Bataclan, Supernova, Crocus Hall: i concerti del terrore

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Gli attentati presso le grandi arene con nutrito numero di pubblico in Europa, Medio Oriente e ora anche in Russia

 

Sono almeno 133 le persone rimaste uccise nell’attentato di ieri sera alla sala concerti Crocus City Hall, a Krasnogorsk, alle porte di Mosca: lo ha riferito il Comitato investigativo incaricato dell’inchiesta sui fatti. La comunicazione è stata diffusa dall’organismo sul suo canale Telegram. Ricerche di sopravvissuti intrappolati tra le macerie sono tuttora in corso, si legge nel messaggio. Ieri sera ci sono state alcune esplosioni che hanno provocato il crollo del tetto della sala.

Le parole del presidente russo

«Tutti gli autori, gli organizzatori e i mandanti di questo crimine subiranno una punizione giusta e inevitabile». Lo ha dichiarato il presidente della Russia, Vladimir Putin, all’indomani dell’attentato alla sala concerti Crocus City Hall. Il capo dello Stato ha tenuto un breve discorso, trasmesso dalla televisione. Sullo sfondo due tricolori della Russia.

«Chiunque siano, chiunque li abbia diretti» – ha aggiunto Putin – «ripeto: identificheremo e puniremo tutti coloro che stanno dietro i terroristi, tutti coloro che hanno preparato questo crimine». Il presidente ha aggiunto: «Questo è un duro colpo alla Russia, al nostro popolo».

I dubbi sull’aiuto ucraino

I fermi effettuati sono stati quattro. «Gli esecutori dell’attentato terroristico hanno cercato di nascondersi e si sono diretti verso l’Ucraina, dove secondo informazioni preliminari era stata loro preparata una finestra dal lato ucraino per attraversare il confine di Stato».

CrocusGli attentatori della sala concerto Crocus City Hall come i nazisti che occuparono i territori dell’Unione Sovietica: il paragone è sempre del presidente russo. «I criminali hanno deciso di uccidere a sangue freddo e intenzionalmente, di sparare ai nostri cittadini, ai nostri figli a distanza ravvicinata, proprio come fecero una volta i nazisti quando commisero massacri nei territori occupati. Volevano inscenare un’esecuzione spettacolo, un sanguinoso atto intimidatorio».

La rivendicazione dello Stato islamico

Sarebbero “combattenti” del gruppo dello Stato islamico (Isis) i responsabili dell’assalto e delle sparatorie nella sala concerti Crocus City Hall, a Krasnogorsk, alle porte di Mosca: a riferirlo Amaq, agenzia considerata organo di stampa dell’organizzazione. La testata cita “una fonte della sicurezza”.

Gli Usa e tutti i Paesi occidentali si sono dichiarati “scioccati” per le uccisioni a Krasnogorsk e hanno espresso “condoglianze sincere” ai russi: il messaggio è stato diffuso per tutta la giornata tramite le ambasciate a Mosca. Le testate internazionali hanno ricordato come due settimane fa Washington avesse messo in guardia i propri connazionali dal rischio di attentati in Russia. In particolare aveva riferito di “star vagliando notizie sul fatto che estremisti abbiano pronti piani per colpire grandi assembramenti di persone a Mosca, anche in occasione di concerti”.

Spettacoli nel mirino

In Europa, in Medio Oriente e ora anche in Russia. Commando di uomini armati di kalashnikov, spari ad alzo zero e decine di vittime, tra giovani e giovanissimi. Dopo il Bataclan e il festival Supernova, il Crocus City Hall alle porte di Mosca.

A Parigi è il 13 novembre 2015. Gli attentatori hanno con sé bombe, pronti a farsi esplodere, in un quartiere di bar e ristoranti, non lontano da Place de la Republique. Comincia tutto poco dopo le 21. Prima tre esplosioni all’esterno dello Stade de France, dove è in corso un’amichevole dalla nazionale di casa con la Germania, poi gli spari tra i tavolini di bar e ristoranti. Fino all’assalto al Bataclan, al via alle 21.40 quando all’ingresso inchioda una Volkswagen Polo nera.

Bataclan e Supernova

Il locale è pieno: 1.500 i biglietti venduti per il concerto della band Eagles of Death Metal, “gli Eagles del Death Metal”, un nome ironico riferito al gruppo rock americano. Il bilancio di quello che il presidente Francois Hollande definisce “un atto di guerra” è di 130 morti e centinaia di feriti. Almeno 89 le persone uccise dai colpi di kalashnikov. Spunta subita una rivendicazione del gruppo dello Stato islamico: il motivo, l’intervento, il ruolo e le responsabilità della Francia in Siria, dove già da quattro anni si combatte una guerra civile.

I fatti del Supernova risalgono invece a pochi mesi fa. È la mattina del 7 ottobre nel sud di Israele, a nord del kibbutz di Reim, nel deserto del Negev a soli sei chilometri dal confine con la Striscia di Gaza. Al festival partecipano forse addirittura 4mila persone, quasi tutte con meno di 30 anni: la promessa è “una giornata di unità e amore”. I militanti di Hamas, Jihad islamica di altri gruppi palestinesi arrivano dopo aver sfondato la recinzione alla frontiera. Immagini e video ne mostrano altri planare dal cielo, su deltaplani. In un filmato delle 7.22 ragazzi ballano alla luce dell’alba senza accorgersi di chi è in volo alle loro spalle.
Secondo l’agenzia di soccorso israeliana Zaka, le vittime sono più di 260. Molte sono colpite dai proiettili mentre cercano una via di fuga sull’unica strada percorribile in auto. I video mostrano lamiere e carcasse bruciate e la caccia kalashnikov in pugno a chi si nasconde sotto le macchine.

L’attacco nella capitale russa

I fatti del Crocus City Hall, a Krasnogorsk, alla periferia nord-occidentale di Mosca, sono di ieri. La sala ospita un concerto dei Picnic, una band locale e popolare. Anche in questo caso c’è il tutto esaurito. Sono circa le 20 e il concerto non è ancora iniziato. Primi video mostrano uomini in passamontagna armati di fucile automatico sparare su persone che cercano scampo nella lobby o nascondendosi tra le poltrone in platea. Secondo gli ultimi bilanci, i morti sono almeno 133, bambini compresi. Spunta intanto una rivendicazione del gruppo dello Stato islamico, richiamo alla militanza di separatisti ceceni e di altre repubbliche del Caucaso, ma sui siti russi non si trova nulla. Si aspetta la ricostruzione dei servizi di sicurezza, la Federalnaja Sluzhba Bezopasnosti (Fsb): quattro degli attentatori sono stati arrestati nella Regione di Brjansk, al confine con l’Ucraina: avrebbero voluto attraversare il confine e a Kiev, che dal 2022 è in guerra con Mosca, avrebbero “contatti di rilievo”.

 

Ginevra Larosa

Foto © Wikimedia

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