Paesaggio vinicolo italiano

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Vino

Firmato protocollo per dimostrare come l’unicità del paesaggio incide nelle degustazioni di vino

 

Il paesaggio vinicolo italiano come valorizzazione dei territori che hanno saputo coniugare qualità della produzione vitivinicola e qualità del paesaggio. Un binomio che porta l’Italia ai vertici del gradimento dei turisti internazionali. Proprio ora che il turismo è tornato ai livelli pre-covid con il ritorno massiccio dei viaggiatori stranieri.

Secondo lo studio Isnart-Unioncamere, in Italia nel 2023 sono state registrate 851 milioni di presenze, che hanno generato 84 miliardi di euro. La spesa dei turisti stranieri in Italia è stata di 48 miliardi di euro. Risultati che sono il frutto anche della preferenza verso Città, territori, paesaggi apprezzati dalla clientela straniera.

Protocollo d’intesa

C’è attenzione su questi temi per promuovere il ruolo del paesaggio nella comunicazione dei sommelier per adottare azioni e strategie al fine di migliorare la competitività nel settore vitivinicolo italiano.

Firmato a Ro, presso il Ministero agricoltura, sovranità alimentare e foreste il protocollo d’intesa fra l’Associazione italiana sommelier (Ais) e cattedra Unesco paesaggi del patrimonio agricolo Università di Firenze, «un protocollo estremamente importante perché rappresenta un ulteriore passo avanti che valorizza tutto il sistema del vino. Con l’Unesco stiamo facendo un grande lavoro per il riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio dell’umanità. Con la firma del protocollo possiamo ampliare la conoscenza delle nostre tradizioni agroalimentari e del vino, che è un prodotto di eccellenza. Inoltre, lavoriamo con i sommelier per avere un riconoscimento più formale della loro posizione e dare sempre più una mano al comparto» ha dichiarato Giacomo La Pietra, sottosegretario all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste.

Il presidente dell’Ais, Sandro Camilli, ha sottolineato che «di buon grado firmiamo il protocollo d’intesa, che ha la durata di tre anni. Per noi è una grandissima sfida e può rappresentare una nuova frontiera: verificare se le peculiarità di un paesaggio possono davvero condizionare le sensazioni organolettiche di un vino. Siamo i primi al Mondo a proporre una degustazione diversa. Non esiste altro Paese che abbia paesaggi come l’Italia all’interno dei quali vi sono viticoltori che, coltivando la vite, tirano fuori eccellenze straordinarie».

Valorizzare

Forse non si è fatto abbastanza per promuovere e valorizzare il settore vitivinicolo, che in Italia ha un valore che supera i 10 miliardi di dollari e rappresenta il 17% della produzione mondiale del vino.

Per il professore Mauro Agnoletti, titolare della cattedra Unesco “Paesaggi del Patrimonio Agricolo” dell’Università di Firenze, «l’iniziativa è da considerare un punto da cui partire per gettare sul piatto della competitività del settore vitivinicolo la straordinaria risorsa rappresentata dai paesaggi italiani. Occorre fare in modo che le qualità uniche del Belpaese unite all’eccellenza del prodotto vinicolo diano una possibilità ulteriore di competere con i diretti avversari. Puntiamo a inserire nei disciplinari e nella valutazione dei vini tutti quegli elementi del paesaggio che possono arricchire i criteri di degustazione del prodotto. Alla scheda tecnica di un vino corrisponde la descrizione del paesaggio dove viene prodotto, e la formazione e le competenze dei sommelier possono concretamente contribuire a valorizzare i nostri paesaggi».

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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