L’ex presidente della Commissione a Goldman Sachs, la responsabile Ue alla concorrenza tra i Bahamas Papers, l’attuale all’Agenda digitale che offende Vallonia, gay, donne e cinesi
Negli Stati Uniti si sta assistendo a uno dei peggiori confronti fra i due candidati alla presidenza che preoccupano il mondo. In altri importanti Paesi nel globo prevale o l’uomo forte (alla Putin, per intenderci) oppure regimi e dittature. Nel Vecchio Continente, massima espressione della storia e della democrazia, come se la passa l’Unione europea? Come il resto del pianeta, verrebbe da dire.
Per questo l’Europarlamento ha recentemente tagliato del 20% le indennità degli ex-commissari Ue. Una sforbiciata del 20% ai fondi frutto dell’approvazione di un emendamento firmato dai Verdi al bilancio comunitario 2017 approvato lo scorso 26 ottobre dai deputati europei. Un voto arrivato dopo settimane di indignazione crescente legate alla nomina del ex presidente della Commissione Josè Manuel Durao Barroso a presidente non esecutivo di Goldman Sachs e della apparizione del nome dell’ex commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes tra i Bahamas Papers.
Per l’ex presidente è intervenuta l’Ombudsman Ue, la mediatrice europea Emily O’Reilly, che per i danni alla reputazione dell’Unione europea non esclude una possibile indagine. Questo dopo che il Comitato etico ad hoc, ieri, «nel valutare che legalmente Barroso non ha infranto il Codice di condotta riconosce» però «che il danno alla reputazione della Commissione Ue e più ampiamente all’Unione è stato fatto».
Sanzioni che sono molto probabili per l’ex vicepresidente e commissaria alla concorrenza Neelie Kroes che non ha rispettato l’obbligo di trasparenza «dimenticando» di dichiarare il suo ruolo in una società offshore nel paradiso fiscale delle Bahamas. Sarà la Corte europea di Giustizia di Lussemburgo o l’antifrode comunitaria Olaf di Bruxelles a decidere. L’olandese avrebbe spiegato all’attuale presidente della Commissione Juncker di aver «dimenticato» di dichiarare il suo ruolo nella Mint holding nelle Bahamas nei dieci anni (dal 2004 al 2014) in cui ha avuto l’incarico. Pensare che le regole Ue prevedono che i membri dell’esecutivo europeo dichiarino i loro interessi finanziari e possibili conflitti d’interessi fino ai dieci anni precedenti alla loro nomina.
Qualcuno potrebbe ricordare all’attuale presidente della Commissione il suo coinvolgimento nello scandalo LuxLeaks sui favoritismi fiscali concessi quando era premier del Lussemburgo. Ma a tenere banco, anche se si tratta solo di gaffe, è il comportamento dell’attuale commissario con delega all’Agenda digitale, ma destinato a subentrare anche nelle competenze del Bilancio, dopo che la vicepresidente della Commissione europea Kristalina Georgieva ha lasciato l’esecutivo Ue per tornare alla Banca Mondiale, dove dal 2 gennaio sarà amministratore delegato (vedi link).
Il tedesco Gunter Oettinger è riuscito a creare dissapori con la Vallonia, sui gay, donne e cinesi. Dichiarazioni politicamente “scorrette” del commissario Ue che rischiano di aggravare ancora di più la credibilità dell’esecutivo comunitario. Parlando del caso Ceta ha definito la Vallonia «una minuscola regione governata da un pugno di comunisti che blocca l’Europa». Non poche le situazioni imbarazzanti su argomento donne nel mondo del lavoro e gay. Lo scorso 26 ottobre, in un intervento ufficiale ad Amburgo, si è riferito ai membri della delegazione cinese in visita come quelli con «gli occhi a mandorla» («Schlitzaugen»). Come riporta l’Agenzia Ansa tutto è documentato in un video amatoriale diffuso su Youtube che spopola. Oettinger, poi, dopo il capo di gabinetto del presidente Jean-Claude Juncker, Martin Selmayr (vedi link), è l’ennesimo tedesco a ricoprire un ruolo chiave nell’Ue.
Giovanni De Negri
Foto © European Union