“Gerusalemme, capitale dell’umanità”

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Il patriarca latino di Gerusalemme ripercorre, in un interessante dialogo, la storia della Terrasanta, riflettendo sulla condizione attuale e sulle prospettive future

Monsignor  Fouad Twal è il protagonista dell’interessante libro-intervista “Gerusalemme, capitale dell’umanità” (Editrice La Scuola). Un testo che aiuta a comprendere  la condizione attuale di una terra ricca di storia, un luogo in cui convivono tre religioni che si richiamano allo stesso padre. Quest’area viene raccontata dal punto di vista di un osservatore d’eccezione che è appunto Fouad Twal, sacerdote di origine giordana, dal 2008 secondo patriarca latino di Gerusalemme e presidente della Conferenza dei Vescovi Latini delle regioni arabe.

Il giornalista Nicola Scopelliti, curatore del libro, attraverso le sue domande, accompagna Sua Beatitudine in un vero e proprio viaggio nella storia di questa terra. Viaggio che mosignor Twal conduce ripercorrendo la sua storia personale, partendo dalla sua esperienza alla guida della Chiesa di Tunisi, proprio negli anni in cui vi si era rifugiato Bettino Craxi (cui Sua Beatitudine dedica anche alcune personali osservazioni); fino alla sua attività come diplomatico in diverse zone: dall’Honduras, alla Germania, al Perù; passando naturalmente per la sua breve esperienza in Segreteria di Stato. Partendo dunque dal racconto del proprio vissuto, nel quale non mancano importanti incontri, primi fra tutti quelli con i Pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, mosignor Twal ci fornisce la sua visione della situazione attuale in Terrasanta.

Molti i temi trattati e tutti di estrema attualità: dall’annoso problema della convivenza fra isreliani e palestinesi che «vivono come fratelli-nemici in casa propria», all’importanza dell’istruzione per avviare le nuove generazioni a un percorso di dialogo e pace. In più punti, infatti, Sua Beatitudine insiste proprio su questo termine, sostenedo come, per il futuro di queste terre, «la vera sfida sia il dialogo». Stimolato dalle domande di Scopelliti, Monsignor Twal riflette anche su alcuni importanti aspetti sociali: dalla famiglia «spesso unico sostegno in un mondo senza reti di salvataggio», al ruolo della donna (senza tralasciare la questione del velo), fino alla libertà di espressione e al complesso ruolo della globalizzazione. In chiusura, Sua Beatitudine si sofferma su quelle che, a suo parere, sono le questioni più delicate da affrontare in quest’area: ovvero «l’emigrazione, il senso di appartenenza a questa terra, il dialogo interreligioso». Senza mai dimenticare di sottolineare che «il nodo centrale resta quello del processo di pace».

Valentina Ferraro

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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