L’agenzia si “trasforma” in guardia costiera e di frontiera europea, con una squadra di rapido intervento di 1500 unità. In autunno prime analisi “pilota”
Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, la strada che vedrà la trasformazione di Frontex nella nuova guardia costiera e di frontiera europea, è ormai spianata. Ora si attende il via libera del Consiglio Ue, dopo il quale, già nei mesi di settembre e ottobre, il testo potrebbe venir adottato dagli Stati membri.
Cosa cambierà in sostanza? In pratica i poteri e le forze di Frontex verranno rafforzati: la nuova agenzia potrà infatti disporre di una squadra di rapido intervento composta da 1500 agenti provenienti dai vari Stati membri che, in caso di necessità e sotto richiesta dei Paesi dell’Unione, sarà in grado di mettersi in azione in meno di una settimana. Entro il 2020 si stima inoltre di raddoppiare l’organico passando da 225 a 550 unità.
La nuova guardia costiera si occuperà poi di valutare il livello di “vulnerabilità” degli Stati membri: in questo modo si potranno infatti «sottolineare gli eventuali punti deboli delle
frontiere» come ha spiegato il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, e si deciderà di conseguenza in che modo gestirli. L’agenzia ha già stabilito di effettuare dapprima delle analisi “pilota” su Stati membri volontari. In seguito verranno elaborate delle linee guida e un metodo da seguire valido per tutti i Paesi dell’Ue.
«Sono sicuro – ha dichiarato Leggeri – che il vero valore aggiunto di questo sistema è che l’agenzia, dopo aver fatto l’analisi, sarà capace d’identificare un pacchetto di misure operative in modo da migliorare la capacità degli Stati membri di compiere i propri doveri alle frontiere esterne».
Il direttore esecutivo di Frontex ha inoltre sottolineato come ogni operazione sarà svolta nella piena tutela dei diritti umani dei migranti e dei richiedenti asilo.
Riguardo all’importanza della nuova guardia costiera per l’Unione europea, Leggeri ha dichiarato: «Questo renderà l’Ue più forte per assicurare il buon funzionamento delle frontiere esterne e il ritorno a Schengen, come indicato dalla Commissione».
Valentina Ferraro
Foto © European Union