica e nobile arte e decide di ricominciare una nuova vita scegliendo anche un nuovo posto dove abitare».

«Si trasferisce così dalla dolce campagna senese a un piccolo paese abbarbicato sulle Alpi apuane, caratterizzato da pochi abitanti e per la maggior parte non più giovanissimi e ammorbati dalla noia di una vita scandita da un tempo che scorre incessantemente senza particolare gioia ed entusiasmo. L’arrivo di Filomena, partendo dalla curiosità generata nei suoi confronti ma soprattutto dal suo telaio, comincerà a generare tutta una serie di situazioni particolari, innescando nuovi interessi che a loro volta determineranno altre situazioni ancora, come in un effetto domino».

Si potrebbe azzardare che il vero personaggio della storia in fondo, è proprio il telaio?

«Sì, indiscutibilmente il telaio è il fulcro della storia, tutto e tutti alla fine agiscono e si muovono attorno a questo “strumento” che assume un ruolo quasi magico, sia per Filomena che per la maggior parte degli abitanti del piccolo paese delle apuane in cui la tessitrice decide di stabilirsi».

In sostanza è una favola moderna quella che si racconta con questa storia

«Sì, ma pone l’attenzione su valori umani reali che forse stiamo in parte smarrendo. Si tratta di una storia volta alla dimostrazione che le buone “pratiche di vita” generano altrettante “buone pratiche”, nel senso che l’energia positiva che in certe circostanze si genera e si diffonde, tende a contagiare, come effetto domino, le persone stesse, facendole vivere e agire riscoprendo valori essenziali come la cordialità, la generosità, la complicità, il senso di appartenenza, il buon vicinato, la solidarietà. Così come le “cattive” generano azioni negative che portano al malessere generale, le buone pratiche positive determinano un benessere generale. Credo molto a questa condizione umana che nel nostro piccolo, potremmo tutti generare, migliorando in tal modo le nostre condizioni di vita e di rapporto con gli altri».

Nei suoi altri romanzi, precedenti a questo, ha sempre affrontato storie e questione sociali ambientate in un mondo reale, perché questa scelta di scrivere una specie di favola?

«Credo che in realtà non mi sia molto discostata dal genere che ho scritto fino ad oggi. È vero, Filomena è un personaggio della fantasia, ma chiunque di noi potrebbe vestire i suoi panni e decidere di darsi una nuova occasione, la possibilità di essere se stesso, di esprimere l’essenza che è in noi. Quando viviamo sereni, siamo in grado di distribuire e diffondere questo benessere anche intorno a noi ed è interessante notare come la realtà stessa possa mutare e ritrovare lo spunto per riappropriarci di quel sano modo di vivere in comunità, da cui la vita spesso rumorosa in cui siamo immersi, tende ad allontanarci».

Quindi una storia che non esiste ma che potrebbe accadere?

«Si esatto, una favola, una storia al momento che non esiste ma che forse potrebbe invece accadere, come già avviene tante volte, in piccole situazioni. In fondo, molte azioni dipendono solo dalla nostra volontà».

Autrice

Alessandra Cotoloni nata a Siena il 3 settembre 1966, appassionata di lettura e scrittura sin da sempre, ha esordito nel mondo della scrittura nel 2015 con il romanzo “L’anima sgualcita” ed. Cultura Progetto, a cui è seguito nel 2017 “Doppiopetto Blu” ed. Pegasus Edition Milano. La TessitriceNello stesso anno viene pubblicato “Femmina terra” ed. Casa Editrice Betti-Siena. Nel 2018 il romanzo “Il diario di pietra” ed. Il Papavero-Avellino viene selezionato al Premio Strega nel 2019, nello stesso anno sono stati pubblicati “Saltarello” e “Con gli occhi aperti” ed. Casa Editrice Betti–Siena.

Per la Casa editrice di Milano san Paolo pubblica nel 2020 “Taxi Milano25”. Nel 2022 esce per Armando Editore–Roma il suo ottavo romanzo “Bagasc” e sempre nello stesso anno la sua seconda raccolta di poesie “Trame Itineranti” ed. Dragorosso Editore – Roma rientrata nella prima individuazione dei 120 testi di poesia per il Premio Strega poesia 2023. Di prossima uscita a Luglio per la casa editrice San Paolo “La Tessitrice”.

 

Cecilia Sandroni

Foto © Luca Betti, Alessandra Cotoloni

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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