Accordo Ue – Egitto da 7 miliardi e 400 milioni

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Ue Egitto

Proprio oggi si apre il processo Regeni. Sul banco degli imputati i 4 agenti segreti egiziani accusati di aver ucciso e torturato il ricercatore friulano

 

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha firmato al Cairo, in Egitto, un accordo da oltre 7 miliardi di euro con Abdel Fattah al Sisi, presidente egiziano. Gli ambiti principali riguardano immigrazione, sicurezza ed economia. Con la presidente von der Leyen erano presenti anche i leader di Austria, Belgio, Cipro, Grecia e Italia.

L’accordo firmato con l’Egitto è stato criticato da varie associazioni che si occupano di difesa dei diritti umani, dato che il Governo di al Sisi non è democratico. Il presidente è in carica dal 2013, quando prese il potere con un colpo di stato militare, e negli anni ha trasformato l’Egitto in un regime autoritario, ritenuto ancora più duro e oppressivo di quello di Hosni Mubarak, che Governò tra il 1981 e il 2011.

Ciò tuttavia non toglie che i rapporti con l’Egitto appaiono ad oggi, per l’Italia e per l’Europa, irrinunciabili, in quanto il Cairo è considerato unpartner affidabile” – si legge nella dichiarazione congiunta Ue-Egitto – “pilastro di sicurezza, moderazione e pace nella Regione del Mediterraneo, del vicino Oriente e dell’Africa”.

Immigrati

Aiuti economici per 7,4 miliardi di euro tra il 2024 e il 2027, di cui 5 sotto forma di prestiti e 1,8 come investimenti: ecco i fondi che l’Ue garantisce all’Egitto. Di questi, circa 200 milioni dovrebbero essere utilizzati per migliorare la gestione dei migranti del Paese e dei flussi migratori verso l’Europa. Uno degli obiettivi principali dei Paesi è quello di fermare o perlomeno limitare le partenze. Finora non sembra che questa strategia abbia funzionato, dato che i flussi migratori sono aumentati negli ultimi anni.

In Egitto vivono circa 9 milioni di migranti, tra cui quasi 500mila rifugiati. Con lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, la situazione è variata ulteriormente, data la vicinanza con l’Egitto. Per ora il Governo di al Sisi si è opposto alla possibilità di ospitare nel Paese i civili palestinesi, che quindi non hanno modo di uscire dalla Striscia, dato che tutti gli altri confini di terra sono controllati da Israele.

Anche al-Sisi mette il dossier dell’immigrazione irregolare tra «le sfide comuni», spiegando che nel summit con l’Ue si è discusso «di come rafforzare i percorsi e le rotte di migrazione legale e di come intensificare gli sforzi per porre fine ai flussi illegali». Von der Leyen ha parlato di «ottima collaborazione», spiegando che l’Ue conta «sulla piena dedizione dell’Egitto al controllo dell’immigrazione clandestina e alla gestione delle frontiere».

Economia

Data l’enorme crisi economica, la più grave della sua storia, che in questo momento sta interessando l’Egitto, con alti livelli di inflazione, un numero sempre maggiore di persone povere, la sterlina egiziana che ha perso metà del valore rispetto al dollaro americano e le entrate dal canale di Suez messe a dura prova dagli attacchi degli Houthi, i fondi europei serviranno anche per favorire investimenti e rafforzare l’economia. Ultimamente l’Egitto ha stretto accordi economici anche con altri: a fine febbraio per esempio ha ottenuto finanziamenti per 35 miliardi di dollari dagli Emirati Arabi Uniti e ha fatto accordi con Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.

Il caso Regeni

Proprio oggi si apre il processo Regeni. Sul banco degli imputati i 4 agenti segreti Ue Egittoegiziani accusati di aver ucciso e torturato il ricercatore friulano. Le opposizioni chiedevano a gran voce che Meloni ponesse la questione ad al-Sisi, ma non sembra essere andata così stando almeno ai resoconti della presidenza egiziana sui bilaterali tra i due, in cui non ve n’è traccia. Raggiunto dai cronisti, il premier italiano glissa sulla questione, pur rimarcando la necessità di andare avanti nella ricerca diverità e giustizia” dopo 8 anni di silenzi e insabbiamenti.

L’Egitto non ha fornito il domicilio degli imputati, impedendo di fatto la notifica degli atti fino all’intervento della Corte Costituzionale, che ha giudicato incostituzionale fare il gioco di uno Stato che si sottrae volontariamente a un processo. Ora dovranno essere ascoltati i testimoni. L’ambulante Mohamed Abdallah, ovvero l’uomo che ha “venduto” Regeni come un agente dei servizi segreti inglesi. Il giovane avvocato che ha ospitato gli agenti della NSA (National Security Agency) a casa sua. E infine i cinque testimoni chiave protetti dall’anonimato e indicati con le lettere dell’alfabeto greco: Alfa, Beta, Gamma, Delta, Epsilon.

«L’Italia pone tendenzialmente sempre la questione» dell’omicidio di Giulio Regeni, dichiara la premier ai cronisti che le domandano dell’incontro con al-Sisi. «Poi c’è un processo in corso in Italia. Il lavoro che stiamo facendo (con l’Egitto, ndr) non cambia la nostra posizione. Dopodiché, vediamo. Per noi è importante che il processo vada avanti e continueremo a tentare di ottenere anche qualcosa di più, ma quello che dobbiamo fare è andare avanti sul fronte della verità e della giustizia».

Italia come guida

Meloni, che vede nella missione anche un’opportunità per spingere l’acceleratore sul Piano Mattei, rivendica il gioco di squadra e il ruolo dell’Italia di cui si dice «orgogliosa», attribuendo al suo Governo il cambio di passo che l’Ue ha impresso alla strategia europea sui migranti. Il premier vede in quello del Cairo un accordo che non esita a definire «storico», pur avendo portato burrasca dentro e fuori i confini nazionali. A pesare sul piatto della bilancia è anche il ruolo del Paese di al-Sisi nella polveriera mediorientale. «La situazione a Gaza è in cima alle nostre preoccupazioni» – spiega Meloni al termine del summit – «con il conflitto in Sudan che complica l’intero quadro.

La stessa presidente del Consiglio italiano ha ricordato che «l’Italia ha un piano con gli Stati africani che è in fase di realizzazione e ammonta a 5 miliardi di euro, e l’Egitto ne fa parte. Stiamo lavorando» – ha aggiunto Meloni – «per lanciare un’alleanza internazionale per la lotta contro i trafficanti di esseri umani. Io penso che sia molto prezioso quello che stiamo facendo, e penso che sia estremamente prezioso il ruolo dell’Italia perché l’Italia su questo nuovo modello di cooperazione con l’Africa, e su questo nuovo modello per affrontare alla radice la questione dei flussi migratori irregolari, ha fatto scuola».

 

Ginevra Larosa

Foto © EgyptWide, CNN, Tag24, Commissione europea

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