Il Parlamento europeo per il ripristino degli ecosistemi

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Ecosistemi

La nuova legge fissa come obiettivo ristrutturare gli ecosistemi terrestri e marini dei Paesi Ue entro il 2050

 

La normativa europea sul ripristino della natura, “Nature Restoration Law”, concordata con i Governi dell’Ue, è stata approvata con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. La nuova legge mira a garantire la ristrutturazione degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità.

La perdita di quest’ultima non è fonte di preoccupazione solo per gli amanti della natura. La diminuzione delle specie può mettere a rischio gli ecosistemi, portarli al degrado e alla distruzione. Miliardi di anni di evoluzione hanno portato alla creazione di un sistema di forme di vita interrelate. Gli animali e le piante sono il fondamento di ecosistemi complessi; noi esseri umani siamo legati alla natura, e dipendenti da essa, in modo più significativo di quanto non vogliamo ammettere. Distruggendola, distruggiamo noi stessi.

I vantaggi

Gli ecosistemi ricchi di biodiversità sono più resistenti agli stress ambientali come cambiamenti climatici, malattie e catastrofi naturali. La biodiversità supporta una serie di servizi importantissimi, tra cui la purificazione dell’acqua, la produzione di ossigeno, la fertilizzazione del suolo e il controllo delle malattie. Una vasta gamma di specie vegetali e animali assicura una maggiore sicurezza alimentare, offrendo riserve genetiche per colture e allevamenti e fornendo nuove fonti di cibo. Inoltre, a favore dell’uomo, sostiene industrie quali il turismo, l’agricoltura, la pesca e la farmaceutica. Le interazioni complesse tra le specie nell’ambiente naturale mantengono l’equilibrio ecologico, prevenendo la proliferazione di specie dannose e mantenendo la stabilità degli ecosistemi.

I Paesi dell’Unione dovranno intervenire a favore

La biodiversità del nostro Pianeta è quindi fondamentale per la sopravvivenza e il benessere umano. Tutto questo sta scomparendo a un ritmo sempre più rapido a causa della distruzione degli habitat, operata direttamente dall’uomo o indirettamente dal cambiamento climatico in corso, a cui si aggiungono il proliferare di specie invasive, l’inquinamento e il sovrasfruttamento delle risorse naturali. Se queste forze scatenate dall’attività umana non vengono in qualche modo mitigate, potremo perdere fino a metà delle specie di piante e di animali sulla Terra entro la fine del secolo.

La nuova legge approvata dal Parlamento europeo

Per conseguire gli obiettivi fissati dall’Ue, entro il 2030 i Paesi membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge, e cioè foreste, praterie, fiumi, laghi e coralli. Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. EcosistemiLa legge impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali e di piantare tre miliardi di nuovi alberi. Gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di corsi d’acqua, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea.

Le zone prioritarie di intervento

I Paesi dell’Ue dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Inoltre, dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi. Inoltre devono designare i siti naturali su cui intervenire in armonia con le precedenti indicazioni Ue. Ad esempio, seguendo le direttive comunitarie in campo ornitologico, essi devono designare i principali siti di riproduzione, di riposo e di svernamento per 190 specie di uccelli rare o minacciate. Ai sensi delle direttive che riguardano gli habitat, devono designare siti per oltre 1000 specie vegetali e animali e 233 ecosistemi. Ad esempio, Regione Alpina, Atlantica, Mar Nero, Mediterranea, Pannonica e Steppica.

Come richiesto dal Parlamento, la legge prevede un trattamento particolare nei confronti degli ecosistemi che si trovano su terreni agricoli. Qualora gli obiettivi previsti dalla legge riducano la superficie coltivata al di sotto di una certa soglia, l’esecutività della legge potrà essere sospesa. La legge intende infatti tutelare la biodiversità senza compromettere la produzione alimentare e i consumi dell’Ue.

La soddisfazione dei promotori della legge

Dopo la votazione, il relatore César Luena ha dichiarato: «Oggi è un grande giorno per l’Europa, perché passiamo dalla protezione e dalla conservazione della natura al suo ripristino. La nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni internazionali in materia di ambiente. Inoltre, ristabilirà gli ecosistemi degradati senza compromettere il settore agricolo, lasciando agli Stati membri una grande flessibilità. Vorrei ringraziare i ricercatori per averci fornito le evidenze scientifiche e per il loro impegno nel combattere il negazionismo climatico. E vorrei ringraziare anche i giovani per averci ricordato che non abbiamo né un Pianeta B, né un piano B». Una volta approvata anche dal Consiglio, la legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

 

Nicola Sparvieri

Foto © Ambiente e non solo, WineNews, Euronews, Fulldassi

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Laureato in Fisica, si è occupato di superconduttività e spazio. Ha insegnato Fisica Generale alla Sapienza ed è membro dell'Accademia Internazionale di Astronautica. Giornalista pubblicista, è titolare di un blog. Scrive di scienza, società, ambiente e sostenibilità. Cofondatore di RISE, associazione noprofit che promuove la nascita di startup sostenibili. Ama i suoi nove figli e i numerosi nipoti il cui numero è destinato ad aumentare.

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