Omaggio al maestro del brivido Alfred Hitchcock

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Hitchcock

L’arte della suspence con un unico comune denominatore che il regista riesce in ogni occasione a rendere vivido

 

Alfred Hitchcock, regista, produttore, sceneggiatore e montatore, ha lasciato un segno nella storia del cinema. Per ricordare il grande cineasta inglese il Comune di Cattolica, Radio Talpa, la Società operaia di mutuo soccorso di Pesaro, l’Unci sez Pesaro e il Museo della marineria W. Patrignani di Pesaro, organizzano a Cattolica, il 10 marzo alle ore 17, un incontro su Hitchcock e la suspense. Il ciclo di incontri proseguirà il 17 marzo alle ore 17 sui direttori della fotografia, la luce nel cinema e il 24 marzo su Capire il cinema. La rassegna segue gli incontri tenuti per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, che hanno avuto un grande successo di pubblico e critica.

«L’arte di creare suspence è nello stesso tempo quella di porre il pubblico all’interno dell’azione in modo da coinvolgerlo nel film. Lo spettacolo, da questo punto di vista non è più un gioco che si fa a due (regista + film), ma a tre (regista + film + pubblico) e la suspence, come i sassi bianchi di Pollicino o la passeggiata di Cappuccetto Rosso, diventa un mezzo poetico per commuoverci e di farci battere più forte il cuore». Questa riflessione è di Francois Truffaut, grande esponente della Nouvelle Vague francese, che fece una lunga intervista a Hitchcock».

L’elemento base

«L’immagine dell’arte del maestro del brivido» – ha proseguito Truffaut – «è quella di un uomo innocente scambiato per un altro, inseguito e che ritroviamo mentre sta cadendo da un tetto, aggrappato a una grondaia sul punto di rompersi».

E questo perché nell’opera del maestro inglese, trasferitosi nel 1940 negli Stati Uniti, non c’è  quasi mai il giallo con il suo intreccio, né il genere noir classico. Quello che interessa a Hitchcock è mettere in scena le paure comuni dell’uomo comune e fare in modo che lo spettatore le viva in prima persona mentre le osserva e non le subisca attraverso un racconto. Le vertigini, e troviamo un film di H. che si chiama “Vertigo”, la perdita di identità propria o di chi ci è vicino, il tradimentol’essere accusati ingiustamente, la claustrofobia, l’essere improvvisamente strappati dal proprio mondo, l’essere braccati, sono sensazioni dei suoi film e facce di uno stesso sentimento di base, la paura. Una paura motivata e ragionevole, non lontana e soprannaturale come quella dell’horror, con cui ogni spettatore potrebbe trovarsi a fare i conti ogni giorno.

I capolavori di Hitchcock e il Noir

L’importanza degli innumerevoli capolavori di H. non consiste però solo nell’aver dato un volto ai timori del borghese medio: pensiamo a film come “Rebecca la prima moglie”, “Notorius”, “Psyco”, “Gli uccelli”, che raggiunsero la notorietà anche per una sperimentazione tecnica. “Nodo alla gola” del 1943 è, ad esempio, un unico piano sequenza di oltre un’ora e un quarto, mentre la famosa scena della doccia inPsyco“, fu ottenuta montando 70 posizioni di macchina diverse per 45 secondi di film.

Pellicole e libri

“Hitchcock” è un film del 2012 diretto da Sacha Gervasi, basato sul saggio di Stephen Rebello, “Come Hitchcock ha realizzato Psycho”. Una pellicola che analizza il rapporto fra il regista inglese e la moglie Alma Reville, partendo dalla storia dell’assassino Ed Cein, che ha ispirato il personaggio di Norman Bates. Una ricostruzione che ha avuto dei riconoscimenti a metà dalla critica, ma che ci permette di comprendere la particolare personalità di Alfred Hitchcock.

HitchcockIl 1957 è l’anno della svolta nella critica dell’opera di H. Infatti è pubblicato il libro di Eric Rohmer e Claude Chabrol, “Hitchcock”. Nel 1966 un altro fondamentale per studiare l’opera del regista inglese: l’intervista concessa a Truffaut nell’agosto del 1962, durante la quale, in cinquanta ore di colloqui, risponde a cinquecento domande, ripercorrendo la sua intera carriera.

 

Paolo Montanari

Foto © Taxidrivers, Diario di Rorschach, Il Cartello

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