La minaccia del terrorismo internazionale e l’inquietante enigma del presagio. Tutto questo nel nuovo libro di Giuseppe Nicolò
Una commistione di generi letterari in una efficace sintesi, proposti dall’autore Giuseppe Nicolò in un’opera che mette insieme in perfetta tenuta, equilibrio armonico ed eccellenti capacità narrative, la tensione ansiosa verso il succedersi degli eventi raccontati, la poesia, la bellezza e il misticismo del territorio calabrese, in tutta la sua autenticità, e soprattutto, l’impressionante previsione, con incredibile precisione, di attentati terroristici descritti prima della loro reale materializzazione storica.
Il terrorismo di matrice islamica è la minaccia globale che attanaglia l’umanità del terzo millennio; l’autore, attento osservatore e acuto interprete della realtà, immagina modalità e metodi delle organizzazioni terroristiche, sino ad anticiparne le intenzioni, dagli attacchi in un teatro di una città francese (tragicamente materializzatosi con gli attentati al Bataclan), al disegno di un attentato a una centrale nucleare a Liegi, in Belgio (secondo le fonti investigative, il vero obiettivo degli attentati di Bruxelles nel marzo 2016). E molte altre le coincidenze drammaticamente materializzatesi.
E’ una linea invisibile quella che demarca l’immaginazione dalla realtà storica, che risultano indistinguibili sino a carpire completamente il lettore e trasportarlo dal piano dell’immaginario a quello della storia, disorientando, ma orientando al contempo. Perché non si può governare il caos senza conoscere la realtà: la conoscenza è potere, questo il messaggio che trapela tra le righe di un racconto altamente performativo.
Tutto questo è “CIC – L’ultima missione“, il romanzo di Giuseppe Nicolò edito da Laruffa editore. Tutto questo, ma non soltanto. Il racconto di una storia d’amore, un amore autentico e assoluto, genuino e libero, incondizionato se non alla bellezza straordinaria di una terra, quella calabra, di cui gli amanti subiscono irresistibilmente il fascino. Culla dell’antichità, fedele a se stessa, con i suoi paesaggi autentici e gli scenari selvatici, originali, genuini, una selvaticità autoctona e altamente fedele all’indole di una natura indomita ma equilibrata.
La Poesia del Mediterraneo, con i suoi colori, con i suoi profumi, con l’inebriante effetto dei vini e dei frutti unici della terra, il sapore di una gastronomia tradizionale e unica, reminiscenza di un tempo perduto ma ancora presente nei ricordi e nella genesi di un popolo ostinatamente legato al proprio folclore e al patrimonio di usi e consuetudini del passato.
Il profumo forte e aggressivo, ma amabile, del bergamotto, si materializza dalle pagine di un romanzo capace di catturare integralmente l’immaginazione e i sensi. Magia e realtà, e la travolgente passione che attraversa tutto il racconto. Un erotismo nobile, quello tra il protagonista e la sua amata, condannati dal destino, dalle storie personali, dagli eventi ostili e avversi, e soprattutto, dalle loro responsabilità sulle sorti del mondo, a separarsi per sempre nella dimensione terrena, ma con un legame assoluto, eterno, superiore e ultraterreno.
Un romanzo tutto da assaporare, da vivere, da leggere tutto d’un fiato, non per evadere dalla realtà, ma al contrario, per immergersi completamente in essa, e anzi, per comprendere più a fondo il folle, ma non intellegibile, scorrere del nostro tempo.
Francesca Agostino