La Giornata internazionale della lingua greca

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lingua greca

Non è stata istituita dall’Onu, ma in tutto il Pianeta i greci e gli studenti di greco la celebrano in questo giorno

 

In occasione della Giornata internazionale della lingua greca nella Capitale la comunità ellenica di Roma e Lazio ha organizzato i festeggiamenti presso il Tanagra di Roma. Presenti all’evento l’ambasciatore Eleni Souranì e i funzionari dell’ambasciata e del consolato, che insieme a madrelingua provenienti direttamente dalla Grecia, a professori e relatori (alcuni arrivati per l’occasione), hanno contribuito a una eccellente presentazione della lingua greca. Il presidente della comunità ellenica, Akis Spanakis, ha organizzato i tre giorni della “Giornata mondiale della Lingua e della Cultura ellenica: le parole dei greci”.

Trinakria e Nima

Questa giornata è stata festeggiata anche a Palermo. L’evento è stato organizzato e si è sviluppato in una vera e propria festa. Enti pubblici e privati, insegnanti e studenti, hanno cercato di sottolineare l’importanza della lingua greca, di contribuire alla formazione e all’utilizzo delle risorse umane, allo sviluppo dell’iniziativa e alla coltivazione del dialogo democratico. L’associazione dei ciprioti d’Italia Nima, basata sulla fiducia reciproca e sulla cooperazione, ha abbracciato fraternamente la comunità greca di Sicilia “Trinakria” e il suo presidente Charalambos Tsolakis, condividendo con emozione l’efficace cooperazione e comunicazione di tutte le parti interessate con una visione e degli obiettivi.

In particolare, si è congratulato con gli insegnanti dei licei siciliani coinvolti per lo studio creativo e instancabile, nonché per l’insegnamento della lingua greca a centinaia di studenti italiani, presupposto per sfruttare le potenzialità, riconoscendo che l’idioma ellenico fornisce gli strumenti che permettono alle persone di sviluppare una coscienza interculturale, cioè di formare una personalità complessa e arricchita. L’associazione dei ciprioti in Italia Nima, in segno di amicizia, ha donato alla comunità “Trinakria” 50 libri di autori ciprioti per bambini e ragazzi.

Celebrazione della cultura europea

Intanto in occasione della Giornata internazionale della lingua greca (9 febbraio), il professore linguista George Babiniotis è stato ospitato sul set dello spettacolo “Studio 4” di ERT a mezzogiorno di venerdì. Come ha spiegato, la scelta della data richiama la morte di Dionysios Solomos. In realtà, non è una giornata internazionale in quanto non è stata istituita dall’Onu, ma in tutto il Pianeta i greci e gli studenti di greco la celebrano in questo giorno.

«È una celebrazione della cultura europea», ha dichiarato Babiniotis a proposito dell’importanza di imparare la lingua. «Quando quello che sento non viene fuori linguisticamente, c’è qualcosa di sbagliato dentro di noi, viene fuori un’aggressività, una negatività».

La lingua greca è in pericolo?

«Se è in pericolo, lo siamo noi greci. Abbiamo il dono di avere una lingua così colta, e non ne abbiamo un’altra. La particolarità sta nella continuità di 40 secoli. Questo non significa che non sia cambiata. In nessun’altra lingua accade questo per prendere Senofonte e capire più o meno quello che dice. Non possiamo usare questo privilegio per avere una migliore qualità del discorso», ha risposto il signor Babiniotis.

«Abbiamo avuto bambini greci a scuola per 14 anni. Gli abbiamo fatto fare pratica, abbiamo fatto loro amare questo linguaggio, per capire che è un insieme con le loro menti. E che il linguaggio non è uno strumento ma un valore. Sommergiamo i bambini con volumi di informazioni che non sono mai conosciute e ci priviamo della possibilità di quella che chiamiamo “educazione”, cioè di condurre i bambini a valori e regole. La scuola non fa la sua parte. Ecco perché sto parlando di questa “calamità” che sono gli esami di ammissione e per ritrovare il liceo, il periodo più bello della vita dei ragazzi».

«Ci siamo lentamente spostati nel mondo dei piccoli sforzi. Questa è educazione? È l’educazione? Abbiamo raggiunto l’educazione o la distorsione? Questo stress deve essere rimosso dalla famiglia greca», ha affermato a proposito dei Giochi panellenici. «Troverò il migliore o quello che memorizza meglio? Ci sono vulnerabilità in questo sistema oltre a essere estenuante e molto costoso è ingiusto, disumano e inaffidabile».

Perché usiamo così tante parole inglesi in vernacolo?

«L’inglese ha molte parole monosillabiche e ci vuole più tempo. Le parole greche hanno trasparenza, l’ha detto Elytis, si può vedere la storia dietro la parola». Il professore ha poi parlato della “dignità dell’ortografia” e ha spiegato che il modo in cui una parola è scritta ha a che fare con il suo significato e la sua storia. «Se semplifichiamo la scrittura, perdiamo la storia della parola». Parlando del fatto che coniughiamo e di come scriviamo i nomi stranieri, ha citato come esempio Maria (che l’ha vista scritta come Maria) e ha affermato: «Il linguaggio è un valore, non è un messaggio e riguarda tutti noi ed è questo che voglio trasmettere oggi. Ho una rete personale in cui sono onorato da follower e follower, non ho follower, non sono il re».

 

George Labrinopoulos

Foto © International Web Post

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George Labrinopoulos
Sono quasi 52 anni che vivo in Italia, originario di Vitina, nel Peloponneso, Sono nato a Vrilissia, 13 km dal centro di Atene, dove ho vissuto i primi 20 anni della mia vita, finché non sono arrivato a Roma dove ho lavorato come corrispondente per la Grecia e a una Agenzia Onu. Ho cominciato a lavorare in Italia nel '78, come secondo corrispondente di un importante giornale greco. Nel 1980 sono entrato nella stampa estera in Italia, della quale tuttora sono membro effettivo e per la quale negli anni Ottanta ho ricoperto per tre volte la carica di consigliere nel direttivo dell'associazione. Nell'arco di questi anni ho lavorato per vari quotidiani greci, oltre che per un'emittente radiofonica, Da Roma riuscii a portare tra il 1984, fino gli anni Novanta, politici del calibro di Pertini e Cossiga, i primi ministri Andreotti e Craxi, il Papa Giovanni Paolo II, Prodi, e altri uomini politici che attraverso il loro operato scrivevano la storia dell'Italia in quegli anni, poi messi in un libro "L'Italia dei giganti", due anni fa. Sono arrivato in Italia nel 1972, iscritto all'Università per Stranieri in Perugia per imparare la lingua italiana. Sono stato iscritto all'Università di Roma nella facoltà di Lettere e Filosofia indirizzo lingue straniere (inglese). Durante le lezioni il mio professore all'epoca Agostino Lombardo, ci insegnava analisi di testo e di poesia, e gia mi è arrivata la voglia di cominciare di fare il mestiere che dovevo fare nella mia vita. Giornalista...vorrei ricordare che negli anni '70 non c'erano scuole di giornalismo, e il mio mestiere l'ho imparato facendo la gavetta dopo l'Università, ero andato ad Atene e facevo praticantato a un giornale ellenico...erano gli anni del sequestro Moro, e un'agenzia ellenica chiedeva un secondo per l'Italia, e cosi sono tornato come professionista giornalista a Roma

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