Carracci ConservArt, studio e dati inediti della Galleria

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Presentato a l’Ecole francais de Rome anche il report sui graffiti scoperti per caso

 

Carracci ConservArt è il progetto di ricerca avviato nel 2022 in collaborazione con diverse istituzioni e basato sui dati inediti del restauro della Galleria dei Carracci, svoltosi nel 2015, incrociando i risultati tecnici e scientifici con le ricerche storico-critiche elaborate sull’opera e presentato da Brigitte Marin, direttrice dell’École Française de Rome, e da Rachel George, storica dell’arte, ricercatrice EFR e coordinatrice delle attività scientifiche del progetto. Inoltre si è discusso dei graffiti rinvenuti per caso nel corso delle operazioni di restauro dell’opera.

La Galleria

Famosa in tutto il Mondo per i suoi affreschi che, grazie al sapiente connubio di tecniche artistiche quali prospettiva, scultura e architettura che ammaliano i visitatori, porta il nome dei fratelli Agostino e Annibale Carracci, artisti bolognesi esponenti del nuovo classicismo cinquecentesco che la realizzarono a cavallo tra il 1597 e 1608. Una magnifica volta, dalla forma a botte, si estende per circa 20 metri ed è completamente affrescata con personaggi mitologici presi dalle Metamorfosi di Ovidio. Sui lati lunghi presentava numerose sculture antiche appartenute alla famiglia Farnese e oggi conservate in gran parte al Museo archeologico di Napoli, la volta dalla forma a botte invece è completamente affrescata con personaggi mitologici presi dalle Metamorfosi di Ovidio.

La lotta tra l’amor celeste e il vulgare

Molti studiosi e critici dell’arte si sono interrogati sul significato dell’opera e tra questi spicca la tesi del Bellori secondo il quale, con questa maestosa opera che prende spunto anche dalla Cappella Sistina, i Carracci abbiano voluto parlare della lotta costante tra l’amore celeste e il vulgare. Per altri invece le figure rappresentate nell’opera vogliono semplicemente celebrare l’amore.

A sostegno di questa tesi ci sarebbe il fatto che la Galleria fu commissionata ai fratelli in occasione delle nozze di Ranuccio Farnese con Margherita Aldobrandi, nipote di Papa Clemente VIII. Forse a celebrare l’evento, inquadrato da una finta cornice, spicca il corteo nuziale di Bacco e Arianna. Impresa non da poco dato gli stretti spazi in cui i due artisti hanno dovuto lavorare, riuscendo a sfruttare varie tecniche e l’architettura in trompe-l’oeil, visibile dal balaustro presente agli angoli. Qui si sovrappongono scultura, pittura e architettura: gli atlanti monocromi sembrano di marmo; i medaglioni imitano il bronzo; e le finte tavole, dette “quadri riportati”, appaiono poggiate alla volta.

Ode al Rinascimento

La Galleria, il cui impiego non è del tutto chiaro, si pensa fosse utilizzata come sala da musica, è una ode al Rinascimento grazie ai riferimento a Raffaello e a Michelangelo. Qui infatti si possono ammirare le storie di Galatea e gliignudi” della Cappella Sistina che scandiscono la struttura della composizione. Tra le altre opere i riferimenti alle Georgiche di Virgilio, con la storia di Pan e Diana, o Mercurio e Paride, Ercole e Ione, Venere e Anchise e molti altri.

Le opere degli allievi

Grande contributo alla realizzazione della Galleria fu dato anche dagli allievi dei maestri CarracciCarracci, i quali si concentrarono sulle pareti. Tra questi ricordiamo il Domenichino al quale si deve l’affresco della Vergine dell’Unicorno. La Galleria, decorata principalmente da Annibale, è considerata ancora oggi come il suo capolavoro. Essa costituisce, agli occhi degli specialisti, la più perfetta conclusione di un secolo e mezzo d’innovazioni pittoriche in Europa, prima della nascita delle grandi correnti artistiche del Seicento.

I dodici medaglioni

A completamento della volta iconografica si possono ammirare 15 medaglioni realizzati in finto bronzi che si infrappongono tra i quadri. Tra questi ricordiamo il sacerdote Ero e il suo giovane amante Leandro narrato da Ovidio nelle Eroidi; Pan e Siringa tratto dalle Metamorfosi di Ovidio o ancora tra Salmaci e Ermafrodito; Apollo e Marsia; Borea e Orizia; sempre dalle Metamorfosi la Soria di Orfeo e Euridice; il Ratto di Europa e il verso delle Bucoliche “Omnia vincit Amor”.

 

Gianfranco Cannarozzo

Foto© ConservArt

Video © Eurocomunicazione

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Gianfranco Cannarozzo
Lettore appassionato si avvicina al mondo del giornalismo mentre lavora presso uno studio legale che si occupa di ADR (Alternative dispute resolution). Nei suoi pezzi ama parlare di varie tematiche spaziando dall'attualità alla storia, alla politica.

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