Cop28, siglato accordo per aiutare i Paesi più vulnerabili

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Cop28

Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il destino dell’umanità è in bilico e bisogna agire subito

 

Al via a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, l’annuale Conferenza Onu sul clima, arrivata alla 28ª edizione (Cop28). I 195 Paesi partecipanti saranno chiamati a dichiarare quali passi avanti hanno fatto rispetto agli obiettivi indicati nel 2015 dall’Accordo di Parigi. Un bilancio (Global stocktake) che, stando agli studi scientifici pubblicati finora, dovrebbe essere negativo. Infatti, il Mondo è indietro nell’impegno di ridurre i combustibili fossili, aumentare le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi a fine secolo rispetto al periodo preindustriale (1750-1850).

Il summit si è aperto con un accordo definito da molti “storico”: le parti partecipanti hanno reso operativo il fondo “Loss & damage” presso la Banca mondiale, con aiuti ai Paesi più poveri e vulnerabili, in genere i più colpiti da eventi meteorologici sempre più estremi.

Agire ora

«Il destino dell’umanità è in bilico, per questo occorre agire subito». Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha aperto il “World Climate Action Summit”, alla Cop28 di Dubai. «I ghiacciai stanno scomparendo davanti ai nostri occhi provocando il caos in tutto il Mondo: frane e inondazioni, innalzamento del mare. Ma questo è solo un sintomo della malattia che mette in ginocchio il nostro clima. Una malattia che solo voi, leader globali, potete curare».

«I segni vitali della Terra stanno venendo meno» – rimarca Guterres – «emissioni record, incendi feroci, siccità mortali e l’anno più caldo di sempre. Siamo a chilometri dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi e a pochi minuti dalla “mezzanotte” per il limite di 1,5 gradi. Ma non è troppo tardi. Potete prevenire lo schianto planetario e l’incendio. Abbiamo le tecnologie per evitare il peggio del caos climatico, se agiamo ora. Abbiamo bisogno di leadership, cooperazione e volontà politica. E ne abbiamo bisogno adesso. Il nostro Mondo è ineguale e diviso».

«Il caos climatico sta alimentando il fuoco dell’ingiustizia. Il riscaldamento globale sta distruggendo i bilanci, facendo lievitare i prezzi dei prodotti alimentari, sconvolgendo i mercati energetici e alimentando una crisi del costo della vita. L’azione per il clima può far girare l’interruttore. Il dono» – va avanti Guterres – «è l’energia rinnovabile. Fa bene al nostro Pianeta, alla nostra salute e alle nostre economie. Pulisce la nostra aria. Soddisfa la crescente domanda di energia nel Mondo. Collega milioni di persone all’elettricità a prezzi accessibili. Porta stabilità e sicurezza ai mercati. E fa risparmiare denaro: l’energia rinnovabile non è mai stata così economica».

«Il successo della Cop28 dipende dalla capacità del Global Stocktake di prescrivere una cura credibile. In primo luogo, ridurre drasticamente le emissioni. Le politiche attuali porterebbero a un aumento della temperatura di tre gradi che potrebbe bruciare la Terra. In secondo luogo, non possiamo salvare un Pianeta in fiamme con un idrante di combustibili fossili».

«Dobbiamo accelerare una transizione giusta ed equa verso le energie rinnovabili», raccomanda il segretario Onu. «La scienza è chiara: il limite di 1,5 gradi è possibile solo se alla fine smetteremo di bruciare tutti i combustibili fossili. Non ridurre. Non diminuire. Eliminazione graduale, con un calendario chiaro. Il Global Stocktake non deve solo impegnarsi in questo senso, ma deve anche triplicare le energie rinnovabili; doppia efficienza energetica; e portare energia pulita a tutti entro il 2030. I dati economici sono chiari: il passaggio globale alle energie rinnovabili è inevitabile. L’unica domanda è quanto riscaldamento dovrà sopportare il nostro Pianeta prima che accada. In terzo luogo, la giustizia climatica è attesa da tempo».

«I Paesi in via di sviluppo vengono devastati da disastri che non hanno causato. Il Global Stocktake deve impegnarsi a incrementare i finanziamenti, anche per l’adattamento, le perdite e i danni. E deve sostenere la riforma delle banche multilaterali di sviluppo per Cop28mobilitare molti più finanziamenti privati a costi ragionevoli. Le Nazioni sviluppate devono mostrare come raddoppieranno i finanziamenti per l’adattamento portandoli a 40 miliardi di dollari all’anno entro il 2025, come promesso, e chiarire come riusciranno a raggiungere i 100 miliardi di dollari, come promesso. Proteggere il nostro clima è la più grande prova di leadership a livello mondiale. Il destino dell’umanità è in bilico», conclude Guterres.

Assente il Papa

A imprimere una svolta, per una buona riuscita della Cop28 prevista fino al 12 dicembre e con 70.000 presenze, potrebbero essere gli inviati speciali per il clima di Usa, John Kerry, e Cina, Xie Zhenhua. Assenti invece i rispettivi presidenti Biden e Xi. Questo perché le due Nazioni sono i maggiori produttori di gas serra (sommati fanno il 40%). Senza la loro azione, «non si vincerà questa battaglia» ha affermato Kerry assicurando di aver deciso con l’omologo cinese di lavorare «per il successo» della Cop.

Fra gli assenti anche Papa Francesco che ha dovuto rinunciare per motivi di salute e che sarà rappresentato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il cui intervento per la Santa sede sarà il 2 dicembre. Parlerà di mitigazione (cioè rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici prevenendo o diminuendo l’emissione di gas serra).

Il premier italiano

Giorgia Meloni, arrivata alla sede del Consiglio Conferenza The Expo City, è stata accolta dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, e dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Secondo quanto si apprende, racconterà dell’impegno italiano sui cambiamenti climatici, concentrandosi sull’Africa. Ad accompagnarla a Dubai anche un gruppo di pediatri dell’ospedale Gaslini di Genova e del Bambin Gesù di Roma: 4 esperti italiani in avanscoperta nelle strutture degli Emirati Arabi Uniti per avviare una collaborazione che si dovrebbe concretizzare anche nel progetto di un ospedale da campo da attivare nella Striscia di Gaza. La guerra in Israele, così come quella in Ucraina lo scorso anno influenzerà inevitabilmente il vertice sul clima, con il tema della sicurezza, anche energetica, inevitabilmente all’ordine del giorno.

 

Ginevra Larosa

Foto © The National, ET EnergyWorld, 361 Megazine, Unep

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