Il laboratorio dei restauri dei Musei Vaticani celebra 100 anni

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Musei Vaticani

Un secolo di esperienza, innovazione e cura delle opere d’arte della Santa Sede che conta decine di migliaia di metri quadri di decorazioni murali

 

Nel 2023 il laboratorio di restauro dipinti e materiali lignei dei Musei Vaticani, una delle strutture del settore più antiche al Mondo, compie 100 anni. Istituito nel 1923, sotto la direzione di Bartolomeo Nogara per precisa volontà di Papa Pio XI, si ricollega a una tradizione plurisecolare per la salvaguardia dell’immenso patrimonio custodito dalla Santa Sede.

Il progetto espositivo attivo dal 12 dicembre per un anno

Per celebrare questo importante traguardo, è stata presentata nella Sala Conferenze dei Musei Vaticani dalla direttrice Barbara Jatta, dal restauratore capo Francesca Persegati e da Paolo Violini, il progetto espositivo che per oltre un anno offrirà ai visitatori l’opportunità di apprezzare da vicino una miriade di dettagli di affreschi, quadri, statue che spesso sfuggono al visitatore, ma che svelano, sotto la lente, i dettagli del restauro. Si tratta di un percorso interattivo e diffuso lungo tutto l’itinerario dei Musei Vaticani, con trentasette paline di colore giallo, collocate in prossimità dell’opera pittorica e riconoscibili dal logo e dalla grafica, ognuna contenente un QR code dove sarà possibile, inquadrandolo con lo smartphone, vedere immagini e aneddoti inediti relativi al dipinto selezionato.

Tra le opere non poteva mancare la Cappella Sistina, il cui racconto parte da uno dei restauri più importanti e delicati, fino ad arrivare a rimuovere dagli affreschi di Musei VaticaniMichelangelo la pesante patina di fumo stratificatosi nei secoli e riportata in vita con il colore originale dai maestri restauratori. E ancora il San Girolamo di Leonardo da Vinci e le sue impronte originali lasciate dal grande maestro e visibili sulla superfice del dipinto. I due sguardi differenti prima e dopo il restauro della Madonna dei Battuti di Vitale da Bologna, il blu ritrovato di Raffaello nel meraviglioso manto della Vergine della Pala Oddi. È un racconto “dietro le quinte” offerto sia in italiano che in inglese, attraverso gli occhi del restauratore che svela curiosità, affascinanti aneddoti, segreti celati, tecniche di esecuzione e storie conservative.

I laboratori di restauro

Negli anni 20 e 30 dello scorso secolo a livello mondiale sorse un movimento di rinnovamento nel settore della conservazione di opere d’arte. Lo dimostra il fiorire di numerosi laboratori di restauro e come presso il British Museum di Londra, il Museo Archeologico del Cairo nel 1919, il Consiglio nazionale delle ricerche in Italia nel 1923, il laboratorio del Louvre nel 1925. In Italia nel 1939 viene fondato l’Istituto centrale per il restauro di Roma.

La conservazione del patrimonio della Santa Sede

Il Vaticano aveva provveduto per secoli alla conservazione dell’insigne patrimonio pittorico dei Palazzi, impiegando artisti diretti da figure come Ludovico Seitz e Luigi Cavenaghi.
Barbara Jatta ha ricordato come la Chiesa, da sempre consapevole dell’importanza dell’arte del suo patrimonio, con editti del XV e XVI secolo, intervenne con misure di protezione del suo patrimonio artistico. Così è stato ritrovato un documento, voluto dal Papa Paolo III nel 1543, che istituivaL’Ufficio del Mundator” che era incaricato di spolverare periodicamente gli affreschi della Cappella Sistina. Nel giugno del 1921 Benedetto XV chiamò come direttore artistico dei Musei, il pittore marchigiano Biagio Biagetti. Originario di Porto Recanati ove era nato nel 1877.

Chi era Biagio Biagetti

Entrato in contatto da giovane con Ludovico Seitz che al tempo decorava la cappella del coro della Santa Casa di Loreto, Biagetti completò in questa Basilica degli affreschi nella Cappella Slava, affrescò numerose Chiese e Basiliche in tutta Italia, per citarne alcune nelle Marche, la Chiesa della Misericordia a Macerata, la Cappella del Crocefisso nella Santa Casa di Loreto, il Redentore in Trono affresco nel Duomo di Jesi. Nel 1923 fondò il primo laboratorio vaticano per il restauro di opere d’arte.

Nel 1931 Papa Pio XI gli affidò il restauro del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina. Fu lui che iniziò lo studio delle cause del degrado delle opere, individuando i principali fattori storici e ambientali e raccomandò anche di eseguire una attenta documentazione dei restauri, per agevolare l’opera dei successori. A distanza di anni le sue “linee guida” sono attentamente seguite dai maestri restauratori del Vaticano. La firma dei Patti Lateranensi nel 1929 confermando la proprietà delle collezioni alla Santa Sede portò alla progettazione di nuove strutture all’interno dei Musei Vaticani.

Fu proprio Papa Ratti che in vista dell’allestimento della nuova Pinacoteca Vaticana incaricò Biagetti di compiere un viaggio che lo portò nei più grandi musei d’Europa per ricercare la “sintesi delle esperienze altrui”, studiando l’estetica, i sistemi espositivi e l’arredo dei laboratori.

Il laboratorio del restauro vaticano oggi

Nel 2023 il laboratorio di restauro è composto da 26 restauratori interni e 10 a contratto di cui 26 donne e 10 uomini. Il loro compito è “conservare” il patrimonio della Santa Sede che conta decine di migliaia di metri quadri di decorazioni murali e circa 5300 dipinti mobili inventariati. I restauratori intervengono su manufatti di tutte le epoche, dai reperti egizi, alle necropoli romane recentemente aperte, alle opere d’arte Contemporanea. Partecipano a convegni, pubblicano testi esplicativi, è un incessante work in progress. Ogni anno si programmano interventi di restauro. Affrontano campagne di monitoraggio e manutenzione operando spesso fuori orario per non interagire con il flusso dei visitatori.

I restauratori si occupano anche di intervenire in sedi extra territoriali da Pompei a Loreto, presso basiliche e Santuari sul territorio italiano. Il desiderio profondo dei restauratori è di illustrare e conservare la storia dei Musei Vaticani. Fu Biagio Biagetti nel 1923 che li definì “custodi dei Poemi pittorici più sublimi di tutto il Mondo”.

 

Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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