Rino Gaetano, la prima grande mostra sul cantautore

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Rino Gaetano

Al Museo di Roma in Trastevere parte l’esposizione dedicata a un cantautore italiano tra i più grandi e innovativi

 

Dal 16 febbraio al 28 aprile, nel quartiere tanto amato e frequentato dal cantautore, il Museo di Roma ospita una esposizione inedita che documenta l’intero cammino artistico di Rino Gaetano.

Si tratta della prima grande mostra a lui dedicata grazie all’iniziativa della sorella Anna, custode negli anni dei tanti “cimeli” esposti, e del nipote Alessandro che ha fondato il gruppo musicale “Rino Gaetano Band” per celebrare l’indimenticabile Rino.

Percorso espositivo

Il percorso dell’esposizione, presentato dal curatore Alessandro Nicosia, è particolarmente ricco grazie agli oggetti del suo vissuto quotidiano che hanno ispirato la sua creatività. Oltre ai libri che leggeva, ai dischi che ascoltava, e ai testi delle canzoni che scriveva con la sua macchina da scrivere, lì esposta, ci sono anche alcuni suoi strumenti musicali e gli abiti ironici con cui si presentava spesso in scena. Ci sono i suoi cappelli, i filmati delle apparizioni in tv, e tante foto, con la famiglia e con gli amici. Gli anni del Folkstudio nella Roma trasteverina, la “scuola Romana” di De Gregori e Venditti. Ci sono le foto del Q Concert con Cocciante.

La finale al festival di Sanremo del 1978

C’è anche il filmato del momento che lo ha consegnato alla storia della cultura pop italiana: il festival di Sanremo del 1978. Qui si presentò calzando in testa la tuba che gli aveva regalato Renato Zero insieme a un elegante frac attillato con papillon bianco. Sotto indossava una maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica. Sul bavero del frac portava una quantità di medagliette che nel corso dell’esibizione consegnò in parte al direttore d’orchestra in parte lanciò al pubblico.

In quell’occasione cantò “Gianna” e per la prima volta nella storia del festival fu pronunciata la parola “sesso”. La performance ebbe una forza dissacrante e tutta Italia quella sera scoprì Rino Gaetano e l’eredità che avrebbe lasciato alle generazioni future: il coraggio di sfidare le regole.

I meriti della mostra nel presentare il poliedrico cantautore

La mostra si presenta quindi come un’occasione per riscoprire una delle personalità più interessanti del panorama musicale italiano. Rino Gaetano era un poeta dallo stile tagliente che attraverso l’apparente leggerezza dei suoi testi sapeva pungere la società e la politica, senza mascherarsi. Con parole semplici riusciva a esprimere pensieri anticonformisti.

Le canzoni innovative e caratterizzate da un forte impegno civile sono anche oggi veri e propri inni tra le nuove generazioni. Basti pensare che la sua “Il cielo è sempre più blu” Rino Gaetanovenne gridata a squarciagola dai balconi italiani durante il primo lockdown. Dietro l’ironia delle beffarde filastrocche, il cantautore esprimeva una denuncia sociale ancora molto attuale come la costante lotta contro i tabù, le mistificazioni, le ipocrisie e i conformismi. Affrontava temi di attualità con sferzante lucidità sapendo “incassare” i pregiudizi della critica, del pubblico, dei colleghi, dell’ambiente che non vedevano di buon occhio quello strano personaggio che si divertiva a schernire tutti. Riusciva a trasformare in musica il disagio, la solitudine e l’alienazione.

Fu iniziatore di una nuova corrente. Le sue canzoni erano caratterizzate da due anime: una anarchica e l’altra poetica che si fondevano e divertivano. Stralunate, dipingevano con schiettezza l’Italia, che poi è anche quella attuale. Al cantautore si deve l’introduzione nella Penisola dello stile Reggae che poi ha mescolato in diversi generi musicali, passando al Pop e dal Rock al Teatro dell’assurdo. Fu anche un artista in controtendenza proprio per la sua capacità di trasfigurare la realtà nella satira, nella provocazione e nello sberleffo.

Infatti era convinto che lo spettatore avrebbe ascoltato più volentieri le tematiche delle sue canzoni se al contempo fosse riuscito a divertirlo con suoni spensierati trascinanti e gag esilaranti. Per questo in scena si accompagnava spesso con gli oggetti più disparati. Ha senza dubbio cambiato le regole della canzone cosicché la sua musica sta sfidando il tempo e le mode perché capace di far pensare, ballare e commuovere.

La testimonianza dell’amico Riccardo Cocciante

La presentazione della mostra ha visto la testimonianza di diverse personalità. La più emozionante è stata quella di Riccardo Cocciante che ha avuto parole molto belle per l’amico, definito persona amabilissima, inquieta, gentile, che non aveva i piedi completamente per terra. Caratteristica peraltro non richiesta all’artista che non sceglie quello che fa ma che è scelto dalla vita e il suo ruolo un po’ lo “subisce”. E Rino doveva assolutamente fare il cantautore perché aveva assoluto bisogno di scrivere e di scriversi nella canzone.

Riccardo e Rino, diversi nella personalità erano però uniti dall’amore per la musica e dalla ribellione nei confronti del perbenismo e dell’ipocrisia. Uniti nell’esigenza di essere liberi di esprimersi. Uniti dalla difficoltà di vivere, di persistere nel fare quello che sentivano di dover fare pur sapendo di non essere capiti dalla società.

Proprio per questo, diceva Cocciante, l’artista deve essere aggressivo e Rino lo è stato. Insieme hanno collaborato con il direttore artistico Ennio Melis della RCA che, rifiutandosi di replicare i successi degli anni Sessanta, accolse un nuovo modo di esprimere la musica e cambiò quella italiana.

Per informazioni sulla mostra su può visitare il sito www.museodiromaintrastevere.it e www.museiincomuneroma.it

 

Veronica Tulli

Foto © Museo di Roma, Eurocomunicazione

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Appassionata della vita mi sono dedicata negli anni ai temi della crescita personale, della salute e della sostenibilità, donandomi ai miei cinque figli. Giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza e in Scienze Religiose, non ho mai tralasciato la mia predilezione per la letteratura, l’inglese e lo spagnolo. E scrivo di tutto ciò per chi, preso da mille incombenze, non ci si può dedicare.

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